Alle origini del culto di Hera in Grecia e Magna Grecia

L’origine del culto di Hera in Grecia sarebbe nato dalla fusione di due tradizioni religiose: quello Dione di Dodona1, una dea antichissima venerata accanto a Zeus nell’oracolo di Dodona, e quella di Hera di Argo, dove Hera era considerata la moglie di Zeus e una divinità molto importante nel pantheon greco classico.

Dall’Argolide il culto di Hera si diffuse anzitutto nel Peloponneso: nell’Elide e in Olimpia, a Sicione, a Corinto, e, fra le colonie corinzie, specialmente a Corcira2.

Molti studiosi ritengono che Hera abbia assorbito le caratteristiche di una o più antiche divinità femminili pre-elleniche associate alla natura, simbolo della Terra che si unisce al Cielo in un sacro connubio (ἱερὸς γάμος) dal quale ha origine la vita. Le figurine di terracotta più antiche rinvenute nei santuarî non si differenziano da quelle di altri idoli femminili. Specialmente notevole appare la debole accentuazione delle caratteristiche sessuali femminili3. Precisamente, queste divinità, spesso associate alla fertilità, alla terra, alla natura e alla sovranità erano la Dea Madre Minoica/Micenea e “Potnia” (Signora).

Con l’arrivo e l’affermazione delle tribù elleniche (Dori, Ioni, Eoli), le divinità preesistenti furono spesso integrate nel nuovo pantheon olimpico. Hera fu assimilata come sorella e moglie di Zeus, il capo degli dei. Questa unione, sebbene spesso tumultuosa nelle narrazioni mitologiche, simboleggiava forse l’unione del nuovo ordine patriarcale ellenico (rappresentato da Zeus) con le antiche tradizioni religiose matriarcali o incentrate sul femminile (rappresentate da Hera).

Hera in età classica-arcaica (cenni)

Hera (in greco antico: Ἥρα, Hḕrā), è figlia di Crono e Rea, e sposa di Zeus, benchè nella tradizione riportata da Esiodo fosse suo fratello. Hera è anche sorella di Demetra, Poseidone, Ade, Estia.

Genealogia di Hera secondo Esiodo
Genealogia di Hera secondo Esiodo4
Hera in trono con i suoi simboli
Hera in trono con i suoi simboli, immagine generata da ChatGPT

E’ considerata la sovrana dell’Olimpo, ed i suoi simboli sono la melagrana, la vacca5 ed il pavone.

In Grecia Hera è dea del matrimonio, della fedeltà coniugale e del parto; infatti in alcuni dei principali santuari dedicati alla dea nel mondo greco (Perachora, Argos, Samos e Tirinto), la natura delle offerte, in particolare di tipo coroplastico, suggerisce che si trattava di culti incentrati sulla fertilità, che Hera supervisionava.

Hera nell’Iliade è anche immaginata come una donna seduttrice è scaltra, come nell’episodio della seduzione di Zeus sul monte Ida. Nel Libro XIV dell’Iliade, Hera usa la cintura magica (kestós imás) prestata da Afrodite, ricamata con tutte le armi della seduzione femminile: amore (φιλότης), desiderio (ἵμερος), incontro (ὀαριστύς) e seduzione (πάρφασις), che “ruba il senno anche ai saggi”. eus, sedotto dal suo aspetto ammaliante, la invita a restare e a fare l’amore con lui. Lo scopo di Hera era di distrarre Zeus affinchè Poseidone si desse da fare per aiutare gli Achei in difficoltà.

Iliade, XIV, 340;

La vide Zeus che raduna le nubi, e quando La vide, la passione invase il Suo animo saggio, come quando la prima volta si unirono nell’amore…
a Lei così disse Zeus che raduna le nubi: “Hera, non devi avere timore che ci veda qualcuno degli Dei o degli uomini: verserò intorno una nube dorata, e non potrà vederci neppure il Sole, che fra tutti ha la luce più penetrante.”
Così disse il figlio di Crono, e prese fra le braccia la Sua sposa, e sotto di Loro la Terra fece crescere tenera erba, loto rugiadoso, croco e giacinto morbido, fitto, che Li separava dal suolo.”

