Giovanna De Sensi – I Brettii fra Pirro, Roma e Annibale. (2017)

ABSTRACT (del LIBRO). La ricchezza del patrimonio storico e archeologico della Calabria, dalla protostoria all’età ellenistica, non si esaurisce nello splendore della cultura delle città magno-greche fiorite lungo le coste ionica e tirrenica, ma include la serie di insediamenti degli Enotri che con esse avevano in varie forme interagito fino all’epoca classica e di quelli dei Brettii strutturatisi dalla metà del IV secolo a.C. in poi. Disseminati nelle aree collinari, a controllo dei punti di accesso dalla costa e della viabilità interna favorita dal sistema idrografico, tali insediamenti solo negli ultimi decenni hanno cominciato ad essere sistematicamente indagati. Con questo secondo volume si porta a compimento il progetto “Enotri e Brettii in Magna Grecia”, avviato un decennio fa allo scopo di favorire la conoscenza e la valorizzazione di tutti questi siti presenti nel territorio regionale in un’ottica di continuità e con attenzione alle modalità di interazione fra Greci e Italici.

L.Altomare – Enotri e Greci nel golfo di Taranto, paesaggi e interazioni tra IX e VI sec. a.C. (2017)

Nella dissertazione di dottorato ad essere preso in esame è il territorio degli Enotri, coincidente in buona parte con le aree di influenza delle colonie achee di Crotone, Sibari e Metaponto e della ionica Siris, con l’obiettivo di comprendere entro quali dinamiche si verificò il
contatto tra indigeni e Greci al momento delle fondazioni. Come si cercherà di dimostrare nel dettaglio, la diffusione di tratti caratteristici nella cultura materiale e nei rituali funerari, tendenzialmente restituisce l’impressione di un paesaggio culturalmente omogeneo del mondo enotrio della prima età del ferro nell’arco costiero del golfo di Taranto.

Juliette de la Genière – Au pays de Philoctète, la montagne des Murge (1991)

Il documento riferisce dei risultati di una campagna della scavi realizzata nel 1983 sulle Murge di Strongoli in collaborazione con Claudio Sabbione, che ha messo in luce l’eccezionale importanza di questo antico sito abitato fin dall’età del ferro in un habitat disperso su vaste aree; la campagna rivela nella zona più alta, un santuario riceveva offerte votive di tipo greco dalla fine del VII° secolo; piccoli gruppi di tombe, divisi in varie zone, tra VII° e V° secolo; un habitat abitato tra IV° e III secolo.

Antonio Colicelli – Gli insediamenti di età romana nei Bruttii: un nuovo censimento (1991-1995)

Archivio Storico per la Calabria e la Lucania

Uno degli stereotipi più frequenti in gran parte della ricerca storica ed archeologica è stato il fatto che la Calabria (Bruttium) durante l’età romana avrebbe inesorabilmente subito una profonda crisi, in particolare dopo la drammatica e devastatrice guerra annibalica.

Tutto questo ha fatto sì che anche nella letteratura scientifica più avveduta e aggiornata si perpetuasse un’immagine distorta della Calabria romana, il cui paesaggio sarebbe stato dominato da un sistema di sfruttamento agricolo esclusivamente estensivo: latifondo a grano per le zone pianeggianti e basso-collinari ed economia silvo-pastorale invece per il resto del territorio. Ci sarebbe stato dunque il passaggio da un sistema di piccole proprietà proprio dell’età greca direttamente a uno di tipo latifondistico durante l’età romana, che si sarebbe manifestato sul territorio attraverso i vuoti di insediamento.

In realtà la quantità di insediamenti rurali censiti nei Bruttii, a cui vanno aggiunti numerosi impianti produttivi (figline, peschiere, fornaci ecc. noti da altri studi), sembra dimostrare l’infondatezza di questa ricostruzione.

Maria Letizia Lazzanini – Pantomimi a Petelia (2004)

Su un blocco di pietra rinvenuto in una necropoli dell’antica Petelia, nei pressi di Kroton, è scolpita un’iscrizione funeraria di un bambino, risalente al I secolo d.C., bilingue: latina e greco. Dai due testi sappiamo che la pietra copriva la tomba di un bambino di cinque anni che apparteneva a una compagnia di pantomimi attiva in quella regione. Il testo in greco, un epigramma di sei versi, attesta la tendenza dei petilini ad apprezzare la cultura greca, come possiamo accertare attraverso altri significativi resti.