Claudio Sabbione – Attività della Soprintendenza Archeologica della Calabria (1976)

Scheda Bibliografica

Scheda Bibliografica (BDG-Biblioteca Digitale del GAK)

TitoloAttività della Soprintendenza Archeologica della Calabria nelle Province di Reggio e Catanzaro
Autore(i)
Data rilascio1977
Contenitore, TitoloAtti del Convegno XVI di Studi sulla Magna Grecia: "Locri Epizefiri". Taranto, 3-8 Ottobre 1976
RiferimentiVol. II, p. 893-940
Casa editriceArte Tipografica - Napoli
TipoLibro
Classificazioni Biblioteca GAK
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Altre Informazioni Biblioteca GAK
ID Archivio: 9425
Data inserimento: 27-12-2020 01:23
Data ultima revisione 25-04-2023 14:58
Permalink: https://www.gruppoarcheologicokr.it/biblioteca/claudio-sabbione-attivita-della-soprintendenza-archeologica-della-calabria/

Particolarmente dettagliata è la relazione che nel 1976 Claudio Sabbione ha proposto per Crotone e la Crotoniade nell’ambito del Convegno di Studi sulla Magna Grecia, svoltosi a Taranto nel 1976.

Mentre negli altri anni i relatori hanno riferito degli aggiornamenti sulle ricerche e rinvenimenti solo dell’ultimo anno, qui invece viene fatta una ricognizione molto più ampia di quasi tutti i siti archeologici noti per la Crotoniatide.

NOTA di Domenico Marino: A distanza mi molti anni dalla pubblicazione molte considerazioni ed ipotesi di Sabbione devono essere aggiornate alla luce dei risultati di tante ricerche archeologiche. Tra tutte, segnalo il percorso difensivo che ora sappiamo chiudesse a Sud in corrispondenza del Cimitero di Crotone e, a Nord, al Torrente del Passovecchio, quanto meno nella fase di IV sec. a. C.
Altra ipotesi da rivedere, la proposta di Sabbione di collocare l’Acropoli di Kroton sul colle di Santa Lucia che è invece una piazzaforte militare, fin dal VI sec. a. C., a difesa del settore meridionale della città.
L’Acropoli era, senza dubbio, collocata nell’area ora occupata dalla città murata medioevale e dal Castello.
La descrizione di Livio si riferisce ad un momento in cui le grandi mura di Kroton erano certo ancora visibili, ma la maggior parte della grande città era ormai abbandonata e ridotta a campagna, dominata dai forse ancora imponenti resti dell’acropoli, ormai “vergens in agrum”.