Il flusso di idee, culti e dottrine che percorse tutto il Mediterraneo antico e in particolare la Magna Grecia in epoca arcaica e classica è noto a tutti per la sua ampiezza e ricchezza. Le colonie greche d’occidente sono state la fucina di una fitta rete di intrecci tra culti misterici, filoni sapienziali, dottrine esoteriche e iniziatiche. Un aspetto particolare di questa commistione di idee e culti è rappresentato dalla dottrina orfica che, pur avendo radici nella cultura greca, ebbe ascendenze egizie e mesopotamiche e discendenze che si irradiarono su tutto il Mediterraneo antico, manifestandosi soprattutto in Magna Grecia. Influssi culturali sono evidenti in particolare in ambito letterario con i numerosi richiami all’Enûma Elish babilonese e al Papiro Ani egizio.
Al centro di questa fitta rete di influssi reciproci e flussi di persone e culti, la Magna Grecia vide nell’orfismo enuclearsi uno degli aspetti fondamentali della sua religiosità. La diffusione dell’Orfismo in tutto il mediterraneo antico è testimoniata, tra l’altro, dal rinvenimento in vari siti funerari, sparsi dalla Magna Grecia fino a Creta e al Ponto, di oggetti particolari, le cosiddette “lamine d’oro orfiche”. Al momento sono note in tutto una ventina di queste sottili foglie d’oro, datate tra il IV e il II sec. a.C.. Tra di esse una è stata rinvenuta proprio ad Hipponion, un’altra a Petelia, cinque a Thuri, una ad Entella in Sicilia, si può dire infatti che l’orfismo fu uno degli aspetti fondamentali della religiosità dei Greci d’occidente.