Salvatore Medaglia – Il Bruzio nelle liste dei theorodokoi (2015)

Scheda Bibliografica

Scheda Bibliografica (BDG-Biblioteca Digitale del GAK)

TitoloDal viaggio dei theoroi di Epidauro a quello dei theoroi delfici. Il Bruzio nelle liste dei theorodokoi (IG, IV 1504 = IG, IV2 1, 95 e SGDI, 2580 = BCH 45, 1921, 1-85)
Autore(i)
Data rilascio2015
Contenitore, TitoloLe voyage à Crotone: découvrir la Calabre de l’antiquité à nos jour, «EGeA», 1, Actes du Colloque International (Genève 2012), Bern 2015
Riferimentipp. 21-49
Casa editricePeter Lang Sa, Berna
TipoAtto di convegno
Classificazioni Biblioteca GAK
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Altre Informazioni Biblioteca GAK
ID Archivio: 12882
Data inserimento: 24-09-2022 20:47
Data ultima revisione 26-01-2024 12:18
Permalink: https://www.gruppoarcheologicokr.it/biblioteca/salvatore-medaglia-il-bruzio-nelle-liste-dei-theorodokoi-2015/

L’oggetto dello studio sono documenti epigrafici provenienti da Epidauro e da Delphi, e riguardano una serie di serie di personaggi che rivestivano la carica della theorodokia con abbinato il nome della città in cui risiedevano.

La funzione dei theorodokoi era quella di garantire assistenza e ospitalità ai theoroi che, in qualità di sacri ambasciatori, erano inviati per annunciare le solenni festività che sarebbero principiate da lì a pochi mesi nei grandi santuari panellenici. L’investitura della theorodokia comportava sia onori che oneri, poichè i teorodochi s’impegnavano ad ospitare i theoroi nelle proprie case, ad assisterli durante il loro soggiorno, a garantir loro la sicurezza personale, a procurar loro i mezzi di trasporto per raggiungere la tappa successiva, e quindi dovevano essere persone autorevoli e possedere una borsa assai pingue 12.

Da un confronto tra i cataloghi di Epidauro e Delphi si evidenziano diversi quadri territoriali del Brutio, riflesso di cambiamenti politico-istituzionali nei rapporti tra alcune poleis magnogreche ed i grandi centri panellenici della madre-patria.

Una lista trovata ed Epidauro, databile tra il 356 ed il 355 a.C. riporta nell’iscrizione le poleis magnogreche di Locri, Crotone, Thurii, Taranto e Terina.

Ma sono richiamate nello studio anche altre liste di theorodokoi trovate a Delphi. Di queste particolarmente interessante è quella databile probabilmente al 150 a.C. in cui l’itinerario magnogreco comprende le città di Taranto, Eraclea, Petelia, Taisia e Reggio. L’itinerario bruzio inizia con Petelia, e non si fa alcun cenno a città come Thurii e Crotone, un chiaro sintomo di una fase di crisi istituzionale e identitaria che investì quanto rimaneva delle illustri poleis magno-greche, in una fase di profonda trasformazione in conseguenza della seconda guerra punica, con l’azione politica-militare romana di romanizzazione del Bruzio, che comportò lo smantellamento dell’apparato brettio, e la deduzione delle colonie di Copia e di Crotone.

L’assenza di Crotone nell’iscrizione di Delphi è particolarmente rilevante alla rilevante tradizione crotoniate nei riguardi dell’apollinismo e dell’universo pitico, a partire dalle tradizioni sulla fondazione della città.

Crotone nel 215 a.C., assediata dai Brettii, era rimasta priva dei sui aristocratici filoromani che si erano trasferiti a Locri, con l’avallo dei Cartaginesi, in una città in cui, negli ultimi anni del conflitto annibalico, convivevano cittadini greci, mischiati ai bretti. La deduzione nel 194 a.C. della colonia romana con l’invio di 300 coloni con le proprie famiglie, di fatto aveva fatto scomparire la polis greca. Pur nelle incertezze della datazione del viaggio dei theoroi delfici tra il 198 ed il 194 a.C., l’assenza di Crotone nellle liste evidenzia la carenza di una vocazione identitaria di matrice greca, che ne rende impossibile o appetibile la comparizione della polis sugli scenari panellenici. La lista di theorodoci pur non essendo garanzia di una piena autonomia come erano le polis di tradizione greca, dimostra la volontà di conservare nei santuari panellenici, una forte identità culturale greca.

Petelia, invece, benchè divenuta città federata di Roma, e con la preminenza di un ethnos osco-brettio nel corpo cittadino, si mantiene intrisa di “costumanze elleniche” come attestato da numerosa documentazione epigrafica, in una città che d’altra parte continua ad usare la lingua greca nei documenti di carattere pubblico.

Note

  1. Guarducci, 1969 p. 351[]
  2. Su questo argomento vedere anche: Vito Bruno – “Su alcuni aspetti della theorodokia nella ‘grande lista’ di Delfi“, in Studi di Antichità 15, 2017[]