Oltre alla dimensione mitica, il culto di Hera si configurava come un importante elemento di coesione sociale e istituzionale. In quanto dea del matrimonio, della fertilità e del benessere familiare, Hera veniva invocata per assicurare la stabilità della vita privata e della comunità. Le pratiche rituali, le processioni e le celebrazioni a lei dedicate contribuivano a legare insieme le varie sfaccettature dell’ordinamento sociale, fungendo da collante tra le credenze religiose e le normative morali di una società in continua evoluzione.

Ma il ruolo di Hera non è solo questo, come si deduce da diversi passaggi dell’Iliade. Ricordiamo che l’Iliade è stata scritta a metà dell’VIII sec. a.C., e riflette il contesto territoriale e culturale dell’epoca, anche se il il suo racconto si riferisce a molti secoli prima. Nell’VIII sec. Hera, sposa di Zeus e dea del potere regale, simboleggia l’autorità e l’unità degli Achei. Nel Catalogo delle navi (Iliade II 569-576), le città dell’Achaia sono incluse nel regno di Agamennone, sebbene geograficamente distanti dall’Argolide. Questo riflette un’ideologia politica che unisce territori diversi sotto un unico comando, legittimato da Hera.

Hera, sposa di Zeus e dea del potere regale, simboleggia l’autorità e l’unità degli Achei, intesi come l’intero mondo greco. Nel Catalogo delle navi (II 569-576), le città dell’Achaia sono incluse nel regno di Agamennone, sebbene geograficamente distanti dall’Argolide. Questo riflette un’ideologia politica che unisce territori diversi sotto un unico comando, legittimato da Hera. Come si è approfondito nell’articolo “Ripe (Rhypes), gli Achei e l’Achaia“, nell’Iliade, “Achei” indica tutti i Greci, però in età classica l’Achaia divenne una regione specifica del Peloponneso, la cosiddetta “Achaia storica” o “Achaia Egialea”, la “dodecapoli ionica”»”, e che si affaccia sul golfo di Corinto. E’ proprio questa regione alla quale ci si riferisce come il luogo di provenienza dei coloni che arrivano sulle coste ioniche dell’italia per fondare le “colonie achee”. In particolare una di queste città, Rhypes, è la patria di Miscello, ecista di Crotone. Nella dodecapoli più che Hera sembra esservi il culto di Poseidone, come si deduce da Iliade VIII 201-207 ove Hera, protettrice degli Achei, in quel momento per volere di Zeus in difficoltà, chiede a Poseidon di intervenire a favore dei Danaoi (i Greci), che da Helike e da Aigai gli portano molti e graditi doni.

“Ahimè, Nume possente che scuoti la terra, nel seno / pur non ti piange il cuore, per tanto sterminio d’Achivi? / Pure, ad Helike e ad Aigai portare ti sogliono doni / molti e graditi!”

Nell’Iliade, Hera è la protettrice degli Achei, ma il suo legame con le località dell’Achaia storica (Hypere­sie, Pellene, Aigion, Helike, Aigialòs, Aigai) non è diretto come quello con Argo o Micene. Nella sua strategia narrativa Omero usa Hera per sottolineare che le città dell’Achaia classica, pur se legate a Poseidone, fanno parte di un sistema religioso-politico più ampio, guidato da Argo/Micene e protetto da Hera, mediatrice divina a favore di tutta la coalizione achea. In sintesi, Hera agisce come simbolo di unità politica e religiosa, trascendendo i confini regionali per sostenere gli Achei nella loro totalità.

Nel V secolo a.C., Hera, tradizionalmente associata al matrimonio, perde le sue molteplici forme arcaiche (polimorfismo) e viene adorata principalmente come Hera Teleia, cioè “Hera la compiuta” o “la sposa perfetta”. Le terrecotte votive di questo periodo la raffigurano insieme a Zeus, suo marito, sottolineando il loro ruolo centrale come coppia divina che sancisce e protegge il matrimonio6. Più spesso a partire da questa fase più che presiedere al processo riproduttivo, uno degli fini del matrimonio, Hera è garante insieme a Zeus delle giuste nozze, attraverso la consacrazione rituale che sancisce l’unione degli sposi; assume la funzione di tutela di matrimonio, di cui è nota come “custode delle chiavi”7.

