Giuseppe Marino – Gli Achei d’occidente e la Megálē Hellás (2020)

Anticamente la costa ionica della penisola italiana fu crocevia di contatti e connessioni tra Occidente e Oriente, che portarono al consolidamento di piccoli centri mercantili primitivi, legati all’attività che i greci chiamavano emporía, cioè la pratica di andando via mare per scambi e scambi. Due delle entità etnoculturali formatesi attraverso questi legami con la cultura micenea achea sono quella dell’etnos Italo enotrio (XIV-XII secolo aC) e quella dell’etnos chonio enotrio (fine XII-VIII secolo aC). L’area di Choni Enotri fu sovrapposta, dopo la colonizzazione dell’VIII secolo aC, alle colonie fondate dagli Achei provenienti dall’Acaia, regione del Peloponneso, che formarono l’identità etnica culturale degli Achei d’Occidente.

L.Altomare – Enotri e Greci nel golfo di Taranto, paesaggi e interazioni tra IX e VI sec. a.C. (2017)

Nella dissertazione di dottorato ad essere preso in esame è il territorio degli Enotri, coincidente in buona parte con le aree di influenza delle colonie achee di Crotone, Sibari e Metaponto e della ionica Siris, con l’obiettivo di comprendere entro quali dinamiche si verificò il
contatto tra indigeni e Greci al momento delle fondazioni. Come si cercherà di dimostrare nel dettaglio, la diffusione di tratti caratteristici nella cultura materiale e nei rituali funerari, tendenzialmente restituisce l’impressione di un paesaggio culturalmente omogeneo del mondo enotrio della prima età del ferro nell’arco costiero del golfo di Taranto.

Francesco Cristiano – Armi ed equipaggiamenti militari (2011)

La pubblicazione trae spunto da un lavoro di ricerca sulle armi e gli equipaggiamenti militari italici della Calabria settentrionale e centrale, oggetto della tesi di Specializzazione dell’autore in Archeologia dell’Italia preromana discussa nel maggio 2006 presso l’Università degli Studi della Basilicata (Matera) e al momento in corso di approfondimento in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.

Paolo Orsi – Templum Apollinis Alaei ad Crimisa Promontorium (1932)

Nel 1923, durante i lavori di bonifica della palude che si estendeva su Punta Alice, si rinvennero casualmente vestigia del tempio di Apollo Aleo. Gli scavi, effettuati da Paolo Orsi tra il 24 aprile ed il 18 marzo 1924 e pubblicati nel 1932 – in un lungo articolo pubblicato negli Atti e Memorie della Società Magna Grecia – portarono alla luce un Santuario che, grazie agli anathemata, al materiale della stipe votiva, ai frammenti di iscrizioni e soprattutto all’acrolito ivi rinvenuto, egli identificò con il tempio di Apollo Aleo.

Antonio Colicelli – Gli insediamenti di età romana nei Bruttii: un nuovo censimento (1991-1995)

Archivio Storico per la Calabria e la Lucania

Uno degli stereotipi più frequenti in gran parte della ricerca storica ed archeologica è stato il fatto che la Calabria (Bruttium) durante l’età romana avrebbe inesorabilmente subito una profonda crisi, in particolare dopo la drammatica e devastatrice guerra annibalica.

Tutto questo ha fatto sì che anche nella letteratura scientifica più avveduta e aggiornata si perpetuasse un’immagine distorta della Calabria romana, il cui paesaggio sarebbe stato dominato da un sistema di sfruttamento agricolo esclusivamente estensivo: latifondo a grano per le zone pianeggianti e basso-collinari ed economia silvo-pastorale invece per il resto del territorio. Ci sarebbe stato dunque il passaggio da un sistema di piccole proprietà proprio dell’età greca direttamente a uno di tipo latifondistico durante l’età romana, che si sarebbe manifestato sul territorio attraverso i vuoti di insediamento.

In realtà la quantità di insediamenti rurali censiti nei Bruttii, a cui vanno aggiunti numerosi impianti produttivi (figline, peschiere, fornaci ecc. noti da altri studi), sembra dimostrare l’infondatezza di questa ricostruzione.