
ABSTRACT: Nel gennaio 2017 a conclusione di una complessa e articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone, dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, coadiuvati dai colleghi del Comando Provinciale di Crotone e dall’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia e con l’ausilio di unità cinofile, è stata disarticolata nel crotonese un’organizzazione criminale dedita allo scavo clandestino e al traffico illecito di reperti archeologici.
Le indagini, iniziate nell’ottobre 2014 a seguito dei numerosi scavi clandestini rilevati in alcuni siti del crotonese e in particolare nell’area archeologica di Capo Colonna, si sono concluse nell’ottobre 2015, consentendo l’identificazione dei componenti di una ramificata e ben strutturata associazione per delinquere che gestiva tutte le fasi del traffico, dallo scavo alla vendita ai collezionisti.
Le fasi degli illeciti sono state accertate e documentate grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, riprese video e pedinamenti, arresti in flagranza di reato e sequestri che hanno permesso di individuare una fitta e collaudata rete di contatti, capace di gestire i reperti archeologici trafugati immettendoli senza difficoltà sul mercato clandestino e reperendo così cospicui guadagni. Sono cinquantadue le persone indagate e che hanno avuto un proprio ruolo all’interno dell’associazione criminale.
Nel 2018 è iniziato il processo che attualmente è ancora in corso. La presente ricerca si propone di illustrare, attraverso lo studio e l’analisi dell’Ordinanza di misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Crotone, i fatti che hanno portato ai vari provvedimenti e il lavoro svolto dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza nell’Operazione “Tempio di Hera”.