Hera e Zeus, Vienna
Hera e Zeus ai piedi della fontana di Pallade Atena di fronte al Parlamento austriaco a Vienna.
PH: Giovanni Costanzo
Hera e Zeus in trono. Poseidonia, il santuario di Foce Sele8.

Alla regale, sacra unione coniugale «modello mitico e rituale dei rapporti matrimoniali di tipo monogamico», alludono le statuette, derivate da modelli di V sec. a.C., con Hera e Zeus seduti su un unico trono9.

Zeus è rappresentato come un dio maturo, barbuto e seminudo, mentre Era è completamente vestita e tiene un piatto di frutta, simbolo di fertilità e abbondanza. Questa iconografia simboleggia il loro ruolo nel garantire i riti nuziali e quindi il legame sociale fondamentale del matrimonio nella società greca.

Hera, in questa veste, non è solo la sposa di Zeus ma anche la protettrice del matrimonio e dell’ordine sociale, colei che prepara le giovani donne al matrimonio e alla gestione della casa (oikos). Le offerte votive legate al suo culto sono tutte connesse al mondo femminile e ai rituali legati alla donna sposata, confermando il suo ruolo specifico e centrale nella sfera matrimoniale e familiare.

Questa interpretazione è supportata da studi archeologici e testuali che mostrano come, nel periodo classico, il culto di Era si focalizzi su questi aspetti di protezione e legittimazione sociale del matrimonio

Hera in quanto regina degli dei veniva ritratta come una figura maestosa e solenne, spesso seduta sul trono mentre porta come corona il “polos”, il tipico copricapo di forma cilindrica indossato dalle dee madri più importanti di numerose culture antiche.

Cronologia e sviluppo dei principali santuari

Il culto di Hera ha origini molto antiche precedenti l’età arcaica greca, ma i grandi santuari monumentali (Heraia) si svilupparono principalmente tra l’VIII e il VI secolo a.C..

Heraion di Samo

  • Fasi iniziali: X-IX secolo a.C.
  • Hekatompedon I: VIII secolo a.C.
  • Grande tempio diptero: 570-560 a.C. (tempio di Rhoikos)
  • Ricostruzione: 538-522 a.C. (tempio di Policrate)
  • Fonti: “La sequenza stratigrafica dell’Heraion di Samo dimostra continuità cultuale dall’età geometrica” (Walter, 1990: 33-44)
  • Archeologia: “Le fondazioni dell’hekatompedon precedente al tempio di Rhoikos attestano la monumentalizzazione precoce del santuario” (Kyrieleis, 1993: 125-138)
  • Importanza: “Il tempio di Policrate, se completato, sarebbe stato il più grande tempio greco dell’antichità” (Buschor, 1930: 1-99)

Heraion di Delos (Isola di Delos)

  • Datazione: Ca. 500 a.C.
  • Fonti: “Il tempio dorico di Hera a Delos, sebbene più modesto nelle dimensioni, rappresenta un importante tassello nella diffusione del culto nelle isole dell’Egeo” (Bruneau e Ducat, 2005: 205)

Heraion di Argo (Peloponneso)

  • Datazione iniziale: Fine IX – inizio VIII secolo a.C.
  • Sviluppo monumentale: VII-VI secolo a.C.: (distrutto da un incendio nel 423 a.C.)
  • Tempio Classico (Nuovo Tempio): 420-410 a.C., architetto Eupolemo
  • Fonti: “Le recenti scoperte presso l’Heraion argivo hanno confermato la presenza di strutture cultuali risalenti alla fine del IX secolo” (De Polignac, 1995: 41-45)
  • Archeologia: “Gli scavi di Waldstein hanno rivelato livelli di uso cultuale precedenti alle strutture templari arcaiche” (Billot, 1997: 13-26)

