Crotone, sul litorale una cava di rocchi di colonne, non di macine.

Preambolo

Ritorniamo sulla notizia della cava di macine rinvenuta sul litorale di Crotone, in corrispondenza dell’antico Convento dei Carmelitani (il cosiddetto Lazzaretto) sulla via per Capo delle Colonna, ed ampiamente segnalata dalla stampa locale.

Inoltre, avevamo già osservato nell’articolo conservato nel nostro archivio della Rassegna stampa, che il prelievo lapideo in prossimità della costa non è una novità per questo territorio visto i precedenti di età classica1.

Quello su cui si rimane perplessi è la possibilità che si tratti di una cava di macine, per due ordini di motivi, intanto per le dimensioni dei blocchi circolari, ma sopratutto per la natura geologica delle rocce della costa crotonese, costituita in genere da calcarenite2, che non è adatta per realizzare macine per la limitata durezza, ma che invece già dall’antichità veniva prelevata per realizzare elementi decorativi e nello specifico rocchi di colonne.


Più di recente (febbraio 2021), secondo una fonte raccolta in ambiente scientifico, sembra non trattarsi di una cava radicata nel sito a  mare, ma di grandi blocchi con rocchi provenienti presumibilmente dal territorio di Isola Capo Rizzuto, dove sono numerose le cave antiche, per le quali la tipologia di materiali costituenti i rocchi è più omogenea di quella presente lungo la costa crotonese.
I pennelli creati, per contrastare l’erosione della spiaggia, anni fa e costituenti gli sbarramenti a mare, dalla passerella del Kursaal al Cimitero, poggiano su degli scogli, riportati sul posto per permettere  l’ancoraggio dei cubi in cemento, che altrimenti sarebbero soggetti ad uno scivolamento per effetto delle maree. Si potrebbe cioè trattare di frammenti di cava, riportata dal territorio di Isola Capo Rizzuto, cosa che andrebbe accertata con una indagine, anche presso la ditta che ha effettuato i lavori.

Crotone, scoperta cava sul litorale
Alcune foto del sito con la cava – Litorale sud della città di Crotone

Rocchi di Colonne

Un rocchio è ciascuno dei blocchi di pietra, a forma cilindrica, che possono comporre il fusto di una colonna. Nell’architettura greca i fusti erano quasi sempre costituiti da rocchi sovrapposti, mentre nell’architettura romana sono frequenti anche i fusti monolitici, scolpiti cioè in un unico blocco di marmo. Per assicurare la stabilità del fusto, i rocchi, sovrapposti l’uno all’altro, erano tenuti uniti da perni metallici, inseriti in un foro centrale, o in tre fori disposti a triangolo, sulle superfici di appoggio del rocchio, fissati con colate di piombo fuso. Dopo che il fusto era stato costruito venivano eseguite le lavorazioni della superficie, e in particolare le scanalature.

Definizione da Educalingo.com
Le fasi di costruzione di una colonna.
Le fasi di costruzione di una colonna con la tecnologia di età magno-greca (disegno da Wikipedia per le cave di rocchi di Cusa utilizzate per gli edifici di Selinunte).
La colonna dorica superstite del Tempio di Hera Lacinia ha una struttura a rocchi, come evidenziato dai segni.

Il parere preliminare di Domenico Marino

A tal proposito riportiamo una riflessione dell’archeologo Domenico Marino (Istituto Centrale per l’Archeologia) che condividiamo.
Come ho scritto in alcuni articoli scientifici, già anni addietro, la costa a Sud di Crotone non era solo sabbiosa, bensì con ampi tratti rocciosi. Le mappe turco-ottomane parlano chiaramente in tal senso.
Le sabbie attuali derivano in massima parte dal disfacimento delle dune pleistoceniche3 e degli strati soprastanti le colline, dove permangono ancora alcuni lembi di sabbie rosse, in seguito alla totale deforestazione che ne ha causato il dilavamento progressivo.
Sotto le sabbie della spiaggia dell’Irto, più  a Sud, avevo infatti rinvenuto e pubblicato, anni fa, resti di cava di età greca, che prosegue in mare, sopra e sotto le sabbie4.
Non è detto che queste siano macine di mulino, poiché la calcarenite non è quasi mai adatta.

Rocchio del Tempio ellenistico di Torre Melissa
Rocchio del Tempio ellenistico di Torre Melissa

Non dimentichiamo  che sono ben attestati rocchi di colonna con foro centrale, per facilitarne trasporto e assemblaggio.
Anche i rocchi di colonna della tomba a camera ellenistica di Torre Melissa hanno un foro centrale
((Si fa riferimento alla cosiddetta struttura templare rinvenuta nel 2007, in località Valle di Casa (più propriamente è una tomba a camera brettia del tipo “a tempietto”, come quella, altrettanto nota e importante, rinvenuta in località “Castaneto” di Tiriolo), durante lavori di costruzione di un edifico residenziale, i cui reperti sono diversi elementi di fregio, blocchi squadrati in arenaria e rocchi di colonna con foro centrale; a circa 3,50 mt dall’attuale p.d.c., sono state individuate tombe e strutture di età ellenistica e romana, che, sono state indagate solo parzialmente, ed è stata portata alla luce una vasta area archeologica ancora sostanzialmente intatta.”. Per altri dettagli vedere la pubblicazione M.G.Aisa – Torre Melissa, Valle di Casa, Storia delle ricerche archeologiche (2007-2011) nella Biblioteca Digitale del GAK)).
E anche quelli della cava di età greca di Corazzo di Soverito.

Una delle foto pubblicate ritrae, infine, quello che sembra indiscutibilmente un rocchio di colonna a fusto liscio.
Naturalmente occorrerebbe un esame autoptico per confermare la mia ipotesi
“.

In conclusione, tutto lascia pensare che il sito identificato sia una cava di elementi lapidei per l’ottenimento di rocchi di colonne o materiali ad altro uso decorativo, piuttosto che una cava di macine.

Crotone, scoperta cava sul litorale
Alcune foto del sito con la cava – Litorale sud della città di Crotone
  1. Particolamente importanti sono le cave di Le Castella, come dettagliato nella pubblicazione Domenico Marino – Cave di Età Greca nella Chora meridionale di Kroton e nel video prodotto dal GAK “Le cave antiche da Capocolonna a Le Castella” []
  2. La calcarenite è un tipo di roccia sedimentaria clastica, formata da particelle calcaree delle dimensioni della sabbia (>0,0625mm,<2 mm di diametro) riferito alle dimensioni dei clasti. Il cemento che unisce le particelle è di solito anch’esso calcareo. I clasti che compongono la calcarenite sono spesso di origine biologica, ovvero fossili di organismi marini, spesso frammenti di gusci di molluschi, alghe o foraminiferi []
  3. Le dune pleistoceniche sono accumulo di sedimento sabbioso, generalmente di origine eolica, risalenti all’età pleistocenica – ovvero tra 2,58 milioni e 11.700 anni fa []
  4. Si fa riferimento a questa pubblicazione D.Marino-D.Bartoli-M.Corrado-D.Liperoti-D.Murphy – Prospezioni archeologiche subacquee a Crotone. Prima campagna 2009, presente nella nostra Biblioteca Digitale []