Alessandro Campus – Iscrizioni che non ci sono (più) (2021)

Scheda Bibliografica

Scheda Bibliografica (BDG-Biblioteca Digitale del GAK)

TitoloIscrizioni che non ci sono (più)
Autore(i)
Data rilascio2021
Contenitore, TitoloAristonothos : Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico
Riferimentin. 17/2021 pp. 277-305
Wordcat ID9118313680
TipoArticolo di periodico specializzato
Classificazioni Biblioteca GAK
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Altre Informazioni Biblioteca GAK
ID Archivio: 15962
Data inserimento: 12-01-2025 19:24
Data ultima revisione 12-01-2025 19:28
Permalink: https://www.gruppoarcheologicokr.it/biblioteca/alessandro-campus-iscrizioni-che-non-ci-sono-piu-2021/

Abstract

La scrittura, e quindi la lettura, è una finestra sul passato – personale, sociale, culturale –, su un passato che non c’è più, rivitalizzato dalla codifica e dalla decodifica del segno grafico. Nella costruzione della propria identità, il racconto di sé è un aspetto fondamentale, il racconto del proprio passato filtrato attraverso il presente in una prospettiva futura. Il racconto di noi stessi attraversa la nostra vita, unendo il passato, che raccontiamo, il presente, che viviamo, il futuro, che aspettiamo. Occorre però notare che si racconta anche se non si scrive, il racconto è prima della scrittura, la scrittura dà una forma speciale al racconto, dando profondità cronologica alla narrazione.

In questo contributo si prende in esame l’iscrizione che, secondo le fonti, Annibale lasciò nel santuario di Hera Lacinia, presso il capo Lacinio, nel territorio di Crotone, dove si fermò prima di esser richiamato in patria dal senato cartaginese, inquadrando il testo nell’ottica della propaganda annibalica in Italia.

Le fonti antiche (Polibio, Livio) la descrivono come una stele redatta in due lingue, punico e greco, ma è una iscrizione bilingue che non c’è più. Sarebbe stata una delle iscrizioni bilingui più famose nell’ambito degli studi fenicio-punici. L’articolo la inquadra nel contesto delle strategie comunicative annibaliche, riscontrabili in diversi episodi, e che “mostrano come il condottiero unisse allo sforzo militare un importante impegno propagandistico”.

Per quanto le vere intenzioni di Annibale fossero diverse, “Annibale ha perso” e “quindi “chi vince scrive la storia, quindi quello che sappiamo della stele non è quello che voleva comunicare Annibale, ma quello gli storici romani di età successiva hanno voluto comunicare di lui.

Abstract (Eng): Writing, and therefore reading, is a window on the past, on a past that no longer exists, revitalized by the coding and decoding of the graphic sign. The personal story in the construction of own identity is a fundamental aspect, the story of one’s past filtered through the present in a future perspective. Our story runs through our life, connecting the past, which we tell, the present, which we live, the future, which we await. However, it should be noted that it is told even if it is not written, the story is before the writing, the writing gives a special form to the story, giving chronological depth to the narration. This article examines the inscription that, according to sources, Hannibal left in the sanctuary of Hera Lakinia, near Crotone, where he stopped before being recalled home by the Carthaginian senate, framing the text in the perspective of Hannibal propaganda in Italy.

DOI: https://doi.org/10.13130/2037-4488/15616

Parole chiave:  Annibale, Hera Lacinia, iscrizioni bilingui, Marshall McLuhan, Orson Welles