Antonello Lopetrone, Lezione “Cerenzia: il sito dell’Antica Akerentia, tra oblio e scoperta”.

Lezione del 20-04-2018 tenuta nell’ambito del Corso di Archeologico e Storia 2018

Akerentia (Acherentia) fu un centro molto importante dall’alto medioevo nel crotonese. La felice posizione geografica e le cospicue risorse economiche assicurarono all’abitato bizantino una costante prosperità (a dispetto della cronica penuria di acqua potabile e di legname), ben oltre le soglie della conquista normanna, avvenuta nella seconda metà del sec. XI.

Come Euria (odierna Umbriatico), Isola e Belcastro Akerentia fu insignita della dignità vescovile figurando come sede suffraganea di Santa Severina, seconda provincia ecclesiastica calabrese.

L’età angioina segnò l’avvio di un lento declino della vita civile e religiosa del borgo. L’epidemia di peste del 1528 decimò la popolazione. Il Viceregno e l’età moderna furono infatti caratterizzati da una rapida e inarrestabile decadenza.

Isolata, malsana ed esposta alle scorrerie dei briganti, disertata perciò quasi sistematicamente dal vescovo e dai feudatari, Cerenzia si vide infine privata della dignità vescovile a vantaggio di Cariati nel 1818.

Di lì a pochi anni, complice lo sprofondamento del suolo verificatosi nella piazza e presso la Cattedrale fin dall’inizio del Settecento, che compromise la salubrità dell’aria già minata dagli impaludamenti del Lese, le autorità locali chiesero al governo borbonico lo spostamento dell’abitato in località Paparotto, dove, finalmente autorizzati nel 1845, subito cominciarono i lavori di costruzione e la popolazione poté di fatto trasferirsi nel 1860.

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