Antonio Capano – Apollo nella Lucania antica e in Magna Grecia (2017)

Scheda Bibliografica

Scheda Bibliografica (BDG-Biblioteca Digitale del GAK)

Titolo Apollo nella Lucania antica e in Magna Grecia
Autore(i)
Data rilascio 2017
Contenitore, Titolo Basilicata Regione Notizie
Riferimenti n. 137-138/2017, p. 187-224
Tipo Articolo di periodico specializzato
Classificazioni Biblioteca GAK
Categorie [Cirò Marina],  [Krimisa],  [Simboli e Mitologie], 
Tag [Apollo], [Apollo Aleo],
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Altre Informazioni Biblioteca GAK
ID Archivio: 5500
Data inserimento: 02-02-2020 19:19
Data ultima revisione 04-01-2021 00:34
Permalink: https://www.gruppoarcheologicokr.it/biblioteca/antonio-capano-apollo-nella-lucania-antica-e-in-magna-grecia-2017/
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Introduzione

Apollo è una delle divinità oracolari che nel periodo arcaico, facendo tesoro dei dati pervenuti dalle navigazioni più antiche, fin dai Micenei, che hanno conosciuto le coste della penisola, assume una autorevole e temibile funzione di orientamento, non solo religioso, ma anche politico, in relazione alle rotte da seguire da parte dei primi coloni di VIII secolo a. C. di quella che diventerà la Magna Grecia. I suoi santuari hanno rappresentato rispettivamente contatti con popolazioni preesistenti, e religione ufficiale di polis.

Il santuario di Apollo a Delfi nella storia antica svolse una funzione di primo piano sia per la fede ed il riverente rispetto che si nutriva verso il potente dio sia per l’autorevolezza dei suoi oracoli, forti di informazioni assunte di prima mano da navigatori greci precoloniali come gli Eubei, riguardo alle difficoltà della navigazione, alla conoscenza di terre di riconosciuta prosperità e già abitate da tribù indigene con cui i coloni si sarebbero dovuti rapportare; con questi interagivano le popolazioni greche che dovevano intraprendere l’esperienza della colonizzazione in terre lontane, a seguito di cause varie, come epidemie, guidate da ecisti o fondatori che le fonti antiche ci hanno tramandato.

Alcuni santuari come l’Heraion del Capo Lacinio, l’Apollonion di Crimisa, l’Athenaion di Punta della Campanella, sono sorti lungo la rotta necessariamente seguita dalle navi che dall’Egeo raggiungevano, per lo stretto di Messina, il Tirreno; ed erano prossimi a convenienti approdi, e collocati in luoghi elevati, ben visibili dal mare. Tutti i loro titolari sono, come si é detto, tra i maggiori numi del pantheon greco ‘miceneo’ ed arcaico; e in quest’ultimo, se non già nel ‘miceneo’, la più recentente indagine storica inserisce debitamente anche Apollo.

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