Premesso che dell’etnogenesi, del territorio occupato in Calabria e dell’organizzazione politica dei Brettii tra il IV ed il III sec. a.C. si è già parlato in altro articolo, e che le conoscenze su questo argomenti sono tutt’altro che definitive((Vedere a tal proposito, ad esempio il libro di Pier Giovanni Guzzo – Storia e cultura dei Brettii (2019), del quale sono esposte alcuni concetti nell’articolo “Guzzo e i cantoni dei Brettii: la Calabria tra Magna Grecia, Annibale e Roma (2020)”)), nel seguito saranno esaminate le condizioni di insediamento lungo l’area costiera dello Ionio centro-settentrionale, che – per quanto riguarda lo studio dell’Archeologia e della Storia dei Brettii – può essere suddivisa in due macro-aree:
- la prima (Brettia Ionica) va dalla parte più meridionale del territorio di Rossano fino al fiume Neto.
- la seconda (Brettia Crotoniatide) va dal fiume Neto fino all’Ancinale (nel territorio di Satriano nella parte meridionale della Provincia di Catanzaro)
Più che suddivisione amministrativa-politica, ovvero una rappresentazione della federazione Brettia e della suddivisione in cantoni, organizzazione supposta ma mai del tutto dimostrata((Vedere a tal proposito il libro di P.G. Guzzo e l’articolo citati nelle note precedenti)), questa suddivisione rappresenta una proposta di organizzazione dei dati archeologici, a supporto della ricerca e dello studio; tale proposta emerge dalla tesi di dottorato di A.De Rose riportata in bibliografia, ottenuta attraverso l’analisi dei contesti territoriali dei diversi siti, analizzando le analogie e le possibili interazioni.