Crotone ha sempre goduto, sin dall’epoca della sua fondazione, del miglior porto naturale esistente lungo la rotta che collega Taranto a Reggio Calabria. La sua ininterrotta importanza per la navigazione è testimoniata non solo dalla favorevole posizione geografica della città e dai ripetuti accenni che compaiono nelle fonti, ma anche dal fatto che in età altomedievale, quando il litorale jonico della Calabria vedrà un graduale arretramento delle popolazioni litoranee verso le meglio difendibili aree montuose dell’interno, Crotone resterà, insieme alla città dello Stretto, l’unica fondazione greca a non venire mai abbandonata.
Al fine di raccogliere dati utili a ricostruire l’antica conformazione del territorio costiero, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, per il tramite della Direzione dell’Ufficio Territoriale e del Museo Nazionale Archeologico di Crotone, ha avviato nel corso dell’estate 2009 una prima campagna di prospezioni subacquee lungo gli 8 km di costa compresi tra la scogliera esterna del molo del Porto Vecchio di Crotone e località La Tonnara, sino a raggiungere il limite di riserva integrale dell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”.
I risultati dei lavori presentati nella pubblicazione “sono da considerarsi un primo tentativo di interpretare i dati disponibili sulla conformazione del porto e l’andamento della linea di costa antica, dati che andranno integrati con i risultati delle ricerche che si prevede di effettuare nel corso dell’estate 2010“.