Le fonti letterarie ci consegnano diverse versioni del mito dell’ambasciata a Lemno promossa dagli Achei per recuperare Filottete e il suo arco, che l’oracolo (mediante il profeta troiano o acheo, Eleno o Calcante, secondo la fonte) aveva dichiarato indispensabile per la conquista di Troia. Non facile è anche la lettura delle rappresentazioni iconografiche, anche e soprattutto per quel che concerne i protagonisti dell’azione.
L’analisi delle varianti del mito di Filottete a Lemno prepara il terreno per il tema specifico di questa ricerca: l’identità del giovane imberbe che, nell’iconografia, dalle rappresentazioni vascolari del V secolo a.C. fino ai sarcofagi romani del II secolo d.C., si presenta nell’isola dove è confinato Filottete. Mentre infatti Filottete e Odisseo – i due attori principali della vicenda mitica in quasi tutte le versioni dell’episodio – sono facilmente riconoscibili per i loro inequivocabili attributi, il giovane che spesso accompagna Odisseo, è identificato ora come Neottolemo, ora come Diomede.
Questo studio si concentra in particolare sulla relazione fra diversi esemplari greco-romani di raffigurazione della scena di Filottete a Lemno e le opere teatrali dedicate al tema, con particolare attenzione per le tragedie di Eschilo, Euripide e Sofocle. Si ripropone qui una ricostruzione sommaria della trama delle due tragedie perdute, con particolare attenzione alle relazioni con il Filottete di Sofocle, con l’obiettivo di rivisitare i possibili rapporti tra le versioni drammaturgiche dei tre tragediografi maggiori e gli esemplari iconografici conservati.