Il testo riguarda una epigrafe di Attius ( ?) Caecilius Maximilianus Pancharius, senatore romana, attestato epigraficamente, e promosso da corrector Lucaniae et Bruttiorum a praefectus annonae Urbis Romae (357 d.C), carica brillantemente espletata, prima dell’adventus dell’imperatore Costanzo II (337-362 d.C).
L’appendice intende rispondere alla domanda “è mai esistito, accanto al termine ufficiale Bruttii o Brittii, per indicare l’attuale Calabria (la terra dei Bruttii), anche un sostantivo (aggettivo sostantivato neutro) Bruttium?
Comunemente si afferma che Bruttium continuò a chiamarsi la parte più meridionale della penisola italiana (a sud del Lao e del Crathis) fino a circa la metà del VII secolo, per venire chiamata Calabria. Ma il toponimo Bruttium (accusativo o genitivo) non è mai attestato in età antica e tardoantica, essendo una denominazione moderna.
In realtà il territorio dei Bruttii (Βρεττιοι o Brettii, secondo le denominazioni precedenti l’età imperiale) era l’unico d’Italia che non viene indicato, nella denominazione ufficiale del governatorato (in questo caso correttorato), con un sostantivo indicante il territorio in sé, e che invece si identifica sempre, ufficialmente, con l’etnico Bruttii, diversamente dalla Lucania (toponimo derivato dall’etnico Lucani ) che condivideva la stessa suddivisione amministrativa (Regio III Lucania et Brittiorum).
N.B.: La copia nella Biblioteca del GAK contiene il solo paragrafo in oggetto estratto dal libro di Santo Mazzarino.
Per approfondire:
- Rosalba Arcuri – Organizzazione della della Calabria in età tardo antica (2011)
- Rosa Lorito – Tesi su “I governatori nelle regiones italiche tra Diocleziano e i Costantinidi” (2017)