Per quanto brevi siano state le campagne di scavo delle Murge, hanno evidenziato l’importanza del sito per un periodo di tempo considerevole.
Non capita spesso che un insediamento dell’età del ferro al confine con una grande colonia greca (per le Murge si tratta di Kroton) sia sopravvissuto alla fondazione della nuova città. Ricordiamo la cancellazione di molti habitat quando gli Achei arrivarono a Sibari. Ma sulle Murge la situazione è diversa: il riflesso dei primi contatti tra greci e non greci (Chones?) compare dal VII secolo, nella tomba 1, dove i vasi realizzati al tornio servono un rituale tradizionale (cremazione secondaria) e sono accanto a mobili caratteristici dell’età del ferro. Sembra quindi che l’insediamento dei coloni a Crotone non abbia comportato profondi cambiamenti, almeno per gli habitat situati a nord del Neto.
I rapporti di vicinato con Crotone e scambi che gli abitanti delle Murge con i coloni moltiplicati nel corso del VII° secolo sono evidenziate in molti reperti di Corinto. Al di là dei prodotti dell’artigianato greco, cioè delle forme di vita materiale, vediamo che sulle Murge nei reperti funerari si riflettono modelli culturali greci, e questo anche nel campo dell’espressione religiosa che assume un aspetto ellenico: l’ex -voti ricevuti all’inizio del VI secolo dalla dea che domina il monte non differiscono in alcun modo da quelli offerti nei santuari delle divinità femminili di Crotone.
Finora un’area unica, ma molto estesa, ha restituito tombe del V secolo. Si tratta di un’importante necropoli, apparentemente discendente da ovest a est, una piccola area di cui abbiamo esplorato nel 1988.
Non v’è attualmente alcuna indicazione di un cambiamento rilevato nel V secolo, una rottura che avrebbe colpito questi rapporti di vicinato verso la metà del V° secolo. Successivamente avviene un cambiamento radicale. Una possente muraglia protegge poi un raggruppato habitat sulla parte più alta delle Murge, tra le altezze 350 e 409, nei pressi del santuario. Un secondo muro a quota più bassa (circa 300/310) racchiude un vasto spazio che non ha ancora rivelato tracce di occupazione. Infine, più in basso, una terza linea di fortificazione estende nel settore NE la brutale frattura del terreno che, nel settore SE, fornisce una difesa naturale. L’ingresso unico a questa possente fortezza si trova a circa 250 m, nel punto d’incontro tra l’estremità settentrionale del burrone e l’estremità meridionale della linea di difesa artificiale.
Come datare questo formidabile apparato difensivo? Vi sono reperti di epoca anteriore al IV secolo che non aiutano a capire, ma le analogie con numerose fortificazioni dei lucani e bretti del IV secolo portano ad una più probabile cronologia che ben si accorda con la secessione dei Brettii del 356 a.C.
In conclusione, i reperti non lasciano certezze sull’identificazione dell’habitat delle Murge, ma piuttosto interrogativi. Le possibilità che si tratti della città di Macalla ,leggendaria fondazione di Filottete, al suo ritorno da Troia, che un testo dello Pseudo-Aristotele colloca a 120 stadi da Crotone, restano molto alte. L’ipotesi che identifica le Murge con Macalla è rafforzata dall’eccezionale ricchezza archeologica e la lunga durata di questo centro.