Libro scritto da Felice Caivano, avvocato crotonese (1836–1884) che ha esercitato la sua professione a Napoli, noto soprattutto per aver fondato a Crotone nel 1873 l’Accademia Pitagorica avente come organo di riferimento il periodico “Il Pittagora”.
L’opera, dedicata al padre Giuseppe, richiama nell’incipit un pensiero attribuito a Pitagora: “Quello che non sa quello che deve sapere é bruto tra li bruti. Quello, che non sa più di quello che gli bisogna è uomo tra i bruti. Ma quello che sa ciò che si può sapere, è un Dio tra gli uomini“.
Il suo obiettivo era di presentare ai concittadini cotronesi “una completa Storia che tale non possedevano e che la maggior parte di essi ignoravano affatto“.
Dopo una breve introduzione dedicata alla storia della Magna Grecia, espone, nella prima parte, la Storia di Kroton, espressione della cultura erudita del tempo, sintesi di citazioni ed letterarie e mitologiche, esposta in forma tale da esaltare la grandezza della città Magno Greca.
La seconda parte, piuttosto ampia, è dedicata a Pitagora ed ai Pitagorici.
La terza parte si occupa della storia di Cotrone tra l’età moderna e quella che per lui era la contemporaneità.