Heraion di Olimpia

  • Datazione: Ca. 600 a.C.
  • Fonti: “Tra i più antichi templi dorici conosciuti, l’Heraion di Olimpia rappresenta una fase di transizione tra costruzioni lignee e lapidee” (Mallwitz, 1972: 138)
  • Caratteristiche: “Le colonne lignee furono gradualmente sostituite da quelle in pietra mantenendo l’impianto originario” (Spawforth, 2006: 155)
  • Note: “Inizialmente potrebbe essere stato dedicato congiuntamente a Zeus ed Era, per poi diventare un tempio dedicato esclusivamente a Era” (Kyrieleis, 2011: 42-45)

Heraion di Corinto (Perachora)

  • Datazione: Metà VIII – VI secolo a.C.
  • Hera Akraia (“Era della Scogliera”): Fine IX – inizio VIII secolo a.C. (forma absidale)
  • Hera Limenia (“Era del Porto”): Ricostruito intorno al 550-540 a.C.
  • Fonti: “I depositi votivi di Perachora rivelano attività cultuale dall’VIII secolo, con materializzazione architettonica nel VII secolo” (Menadier, 1995: 85-98)

Heraion di Crotone (Capo Lacinio)

  • Culto iniziale: Probabilmente VIII secolo a.C.
  • Tempio monumentale: VI secolo a.C.
  • Fonti storiche: “Livio (24.3) e Diodoro Siculo (8.17) descrivono il santuario come punto d’incontro delle città italiote” (Giangiulio, 1982: 23-24)
  • Status: “Il santuario di Era Lacinia costituiva un vero e proprio centro panellenico per le colonie greche d’Occidente” (Spadea, 2014: 45-60)

Heraion alla foce del Sele (Paestum)

  • Datazione:
    • Tempio di Era I (“Basilica”): 580-570 a.C.
    • Tempio di Era II (“Tempio di Nettuno”): 460-450 a.C.
  • Fonti: “Le metope dell’Heraion del Sele costituiscono uno dei più antichi cicli scultorei della Magna Grecia” (Zancani Montuoro e Zanotti Bianco, 1951-54)
  • Significato: “Un santuario extraurbano con funzione di demarcazione territoriale della colonia” (Greco, 1992: 69)
  • Note archeologiche: “Il cosiddetto ‘Tempio di Nettuno’, nonostante la denominazione tradizionale, è oggi considerato dedicato a Era da numerosi studiosi” (Pedley, 2005: 182-183)

Heraion di Metaponto

  • Datazione: VI secolo a.C.
  • Fonti archeologiche: “I recenti scavi hanno evidenziato fasi costruttive precedenti al tempio arcaico” (De Siena, 2001: 25-38)

Tempio E (Heraion) di Selinunte (Sicilia)

  • Datazione: 490-480 a.C.
  • Caratteristiche: “Le metope scolpite del Tempio E rappresentano uno dei cicli figurativi più importanti dell’arte templare siceliota” (De Miro, 2003: 53-58)
  • Identificazione: “L’attribuzione a Era è supportata da ritrovamenti epigrafici e votivi” (Marconi, 2007: 132-140)

Santuario di Era a Gela (Sicilia)

  • Datazione: Periodo arcaico (VII-VI secolo a.C.)
  • Fonti archeologiche: “Il deposito votivo associato all’area sacra rivela una frequentazione cultuale sin dalla fondazione della colonia” (Orlandini, 1968: 67-80)

Tempio Dorico di Imera (Sicilia)

  • Tempio della Vittoria: Post 480 a.C.
  • Note cultuali: “Sebbene la dedica sia dibattuta, il ruolo di Era è confermato dal ricco corredo votivo” (Allegro, 1999: 271-292)

Alcock, S.E. e Osborne, R. (1994) Placing the Gods: Sanctuaries and Sacred Space in Ancient Greece. Oxford.

Billot, M.F. (1997) “Recherches archéologiques récentes à l’Héraion d’Argos”, in Héra: Images, espaces, cultes. Naples.

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De Polignac, F. (1995) Cults, Territory, and the Origins of the Greek City-State. Chicago.

De Siena, A. (2001) Metaponto: Archeologia di una colonia greca. Taranto.

Giangiulio, M. (1982) “Per la storia dei culti di Crotone antica”, in Crotone e la sua storia. Napoli.

Greco, E. (1992) Archeologia della Magna Grecia. Roma-Bari.

Kyrieleis, H. (1993) “The Heraion at Samos”, in Greek Sanctuaries: New Approaches. London.

