Riassunto. Alla luce delle più recenti scoperte effettuate in Magna Grecia, è oggi possibile tentare un aggiornamento delle tematiche riguardanti l’architettura degli Achei d’Occidente, in linea con l’impostazione fornita da Dieter Mertens.
Da un lato, i ritrovamenti dei contesti della Sibari arcaica effettuati sotto la plateia di Thurii/Copia tra Porta Nord e Parco del Cavallo, dall’altro, nuove e vecchie scoperte avvenute nell’abitato di Crotone e nel limitrofo Santuario di Hera Lacinia consentono di avere un quadro più organico da mettere a confronto con le problematiche terrecotte architettoniche provenienti dai santuari di Olimpia e Delfi che Christian Le Roy nel 1967 aveva intuitivamente (e giustamente} attribuito a produzioni di fabbriche occidentali, pur non usufruendo all’epoca di un riscontro diretto e puntuale.
Per quanto sporadiche, le attestazioni oggi disponibili forniscono elementi per tentare di definire in modo più esauriente quella fase alto-arcaica dell’architettura achea che, rivelando un’attività dinamica e strettamente interconnessa tra gli ambienti sibarita e crotoniate, dimostra un carattere ben più maturo di quanto potesse apparire un tempo.