I rinvenimenti editi del Bronzo antico della Calabria sono piuttosto scarsi, e riguardano
perlopiù giacimenti in grotta o manufatti bronzei fuori contesto. La relazione espone i dati provenienti da due progetti organici di ricerca territoriale, quelli del Promontorio di Tropea e della Calabria centro-orientale, che apportano novità di grande rilievo per l’analisi cronotipologica e dell’insediamento.
Particolarmente significativa risulta l’identità delle sequenze in entrambe le aree, ed in particolare la convergente individuazione di un ciclo culturale ben definito, posteriore a manifestazioni eneolitiche con ceramiche a squame, vasi a fiasco ansati, bicchiere campaniforme e ornati a file di punti, ma anteriore all’aspetto calabrese della facies di Rodì-Tindari, aspetto parallelizzabile al protoappenninico. Nell’ambito del ciclo culturale in discorso sono state individuate due facies: la più antica, facies di Zungri-Corazzo, con affinità nella facies di Cetina e nel protoelladico III, e presente con importazioni in contesti delle prime fasi castellucciane, e dunque collocabile tra la fine del lil e forse ì primi inizi del II millennio (all’incirca tra 2300/2200′ e 2000/1900 a.C); la seconda, facies di Cessaniti-Capo Piccolo1, che può essere parallelizzata con la facies di Palma Campania e il mesoelladico, e collocata approssimativamente tra 2000/1900 e 1800/1700 (le oscillazioni dipendono in gran parte dai dubbi che tuttora persistono sulla datazione dell’ eruzione di Palma Campania). Un terminus ante quem per questa seconda facies è costituito dalle importazioni egee di Capo Piccolo, che iniziano – fin dalle primissime fasi del Tardo Elladico – solo a partire dagli strati della facies di Rodì-Tindari, che succedono a quelli della facies di Cessaniti-Capo Piccolo.
Note
- Sull’insediamento di Capo Piccolo è disponibile la pubblicazione tecnica di Domenico Marino, L’insediamento dell’Età del Bronzo di Capo Piccolo, 2000[↩]