In passato è stato spesso attribuito alle comunità calabresi – e in particolare a quelle della cosiddetta
“facies delle tombe a fossa” – un livello di complessità socio-politica inferiore rispetto alle comunità di tipo “villanoviano” dell’Etruria e della Campania.
Se da un lato in molte parti della Calabria non si è verificato un generalizzato passaggio a forme insediative protourbane, non mancano però rilevanti processi di cambiamento verso la complessità. All’inizio del primo Ferro si registra, in base ai dati di Torre Galli, la formazione di comunità organizzate per famiglie estese formalmente di pari dignità sociopolitica, in quanto partecipanti a pieno titolo alla difesa collettiva. Nel corso della fase 1 e soprattutto nella fase 2 del primo Ferro si assiste a un progressivo aumento del grado di specializzazione delle produzioni artigianali e di differenziazione socioeconomica.
In alcune aree vengono inoltre messi in atto processi di transizione verso un modulo territoriale analogo a quello che può essere definito ‘protourbano minore’, caratterizzato da centri di 40-60 ettari.
Tra i centri esaminati l’importante sito di Le Murgie di Strongoli.