Roberto Spadea – Tra Crotone e Petelia (2012)

Scheda Bibliografica

Scheda Bibliografica (BDG-Biblioteca Digitale del GAK)

Titolo Tra Crotone e Petelia
Autore(i)
Data rilascio 2015
Contenitore, Titolo 52° Convegno di Studi sulla Magna Grecia: "La Magna Grecia da Pirro ad Annibale"
Riferimenti Taranto 27-30 settembre 2012
Casa editrice Istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia - Taranto
Tipo Atto di convegno
Classificazioni Biblioteca GAK
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Altre Informazioni Biblioteca GAK
ID Archivio: 5697
Data inserimento: 17-02-2020 00:21
Data ultima revisione 23-01-2021 00:44
Permalink: https://www.gruppoarcheologicokr.it/biblioteca/roberto-spadea-tra-crotone-e-petelia-2012/
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Lo studio presenta il quadro delle conoscenze archeologiche e delle ipotesi storiche su Crotone e Petelia tra IV e II sec. a.C., e che di seguito si sintetizzano.

L’inizio del III secolo a.C. è di grande importanza per la vita di Crotone. Gli avvenimenti storici più significativi si datano intorno al 296 a.C. e riguardano l’attacco di Agatocle alla città, attacco particolarmente intenso, con saccheggi, uccisioni e la devastazione dell’abitato. Le successive vicende, quelle legate a Pirro e alla guerra tarantina, i fatti collegati alla conquista del console Rufino o dei Campani (277 a.C.) – anche se, sulla veridicità di questi due fatti a Crotone si registrano opinioni contrastanti tra gli storici si risentono nella città con contrazioni del tessuto abitativo. Tito Livio (XXIII, XXIV) parla della decadenza della città che intorno alla metà del secolo poteva contare su appena 2000 abitanti ed era lacerata da discordie tra gli ottimati e la plebe. A Crotone, a stento – dice Livio – era occupata metà della grande superficie urbana.

Per queste condizioni e momenti storici della città, Spadea propone una lettura dei dati archeologici.

Parallelamente, a questa crisi della città, fa riscontro tra il IV a tutto il III sec. a.C. l’ascesa delle popolazioni dei Brettii. Due sono i punti principali dello scenario brettio a nord di Crotone: l’area intorno al tempio di Apollo Aleo e la fascia di mezzacosta tra Cirò Marina e Cirò Superiore; quella di Petelia (Strongoli) con il limitrofo insediamento delle Murgie. Il quadro geografico è completato, partendo ancora dalla punta Alice, con le vallate del Fiumenicà, del Lipuda, del Vitravo e soprattutto del Neto. È questo il territorio che volge le spalle alla foresta silana e guarda dall’altra parte al mare. Difficile definire estensione e tipologia dei siti e insediamenti controllati dai Brettii, che si potrebbero inquadrare tra fattorie e piccoli nuclei abitati. Quest’ultimi appaiono più fitti nell’area costiera: accanto al nucleo cirotano.

Durante questa fase la grecizzazione dei Brettii si rileva da molti fatti: alfabeto, istituzioni, moneta, magistrati, potentati, armati, schiavi,ecc.. Il rifacimento del tempio di Apollo Aleo e le stesse tombe a camera dai prospetti scenografici (monumento di Melissa) riportano che si tratta di una comunità ricca e bene inserita nei circuiti commerciali che si estendono al Mediterraneo centrale e orientale.

Al termine della seconda guerra punica è a Petelia (Strongoli) che viene attribuito, rispetto a Crotone, un ruolo di maggior rilevanza. Le liste dei theorodokoi vicine alla fondazione coloniaria di Crotone (194 a.C.), non fanno più riferimento a Crotone, ma a Petelia. Attraverso i documenti archeologici ed epigrafici rinvenuti traspare una fase di benessere e prosperità tra IV e II sec. a.C. In questo periodo Petelia è pienamente agganciata alle correnti di traffico che percorrono la Magna Grecia. Colpisce sempre di più un’assimilazione della cultura greca, assorbita profondamente dal sostrato petelino. Alcune delle iscrizioni sono scritte in lingua greca anche se l’onomastica è osca.

Dopo la partenza di Annibale, la presenza dei Brettii, le lotte intestine che culminano nell’assedio degli aristocratici sulla rocca e il loro spostamento verso Locri, portano ad esaurire Crotone greca e la città, cui ora non compete alcun ruolo politico (vedi le liste dei theorodokoi), disorientata e ridotta a pochi abitanti, vivacchia intorno al suo porto. Alla grecità della grande Crotone si sostituirà dunque quella di Petelia, città vicina, posta a nord, sulle alture che guardano la costa. Petelia, economicamente fiorente sin dal IV sec. a.C., mantiene un benessere che perdura nell’età imperiale quando sembra avere anche un proprio porto.

A completamento di quanto esposto da R.Spadea, esponiamo quanto segue:

La deduzione della colonia romana di Croto – sembra ormai dimostrato archeologicamente – del 194 a.C. avviene nell’area del tempio di Capo Colonna. A Croto una parte notevole dello spazio urbano della colonia sembra essere occupata da edifici privati. Una colonia che sembra esaurirsi dopo pochi decenni, se saranno confermate le ipotesi che vedono, già dalla prima metà del I d.C., il ritorno dello stanziamento soprattutto di edifici pubblici, in età augustea, ai piedi della collina del Castello, nel cuore della vecchia città greca. Nel resto della Crotoniatide sembra verificarsi, alla luce delle ultime ricerche, uno spopolamento conseguente alle guerre. Se quello brettio sembrava fiorente, nel II a.C. vengono impiantati ex novo pochi insediamenti rurali, mentre numerosi sono quelli che si sovrappongono o sopravvivono dal III a.C., tanto che ben il 60% di essi insiste su quelli brettii. Nel I a.C. si assiste alla fondazione di molte ville (40 ca.) che rimangono in vita fino al II d.C., mentre, dopo la crisi del II secolo d.C., nel periodo successivo, fra II e III secolo d.C., si rileva un indice basso di nascite che tende a risalire nel IV e nel V d.C., fino al 18% di nuovi impianti(1)).


Note

  1. Battista Sangineto, Un decennio di ricerche archeologiche nel territorio di Paola (CS). Le Calabrie romane fra II a.C. e VI d.C. (2012[]