L’esame delle fonti epigrafiche relative alla promozione di interventi edilizi di carattere pubblico avvenuti in età romana nella regio III augustea è condotto seguendo la tripartizione proposta per le costruzioni da Vitruvio Pollione nel suo celebre trattato De Architectura. Si tratta, come noto, di una suddivisione tipologica che, esponendo la teoria urbanistica della formazione della città, rispondeva a tre esigenze di carattere funzionale.
Nella prima categoria, la defensio, rientrava l’insieme degli impianti necessari alla difesa di un centro abitato da un qualsiasi tipo di attacco esterno (mura, porte, torri, ecc.). La seconda categoria, la religio, riguardava tutti quegli edifici (templi, sacelli, are, ecc.) destinati all’amministrazione e professione del culto, realizzati secondo un ordine di simmetria e armonia architettonica che doveva cercare di riflettere la perfezione divina attraverso un’estetica impeccabile. L’ultima categoria, l’opportunitas, era sicuramente quella più ricca e variegata, raccogliendo al suo interno tutta una serie di strutture finalizzate al conseguimento dell’utile sia pubblico sia privato. Essa riguardava pertanto edifici di natura politica–amministrativa (curia, basilica,
ecc.), commerciale e finanziaria (porti, fori, mercati, ecc.), d’intrattenimento(teatri, anfiteatri, ecc.), legati alla cura del corpo (palestre, terme, ecc.) e della mente (biblioteche, scuole, ecc.) oltre che alla viabilità (strade, ponti, ecc.) e all’approvvigionamento, canalizzazione, fruizione idrica e deflusso delle acque (acquedotti, fognature, fontane, ecc.).
L’obiettivo principale di questa ricerca consiste più propriamente nel proporre un organico tentativo di sintesi delle conoscenze epigrafiche concernenti l’edilizia nei centri della Lucania e del Bruzio in età romana e, soprattutto, di rintracciare alcune tendenze caratteristiche del fenomeno edilizio circoscritto al territorio ricadente nella più meridionale delle regiones istituite da Augusto. Le dinamiche della trasformazione urbanistica delle città, fenomeno che archeologicamente è noto raggiunse il suo apice tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C., saranno focalizzate nell’arco temporale intercorso tra III sec. a.C. e IV sec. d.C., perché si sono rivelate essere spesso, anche in altri ambiti geografici, un osservatorio privilegiato di mutamenti istituzionali, sociali, economici e culturali di notevole portata.
Per la Crotoniatide sono richiamate alcune conoscenze solo per i due centri più importanti dell’epoca: Petelia (nuovo edificio cultuale in onore di I(uppiter) O(ptimus) M(aximus) – edificio dove si praticavano l’atletismo e altre attività giovanili costruito dai ginnasiarchi) e Crotone (costruzione di murum, fornix e area; edificazione di un balneum ex senatus consulto).