Paolo Poccetti – Lingue sabelliche (2020)

Scheda Bibliografica

Scheda Bibliografica (BDG-Biblioteca Digitale del GAK)

TitoloLingue sabelliche
Autore(i)
Data rilascio2020
Contenitore, TitoloPalaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua
Riferimentihttps://doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.399; pp. 403-494
Wordcat ID8812301958
TipoArticolo di periodico specializzato
Classificazioni Biblioteca GAK
Categorie [Linguistica], 
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Altre Informazioni Biblioteca GAK
ID Archivio: 13776
Data inserimento: 12-05-2023 11:17
Data ultima revisione 12-05-2023 11:34
Permalink: https://www.gruppoarcheologicokr.it/biblioteca/paolo-poccetti-lingue-sabelliche-2020/

La definizione ‘lingue sabelliche’ è di creazione relativamente recente, ed è “comprensiva delle facies linguistiche cosiddette osco-umbre di attestazione più recente (IV-I secolo a.C.) e di quelle sabelliche arcaiche testimoniate dall’inizio del VI secolo a.C. al V a.C”1.

Parlare lato sensu di lingue sabelliche serve a distinguere questo specifico gruppo linguistico dalle varietà finitime latino-falische con cui viene tradizionalmente accomunato sotto l’etichetta di lingue italiche.

Si tratta di lingue facenti parte della famiglia linguistica indoeuropea attestata nell’Italia continentale da metà del I millennio a.C. ai primi secoli del I millennio d.C.

La documentazione pertinente a queste lingue consta di circa 1000 iscrizioni di lunghezza variabile, da poche lettere ad alcune centinaia di parole redatte in diversi alfabeti: quelli cosiddetti nazionali di matrice etrusca, quelli di origine greca in Italia meridionale e, in età recente, di origine latina.

L’area occupata dalle lingue sabelliche è la più vasta rispetto a quella occupata da altre lingue preromane dell’Italia antica. Questa confina a nord-ovest con l’Etruria, lungo il corso del Tevere, e si estende in Italia centromeridionale con propaggini che arrivano in Sicilia (Mamertini). Si escludono il Latium Vetus, zona propriamente latina, e il Salento, dove si parlava la lingua messapica. Le estremità più settentrionali dell’area sabellica, attualmente, coincidono con l’Umbria, la Sabina e il Piceno, mentre quelle più meridionali, con la Lucania e la Calabria.

Immagine da Paolo Poccetti, Lingue sabelliche, 2020, p. 405

L’apparire di iscrizioni osche in fondazioni coloniali greche tra IV e III secolo della Lucania e della Calabria (es. Hipponion, Caulonia, Crotone, Laos, Poseidonia, Messina) segnala l’affermazione del peso sociale e del ruolo politico assunto dalle componenti anelleniche in quei contesti“.

I fortissimi legami tra i Latini e i popoli sabellici dal punto di vista linguistico sono evidenti nei fenomeni di interscambio e assimilazione legati alla koinè italica, di cui fa parte anche l’etrusco, che si sono stratificati nelle lingue per secoli. Tuttavia, in particolare in seguito alla guerra sociale (91-88 a.C.), l’evento simbolo della rottura definitiva delle relazioni pacifiche tra Roma e i popoli sabellici, la documentazione delle lingue sabelliche ha iniziato a diradarsi, le varietà alfabetiche locali sono ormai del tutto scomparse perché sostituite dall’alfabeto latino e la documentazione linguistica sabellica è sempre più sbiadita e assimilata alla lingua sociolinguisticamente di maggior prestigio: il latino.

Riassunto:
La documentazione delle lingue sabelliche consiste di circa 1000 testi epigrafici,
compresi tra il VII e il I secolo a.C., di estensione variabile da una sola lettera a circa 3000
parole, oltre a meno di 50 glosse di fonti greche e latine. L’intera storia di questo gruppo di
lingue è caratterizzata dalla dialettica tra unità e dalla varietà riguardo sia ai rapporti con le
lingue indoeuropee d’Italia sia alle più spiccate convergenze con il latino sia ai contatti con
lingue prossime (greco ed etrusco). Di conseguenza restano aperti numerosi problemi relativi
alla loro definizione e classificazione e al loro impatto nella storia del latino. La dinamica tra
unità e varietà caratterizza anche i rispettivi sistemi alfabetici non solo nello spazio, ma anche
nel loro sviluppo diacronico.

Parole chiave:
Lingue Sabelliche. Sviluppo Diacronico. Molteplicità alfabetiche. Contatto Linguistico. Impatto sul Latino.

Abstract:
The documentation about Sabellian languages consists of about 1000 inscriptions,
ranging from only one alphabetic sign to over 3000 words, and dates back to the period
between the 8th and the 1st c. BCE. We also have c. 50 glosses from Greek and Latin sources. The
Sabellian languages are typically featured by combining unity and variety with respect to the
I.E. languages outside Italy, to special convergences with Latin and long-lasting contacts with
the neighboring languages (Greek and Etruscan). Consequently, diverse problems are raised
about their definition and classification under different points of views as well as with regard to
their impact on the history of Latin. Culturally, combination of unity and variety also feature
the alphabetic systems in both geographical and evolutionary perspectives.

Keywords:
Sabellian languages. Diachronic changes. Alphabetic multiplicity. Language
contacts. Impact on Latin.

Note

  1. Le lingue sabelliche | Il progetto | Lingue e culture dell’Italia antica: linguistica storica e modelli digitali – PRIN | UniFI, su www.prin-italia-antica.unifi.it[]