Questo contributo è stato presentato al Convegno Internazionale Cibo per gli uomini, cibo per gli dei. Archeologia del pasto rituale, Piazza Armerina, 5-8 maggio 2005. Se ne fornisce ora una versione aggiornata.
Il consumo di pasti rituali collettivi è un aspetto del culto ampiamente praticato in ambiente greco e il suo studio riguarda non solo l’esame delle pratiche rituali propriamente dette, ma anche delle strutture architettoniche destinate all’uso presenti all’interno dei santuari.
L’Hestiatorion, un termine poco ricorrente nelle fonti letterarie e nei documenti del periodo arcaico e classico, designa appunto la sala da banchetto, ed è ancora oggi usato con tale accezione. L’attenta disamina dei testi epigrafici di Delos condotta dalla Hellmann ha mostrato, infatti, che una sala per banchetti può essere stata designata in antico con i termini hestiatorion, exedra, oikos. Secondo la studiosa, tra i tre, inaspettatamente, il termine hestiatorion non è il più rappresentato nei documenti epigrafici, né a Delos, né altrove. Più spesso, infatti, gli sono stati preferiti i termini oikos, ma anche èdrai, èdrana (sedili), klismòi (letti) o anche exedra 1.
Gli animali sacrificati sull’altare, venivano consumati dai fedeli su tavolate allestite all’aperto oppure negli hestiatoria. Sono edifici comprendenti una serie di stanze quadrate che si aprono intorno a un cortile, dove in molti casi si sono conservati resti dei letti (klinai) in muratura, realizzati in pietra o in mattoni. Più frequentemente ci sono sette klinai in ogni stanza, collocate lungo le pareti 2

Legenda. T : l’Heraion, Edificio H : Hestiatorion – Edificio T: Katagogion
In ambito magno-greco la tradizione del consumo di pasti rituali collettivi trova esempi significativi, sebbene in periodi cronologici differenti, nel santuario extra-muraneo di Afrodite a Locri (cd. Stoà ad U nell’area di Centocamere, databile nel VI secolo a.C.) e nel santuario di Hera Lacinia a Capo Colonna di Crotone (cd. Edificio H, databile in età ellenistica).
Attraverso l’esame di questi due contesti, il contributo propone un esame della documentazione relativa alla tradizione del pasto rituale in ambito coloniale delineando attestazioni, modalità di ricezione ed eventuali sviluppi di tale pratica nell’Occidente greco.
L’Edificio H, di pianta quadrata, l’Hestiatorion del Capo Lacinio, è suddiviso in vari locali. Il ritrovamento di suppellettili tipiche dei locali dedicati ai pasti può far dedurre che si trattasse dell’edificio-mensa e ristoro dei viaggiatori oltre che dei sacerdoti. In ogni caso la datazione di questo “Edificio H” viene posta al IV secolo a.C. quando il tempio già aveva assunto grande celebrità.
L’Edificio K, o Katagogion, risale anch’esso al IV secolo a.C., presenta una pianta a “elle” e ne rimangono solo i basamenti. Si presume trattarsi di un loggiato di colonne, sempre in stile dorico, che univa una serie di locali e un cortile. Probabilmente era la foresteria dove potevano trovare alloggio importanti visitatori, mentre i loro accompagnatori si dovevano accontentare di costruzioni molto meno raffinate e resistenti.
Nel documento si riferisce inoltre della possibilità di presenza di possibili strutture identificabili come hestiatoria che anche in altre zone della Crotoniatide e precisamente: il santuario di Apollo Aleo a Cirò Marina e il santuario cosiddetto di Vigna Nuova a Crotone.
Note
- Rif. 1) Monica Livadiotti, “Lo hestiatorion dell’Asklepieion di Kos, Thiasos II, 2013. 2) M.Ch.Hellmann, “Recherches sur le vocabulaire de l’architecture grecque d’après les inscriptioins de Délos“, Bibliothéques de l’Ecole française d’Athènes et de Rome 278, 1992, in part. pp. 143-145[↩]
- Rif. Marco Bianchini – Architettura ed urbanistica delle colonie greche d’Occidente – 9) Alcune tipologie edilizie: l’altare, il katagogion, l’hestiatorion, l’heroon, l’abitazione.[↩]