Mallwitz, A. (1972) Olympia und seine Bauten. München.

Mazarakis Ainian, A. (1997) From Rulers’ Dwellings to Temples: Architecture, Religion and Society in Early Iron Age Greece. Jonsered.

Menadier, B. (1995) “The Western Sanctuary of Perachora”, in AJA 99.

Snodgrass, A. (1980) Archaic Greece: The Age of Experiment. London.

Spawforth, A. (2006) The Complete Greek Temples. London.

Vernant, J.P. (1974) Mythe et société en Grèce ancienne. Paris.

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Whitley, J. (2001) The Archaeology of Ancient Greece. Cambridge.

Zancani Montuoro, P. e Zanotti Bianco, U. (1951-54) Heraion alla Foce del Sele. Roma.

Prima dell’VIII secolo a.C. il culto di Hera esisteva in luoghi aperti non monumentalizzati; in particolare, i luoghi di culto micenei mostrano elementi di continuità con i successivi santuari di Hrra, particolarmente nelle pratiche votive” (Alcock e Osborne, 1994: 143-147). Durante il periodo geometrico, il culto si svolgeva in strutture semplici o aree aperte con altari” (Whitley, 2001: 134).

“La transizione da strutture lignee a costruzioni monumentali in pietra avvenne gradualmente tra IX e VII secolo” (Mazarakis Ainian, 1997: 226-234).

I fattori della monumentalizzazione degli Heraia si considerano essere stati:

Cambiamenti socio-politici

  • Emergere della polis: “La monumentalizzazione dei santuari corrisponde alla cristallizzazione della polis come entità politica” (Snodgrass, 1980: 33)
  • Identità civica: “I grandi Heraia funzionavano come marcatori dell’identità della comunità nel periodo formativo della polis” (De Polignac, 1995: 105-110)

Evoluzione religiosa

  • Funzione sociale: “Il culto di Hera si consolidò attorno ai temi del matrimonio, fertilità e continuità sociale nelle comunità greche” (Burkert, 1985: 131-135)
  • Gerarchizzazione del pantheon: “La definizione delle funzioni specifiche di Hera nel pantheon greco si completò nel periodo arcaico” (Vernant, 1974: 97-105)

Influenze orientali

  • Architettura monumentale: “I contatti con l’Oriente fornirono modelli architettonici per i primi grandi templi greci” (Boardman, 1999: 55-58)
  • Pratiche rituali: “L’influenza anatolica sul culto di Hera è particolarmente evidente nei santuari ionici” (Burkert, 1992: 178-188)
Cronologia degli Heraia

Hera nelle colonie occidentali

Il culto di Hera nelle colonie occidentali è da ricondurre alle tradizioni religiose dei fondatori, e particolarmente Hera era dea protettrice di Argo, Sparta e Micene, ossia degli Achei dell’Argolide e della Laconia; le colonie achee si adeguano con tutta una serie di importanti Heraia: a Sibari, a Crotone, a Metaponto, a Poseidonia10.

Nelle colonie achee di Crotone, Sibari, Metaponto e Poseidonia, il culto di Hera mantenne un ruolo centrale, con la costruzione di santuari sia urbani sia extraurbani. Hera è la divinità prescelta per il mantenimento dell’identità culturale dei coloni Achei, che si riconoscono come affini in quanto portatori dello stesso culto”.

Di questi santuari alcuni sono stati ben indagati archeologicamente, altri sono noti solo dall’epigrafia e dalle fonti storiche. Ad un esame filologico ed epigrafico la presenza della dea è attestata, infatti, con l’epiclesi di Leukadia a Sibari11 e nella chora sibaritica, come testimonia l’ascia iscritta di San Sosti con la dedica dell’artamos Kyniskos12 13.

Esaminiamo il rapporto tra il momento della fondazione della colonia e l’erezione dell’heraion: il Lakinion non è anteriore al VI secolo a. C., e dunque non sarebbe contemporaneo alla ktisis. Quello del Sele è praticamente contemporaneo alla fondazione di Poseidonia. Di Metaponto possiamo dire che il tempio fu eretto circa un secolo dopo la fondazione della polis ….; l’Heraion del Bradano risale almeno alla seconda meta del VI a. C. secolo a. C. Dunque questi tre Heraia hanno in comune la cronologia, cioè nascono nel VI secolo a. C., sono inquadrabili nella storia locale di ciascuna polis e non sono la riproduzione di santuari della madrepatria14.

