Margherita Corrado – Magazzini per grano e formaggi del suburbio di Cotrone, XVI-XIX secolo (2015)

Scheda Bibliografica

Scheda Bibliografica (BDG-Biblioteca Digitale del GAK)

TitoloI magazzini per grano e formaggi del suburbio di Cotrone: architetture specializzate al servizio del commercio marittimo nel Sud Italia (XVI-XIX secolo)
Autore(i)
Data rilascio2016
Contenitore, TitoloAtti FOOD AND THE CITY Il cibo e la città VII Congresso Aisu Milano-Padova 2-5 settembre 2015
TipoAtto di convegno
Classificazioni Biblioteca GAK
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Altre Informazioni Biblioteca GAK
ID Archivio: 10547
Data inserimento: 29-01-2021 14:37
Data ultima revisione 29-01-2021 14:38
Permalink: https://www.gruppoarcheologicokr.it/biblioteca/margherita-corrado-magazzini-per-grano-e-formaggi-del-suburbio-di-cotrone-xvi-xix-secolo-2015/

Parole chiave: Calabria, Crotone, porto, silos, magazzini, grano, formaggi

Il territorio agricolo che circonda Crotone su tre lati – ad Est la città si affaccia sullo Ionio -, spetta al distretto territoriale che dal Medioevo porta il nome di Marchesato, esplicito richiamo alla breve signoria crotonese dei Ruffo. Alle spalle della stretta pianura litoranea corrente sui lati sud e est, vi s’innalzano i modesti rilievi collinari di natura argillosa che preludono ai primi contrafforti dell’altopiano silano, incisi entrambi dai fiumi Neto (a Nord) e Tacina (a S/O). La vocazione cerealicola di detto territorio, conteso da qualche sparuto uliveto solo a partire dal XIX secolo, e in modo più incisivo dopo la metà del XX, ne ha fatto storicamente una enorme granaio il cui surplus, oltre a soddisfare le esigenze calabresi, fu destinato di preferenza all’esportazione fuori dai confini regionali. In età moderna la cosiddetta “estrazione” era diretta in primo luogo a Napoli, perché lo Stato potesse soddisfare i bisogni alimentari della plebe.

Nella Cotrone dei secoli scorsi coabitarono perciò i produttori, cioè i maggiori proprietari terrieri (esponenti della nobiltà e degli enti religiosi locali), e i grandi mercanti dediti alla vendita di frumento, orzo e segale sui mercati extraregionali. Costoro svolgevano anche un importante ruolo di mediazione, trattando con i compratori napoletani (ma anche siciliani, liguri, francesi, olandesi)[1] e i partitari della Regia Corte che acquistavano per rifornire le truppe. Alle transazioni commerciali legate ai grani, e dal primo Settecento anche ai formaggi, questi ultimi di preferenza diretti alla Capitale ma destinati ai ceti medio-alti[2], si deve, dunque, molta parte dell’ininterrotta vitalità commerciale dello scalo calabrese, strategico per ragioni economiche non meno che militari.


[1] Cfr. C.G. Severino, Crotone. Da polis a città di Calabria, Roma, Gangemi Editore, 2011, pp. 70-72,

[2] Cfr. A. Pesavento, Produzione e commercio del formaggio a Crotone dal Cinquecento al Settecento, in http://www.archiviostoricocrotone.it/ambiente-e-paesaggio/produzione-e-commercio-del-formaggio-a-crotone-dal-cinquecento-al-settecento/.