D.Marino, C.Colelli – Crotone Via Achille Grandi – FASTI – AIAC_3656 (2014)

Scheda Bibliografica

Scheda Bibliografica (BDG-Biblioteca Digitale del GAK)

TitoloCrotone Via Achille Grandi
Autore(i)
Data rilascio2014
Contenitore, TitoloFastiOnline Excavation
RiferimentiAIAC_3656
TipoPagina web
Classificazioni Biblioteca GAK
Categorie [Crotone],  [Kroton, la polis], 
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Altre Informazioni Biblioteca GAK
ID Archivio: 13351
Data inserimento: 27-12-2022 03:01
Data ultima revisione 27-12-2022 03:01
Permalink: https://www.gruppoarcheologicokr.it/biblioteca/d-marino-c-colelli-crotone-via-achille-grandi-fasti-aiac_3656-2014/

Tra giugno e settembre 2014 sono proseguiti gli scavi nel quartiere Fondo Gesù (3° traversata via Achille Grandi), nel comune di Crotone. Gli scavi sono iniziati nel 2013 in seguito al ritrovamento di strutture archeologiche e stratigrafiche, individuate durante i lavori di costruzione. L’area in questione è situata alla destra del fiume Esaro (l’antico Aisaros), poco distante dalla foce del fiume. Data la posizione topografica ed i materiali rinvenuti (amo, pesi per reti da pesca), si può ipotizzare che l’area fosse collegata ad infrastrutture portuali, anche se a sud-ovest dell’acropoli è stato individuato l’antico porto di Kroton.

Gli scavi hanno individuato una serie di muretti a secco realizzati con scaglie di arenaria, formanti ambienti ben definiti e delimitati, sul bordo orientale, da un battuto stradale con orientamento più o meno nord-ovest/sud-est. Queste testimonianze, solo parzialmente esposte e non indagate, si inseriscono nell’impianto urbanistico della città greca: infatti l’allineamento delle strutture e della strada era esattamente parallelo agli stenopoi già osservati in altre trincee del circondario (Istituto G.V. Gravina, Autostazione Romano, zona Acquabona), ed in generale in tutto il settore centrale della polis. I reperti indicano che l’area era già occupata contemporaneamente alla fondazione dell’apoichia achea (720-710 a.C.), o almeno negli anni immediatamente successivi.

Uno studio preliminare delle ceramiche più antiche provenienti dagli strati inferiori sovrastanti sabbia sterile – sembrano attribuibili a coppe di tipo Thapsos o sub-Thapsos. Il VII secolo a.C. i materiali erano più facilmente databili ea questo periodo è da attribuire la formazione e il probabile abbandono dei livelli inferiori.

La ceramica era di importazione greca, principalmente corinzia e numerosi frammenti di coppe filettate attribuibili a varie botteghe locali ed esterne. Le strutture e i materiali indicano un’occupazione continua durante i periodi arcaico e classico. Le ultime fasi di occupazione antica sono attestate da frammenti di ceramica a vernice nera, databili in pieno periodo ellenistico, e da una piccola moneta di bronzo della zecca di Kroton databile entro la fine della seconda guerra punica (218-202 a.C.). Tale datazione è in accordo con quanto si sa dalla contrada e dalla vicina zona Acquabona (scavi D. Marino 2011). La presenza di materiali databili alla fase di transizione tra epoca medioevale e moderna (ceramica graffita policroma) attesta una nuova occupazione dell’area in questo periodo, quando probabilmente si verificò il parziale sconvolgimento della stratigrafia superficiale dell’area.

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