Fonte: CrotoneNews.com del 23/09/2019
Uno straordinario reperto che rivela la grande importanza del Tempio di Hera
di Bruno Palermo
E’ un reperto di enorme valore storico quello presentato ed esposto nel Museo archeologico di Capo Colonna, a Crotone. Un reperto trovato nell’area del tempio di Hera Lacina che rivela molti particolari sui frontoni dell’edificio sacro.
A presentarlo sono stati Gregorio Aversa, direttore del Museo Archeologico di Capo Colonna, e Alfredo Ruga, funzionario della Soprintendenza (Sabap) che ha materialmente eseguito gli scavi.
La scoperta riguarda una testa di cavallo, facente parte con tutta probabilità di un gruppo scultoreo sullo stile di quelle che era possibile ammirare ad Olimpia, in Grecia. A spiegare l’importanza della scoperta proprio Aversa e Ruga.
«Questo ritrovamento, a parere nostro, rappresenta l’importanza dello studio dei materiali che c’è dietro ogni scoperto. – ha detto Gregorio Aversa, direttore del Museo Archeologico di Capo Colonna – Non è solo lo scavo in sé, ma noi siamo andati a fare una sorte di scavo di magazzino. Abbiamo confrontato questo reperto, ritrovato nel 2014, e lo abbiamo confrontato con un altro, un muso di cavallo scoperto nel 1910 da Paolo Orsi e i pezzi combaciavano per qualità dei materiali. Non si tratta di una semplice testa di cavallo, ma di un vero e proprio gruppo marmoreo che faceva parte della decorazione del Tempio. Quello che possiamo dire, in base ai nostri studi, è che assieme al cavallo ci doveva essere un’altra figura, un palafreniere, e quindi, data la presenza di numerosi altri frammenti marmorei e la loro collocazione, ci dicono che il tempio doveva avere dei frontoni decorati con una serie di sculture».
Alfredo Ruga, funzionario Sabap, è colui che ha materialmente partecipato allo scavo e al ritrovamento: «Grazie a un finanziamento nel 2013 abbiamo iniziato un grosso scavo ai lati del basamento e alla fossa di fondazione del Tempio di Hera. Sin dalle prime battute, anche grazie a scavi e studi precedenti del direttore Gregorio Aversa, ci siamo resi conto che c’erano diversi reperti marmorei. Gli spagnoli – continua Ruga – erano soliti saccheggiare pietre e marmi che trovavano sul posto per ricavare materiali da costruzione per la nuova cinta muraria. In quella occasione, lungo il lato occidentale, nei pressi del luogo dove era caduto parte del frontone del tempio, avevano accumulato questi frammenti marmorei. Scavando abbiamo trovato pezzi di mani di statue, altri elementi, la parte inferiore di una statua femminile, e soprattutto questo pezzo (la testa di cavallo ndr) che, guardando le dimensioni, mi ricordava moltissimo il muso di cavallo che aveva trovato Paolo Orsi nel 1910. Adesso abbiamo la conferma che nel frontone occidentale del Tempio di Hera era raffigurato un mito in cui sono presenti figure umane, animali, per esempio abbiamo trovato un orecchio di cerbiatto, e soprattutto cavalli. Cavalli interi, non pezzi come quelli del Partenone che sono posti in un angolo del frontone. E poi la grande importanza del materiale con cui è costruito questo gruppo scultore: si tratta di marmo dell’isola di Paros».
Il marmo di Paros è famoso e fu utilizzato per le sculture dino a, I sec. a.C., diventò uno dei materiali più richiesti dell’antica arte scultorea e dell’architettura greca.
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