I Dinomenidi furono una dinastia di tiranni greci di Sicilia (Gela e Siracusa). Essi presero il nome dal capostipite, Dinomene, vissuto verso il VI sec. a.C., il quale ebbe quattro figli: Gelone, Gerone I, Polizelo e Trasibulo. La fine del loro dominio venne ufficialmente attestata nel 465 a.C. con la fase rivoluzionaria che portò all’esilio del figlio minore di Dinomene.
Il conflitto dei Dinomenidi con Crotone, si concentra intorno tra il 484 ed il 475 a.C., quando era Crotone era la maggiore potenza della Magna Grecia, ma nello stesso in difficoltà per contrasti interni legati alla gestione delle terre conquistate ai Sibariti, e per i dissidi contro i Pitagorici. Principale artefice Geróne o Ieróne (morto nel 467 o 466 a.C.), tiranno di Gela dal 485 o 484 a.C., al 478 o 477 a.C. e, successivamente, tiranno di Siracusa, fino alla morte.
Le ostilità iniziano quando, sotto Gelone e come esposto da Pausania, i Crotoniati hanno una violenta reazione contro il loro concittadino Astilo, che per due volte consecutive nelle olimpiadi del 484 e del 480 si era proclamato siracusano.
Gelone interviene in Magna Grecia in favore di Locri verso la conquista di Temesa, mentre il suo successore Gerone riceve la richiesta di aiuto dei Sibariti, che tentavano di rifondare la città ostacolati da Crotone.
Temesa dopo la sconfitta di Sybaris, nel periodo 510-480 circa, era stata sotto il controllo politico ed economico di Crotone. “La conquista locrese di Temesa va pertanto considerata necessariamente frutto di una vittoria di Locri su Crotone”.
L’estensione dell’influenza di Locri sul Tirreno determinò l’indipendenza di Terina, unica colonia tirrenica di Crotone, come sembra dimostrato dal fatto che Terina abbia incominciato ad emettere intorno al 480 circa proprie e autonome serie monetali a doppio rilievo.
Intanto nel 476/5 un gruppo di esuli di Sybaris tenta di rifondare la città. Tuttavia Crotone reagisce prontamente ponendo Sibari sotto assedio. A questo punto i Sibariti chiedono aiuto a Siracusa già attiva in Italia a favore di Locri e contro Reggio. Anche per liberarsi del fratello minore a Polizelo, Gerone lo invia nella spedizione bellica in favore dei Sibariti. Ma Polizelo intuendo le oscure intenzioni del fratello si rifiutò di partire e andò a rifugiarsi presso il tiranno di Akragas.