L’indagine epigrafica riguarda il frammento di lamina bronzea venuto alla luce nel corso di scavi effettuati nel 2002 dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Calabria in loc. lardini di Renda, nella piana di S. Eufemia, in un lembo di abitato del IV secolo a.C. Le lettere sono quelle dell’alfabeto arcaico in uso nelle colonie achee, databile agli inizi del V secolo a.C..
Il luogo del rinvenimento non è distante dall’abbazia di S. Eufemia Vetere da dove proviene un’altra lamina bronzea, contenente un testamento, iscritta del IV secolo acquistata da Paolo Orsi all’inizio del ‘900. Quest’ultima menzionando i magistrati era da ritenersi conservata in un edificio pubblico di una polis, da riferirsi a Terina, la colonia di Kroton – fondata nella prima metà del V secolo a.C., presumibilmente dopo la vittoria di Crotone su Sibari del 510 a.C. Con la fondazione di Terina Kroton intendeva estendere il proprio dominio sulla costa tirrenica e garantirsi il completo controllo dell’istmo di Catanzaro, assicurato già, sulla costa ionica, dal controllo di Skylletion.
La lamina oggetto dello studio utilizza un alfabeto acheo, come quello in uso a Crotone. L’ultima riga del resto menziona il demiurgo, quale magistrato eponimo di Terina; ciò riconduce ancora una volta a Crotone, al suo territorio ed alle sue subcolonie.
Infatti, tale figura di magistrato è nota per una lamina (fine del IV-inizio del III sec.) proveniente dai margini del santuario di Capocolonna, ma anche per altre 3 laminette bronzee del territorio crotoniate, tutte databili al V secolo (la donazione di Cirò, quella di Caulonia, la terza da riferire a Petelia-Strongoli), con il quale il demiurgo ratifica delle scritture private. Uno dei signficati del termine demiurgus, gr. δημιουργός è proprio quello di indicare una magistratura cittadina o federale, per lo più collegiale, che trattava questioni d’interesse pubblico 1.
Il luogo di ubicazione di Terina nei secoli passati era sconosciuto; fu F. Lenormant a proporne l’ubicazione nelle vicinanze dell’odierna S. Eufemia Vecchia, anche se non mancavano ipotesi di luoghi assai più nell’interno, quali l’odierna Tiriolo, a 540 m.s.l.m. Sulla storia della città si hanno scarsissime notizie: ma le sue splendide monete, che cominciano solo dopo qualche decennio dalla sua fondazione, attestano la grande floridezza da essa raggiunta nel corso del sec. V. Verso la fine di questo secolo fu forse in guerra con Turii; e, in seguito, fece parte di quella Lega Italiota, che combatté contro i Lucani e contro Dionisio di Siracusa (v. magna grecia): e sotto il predominio siracusano rimase finché, venuta meno la potenza di quei tiranni, cadde preda dei Bruzî (circa 350 a. C.). Passata poi sotto il dominio romano, fu distrutta da Annibale nel 203 a. C., né più risorse 2.
Gli scavi condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria a partire dal 1997 in località Iardini di Renda di Sant’Eufemia Vetere hanno portato al ritrovamento di una maglia ortogonale scandita, secondo i canoni greci, da un sistema viario di cui al momento sono state individuate due plateiai, tra loro parallele, che danno luogo a isolati, all’interno dei quali si sono realizzate le unità residenziali dell’abitato 3. All’interno del singolo isolato sono emerse strutture murarie che definiscono diverse aree all’interno dei medesimi edifici, alcune delle quali adibite ad abitazione mentre altre, probabilmente, utilizzate come sede di attività lavorative ed artigianali, riprendendo un modello urbanistico diffuso in molti siti magnogreci del periodo ellenistico. Le fondazione delle abitazioni sono state realizzate grazie all’uso di ciottoli di fiume, le pareti erano realizzate in mattone crudo e le coperture con tegole legate da coppi. Alla struttura regolare delle abitazioni di cui sopra si sono poi sovrapposte modifiche e cambiamenti probabilmente frutto delle vicende alterne che hanno caratterizzato i tre secoli di vita della città.
La lamina non fa che confermare la localizzazione della colonia krotoniate nel luogo di rinvenimento della stessa.