Roberta Belli – Note sul gruppo bronzeo di Manio Megonio Leone e dei suoi famigliari a Petelia (2014)

Scheda Bibliografica

Scheda Bibliografica (BDG-Biblioteca Digitale del GAK)

TitoloMunificus erga patriam suam. Note sul gruppo bronzeo di Manio Megonio Leone e dei suoi famigliari a Petelia
Autore(i)
Data rilascio2014
Contenitore, TitoloKroton. Studi e ricerche sulla polis achea e il suo territorio
Riferimenti395-406
Wordcat ID885022697
ISBDIEI0382076
TipoParagrafo di Libro
Classificazioni Biblioteca GAK
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Altre Informazioni Biblioteca GAK
ID Archivio: 13155
Data inserimento: 02-11-2022 01:13
Data ultima revisione 12-05-2023 12:00
Permalink: https://www.gruppoarcheologicokr.it/biblioteca/roberta-belli-note-sul-gruppo-bronzeo-di-manio-megonio-leone-e-dei-suoi-famigliari-a-petelia-2014/
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Kroton. Studi e ricerche sulla polis achea e il suo territorio, a cura di R. Spadea. (Atti e Memorie della Società Magna Grecia, Quarta Serie V (2011-2013))

A partire dal XIV secolo nel comune di Strongoli (l’antica Petelia) sono stati rinvenuti basi marmoree e frammenti di statue in bronzo, oggi conservate nella Cattedrale di Strongoli e nel Museo Archeologico Provinciale di Catanzaro. Le basi e le statue in bronzo sono state parte di un gruppo familiare onorario di Manius Megonius Leo, ricco proprietario terriero vissuto durante il regno dell’imperatore Antonino Pio.

Il gruppo consisteva in una statua equestre e due statue in piedi di Manius Megonius Leo oltre alle statue della madre e della moglie di quest’ultimo; le statue furono poste dal collegio degli Augustales, dai magistrati locali e da tutti gli abitanti.

Manius Megonius Leo ricoprì importanti cariche pubbliche nel comune locale e fu sempre magnanimo verso i suoi connazionali, attraverso una serie di lasciti, in suo onore, della madre e della moglie, citati in alcuni capitoli del suo testamento, che erano stati incisi su due dei cinque basi conservate. La dedizione ai gruppi familiari era comune nei comuni dell’Impero Romano; questi gruppi avevano lo scopo di celebrare le più importanti famiglie locali, ma rappresentavano anche un’occasione per arricchire il disegno urbano, raggiungendo talvolta un rilievo particolare grazie alla duplicazione delle immagini delle persone rappresentate. Inoltre, il collocamento privato delle statue onorarie era regolato da leggi precise, come dimostra la clausola posta in calce alle iscrizioni conservate, riferita alla concessione da parte del Senato locale del luogo dove dovevano essere esposte le statue. Particolare rilievo è stato posto nella dedica della statua equestre, che rappresentava Manio Megonio in un atteggiamento tipico di dinasti e condottieri.

Il presente contributo intende confrontare le informazioni fornite dalle iscrizioni sui basamenti con l’esame dei resti delle statue, al fine di tentare di ricostruire pratiche e modalità a cui il gruppo fu dedicato e costruito nella città antica.

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