Per approfondire sull’heraion del Lacinio a Crotone, consultare l’articolo dedicato:
Il Santuario di Hera Lacinia

Kroton disegno del santuario di Hera
Kroton disegno del santuario di Hera

L’analisi dei reperti nei santuari dedicati a Hera nelle tre grandi colonie achee del sud Italia (Poseidonia, Croton / Capo Lacinio e Metaponto), indica nel periodo tra il VI e il IV secolo a.C. si svilupparono culti con partecipazione femminile e che prevedevano offerte votive di vario tipo, tra cui terrecotte raffiguranti la dea in diverse pose, spesso con simboli di fertilità come frutti, colombe e uteri. Questi culti erano centrati sulla fertilità di Hera era la garante, in quanto considerata la dea-sposa per eccellenza, che garantiva il matrimonio e l’ordine sociale, essendo la “custode delle chiavi” del matrimonio e delle sue conseguenze (i figli). Le fonti antiche parlano, dei rituali collegati al matrimonio condotto sotto l’egida della dea in vari siti greci (Argos, Atene, Platea, Samos, ecc.), che includevano il bagno rituale, la preparazione del letto matrimoniale, una processione, sacrifici e giochi in suo onore. Si può certamente immaginare che tali cerimonie abbiano preso posto anche nei santuari del sud Italia dedicati a Hera, come anche evidenziato da alcuni reperti15.

Un reperto di cui abbiamo parlato in dettaglio in altro articolo, le lampade del Sele, piccola lampada votiva in cui 4 figure femminili in piedi sostenevano la ciotola della lampada tenendosi il seno tra le mani, trovati anche all’heraion Lacinio ed al santuario di S.Anna di Cutro, sembra essere espressione di una chiara relazione di protezione e patrocinio di Hera verso le madri.

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Bibliografia, Note

  1. Dodona (gr. Δοδώνη) era un antichissimo centro religioso dei popoli pre-ellenici, in una valle nel centro dell’Epiro ai piedi del Monte Mitsikèli presso Giannina, considerata la sede del più antico oracolo della Grecia, poi soppiantata da Delfi. Fonte: Treccani.[]
  2. G.Pugliese Carratelli – Culti e dottrine religiose in Magna Grecia – Atti Convegno Taranto 1964, pp. 24-26[]
  3. Hera, Vocabolario Treccani, 1960[]
  4. Rif. Hera in Wikipedia[]
  5. Omero definì la dea “boopide”, ovvero dagli occhi bovini, per l’intensità del suo regale sguardo.[]
  6. Marialucia Giacco, Chiara Maria Marchetti, “Hera as protectress of marriage, childbirth, and motherhood in Magna Graecia”, Acta Antiqua Academiae Scientiarum Hungaricae, Vol. 57 Issue 2-3, 2017, pp. 347-348[]
  7. Aristoph., Thesm., w. 973-976[]
  8. M.Giacco, Chiara M.Marchetti, op.cit., p. 348[]
  9. Cipriani, Marina. « Il ruolo di Hera nel santuario meridionale di Poseidonia ». Héra. Images, espaces, cultes, édité par Juliette de La Genière, Publications du Centre Jean Bérard, 1997[]
  10. Alfonso Mele – Magna Grecia. Colonie achee e Pitagorismo (2007), p. 39[]
  11. Eliano, Varia Historia 3, 43[]
  12. R. Sassu, Culti primari e secondari nel santuario urbano di Metaponto, Thiasos, 2, 2013, pp. 3-18.[]
  13. Vincenzo De Luca, Era in “pianura”, 2010[]
  14. Emanuele Greco, “Achei di Occidente e santuari extraurbani: per un riesame dei dati“, in R. Ployer – D. Svoboda-Baas (a cura di), Magnis Itineribus, 2021[]
  15. M.Giacco, Chiara M.Marchetti, op.cit., pp. 351-352[]