I primi scavi regolari nell’area del santuario di Hera Lacinia a Crotone si ebbero tra il dicembre del 1887 e il gennaio del 1888 ad opera di due americani Clarke e Emerson, per conto dell’American Institute of Archeology. Ma una vertenza sulla legittimità delle autorizzazioni in loro possesso provocò l’improvvisa sospensione dello scavo ed il reinterro dei sondaggi e dei reperti, tra cui una testa e vari frammenti di marmo.
Ritrovamenti occasionali, facenti parte di collezioni private locali, oggi confluiti nel Museo Nazionale di Crotone e di Capocolonna, furono pubblicati nel 1897 dallo studioso tedesco Friedrich Von Duhn 1, il quale riportava la notizia che gli archeologi americani avessero occultato gli oggetti trovati in una non precisabile cava di pietra; a tutt’oggi quest’informazione non è nè confermata nè smentita.
Von Duhn fece domanda al governo italiano di potere eseguire degli scavi, ma la richiesta non venne accolta perchè vi si sarebbe opposto Paolo Orsi, che era giunto da poco in Calabria per gestire la Soprintendenza, scavi che poi egli iniziò nel 1910 2.
Il documento qui pubblicato fa un resoconto di cosa il Von Duhn ha visto non solo al tempio di Hera, presso le abitazione dei notabili locali, ma anche nella polis e nella chora.
Per la consultazione sono segnalati questi indirizzi:
- il testo originale presso la L’Emeroteca Digitale della Biblioteca Nazionale Braidense (BNB), che però è di difficile consultazione in quanto pubblicato in un formato elettonico poco diffuso, per il quale occorre installare un apposito programma;
- la consultazione su Google Books
- una versione estratta dalla BNB e convertita in un ordinario formato pdf, di migliore qualità, resa disponibile sulla Biblioteca Digitale del GAK