Sommario
Una proposta per il futuro dell’Italia
Anche gli archeologi intendono dare il proprio contributo alla costruzione di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che non sia elaborato solo nelle più o meno segrete stanze di politici e super-manager. Un Piano che sia realmente fondato sulla cultura e sul patrimonio culturale, sentiti non come un’appendice, un abbellimento, un regalino agli intellettuali, ma come un asse strategico per costruire un nuovo modello di sviluppo per il nostro Paese a partire dalla tragedia della pandemia del Covid 19.
Per questo le associazioni che rappresentano gli archeologi italiani, sia i liberi professionisti e le imprese, sia i funzionari del Mibact, sia i professori universitari, tutti insieme forse per la prima volta, hanno elaborato un articolato documento, denominato “UN PIANO DI RIFORMA E DI INVESTIMENTI PER L’ARCHEOLOGIA: UN CONTRIBUTO PER IL RILANCIO DI UNA POLITICA INDUSTRIALE PER IL SETTORE DEI BENI CULTURALI”, contenente un ventaglio notevole di proposte.
Nessuna delle misure proposte si configura come ristoro o ‘aiutino’ o, peggio ancora, come “intervento a pioggia”, ma tutte orientate a rilanciare la ricerca, la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico (e, più in generale, culturale) sentito finalmente non come un problema ma come un’autentica risorsa per la crescita dell’Italia.
Non ci sono solo i “grandi attrattori” come Pompei e il Colosseo, che ancora oggi concentrano l’attenzione dei media e del grande pubblico, ma anche l’enorme patrimonio diffuso in tutto il Paese, che opportunemente tutelato e valorizzato può dare la spinta alla creazione di un vero mercato diffuso della cultura e di un’imprenditoria culturale.
Ecco perché gli archeologi insistono nel presentare l’archeologia come un settore dal forte impatto sociale, capace non solo di ricostruire la memoria storica, le radici culturali della comunità, dandole voce, ma anche di rappresentare uno dei principali fattori di animazione del mercato turistico e offrire lavoro a una vasta rete di imprese specializzate e di professionisti.
Le proposte non riguardano solo interventi di spesa, ma un articolato programma di riforme, che evidentemente si appoggia ad una riforma normativa ed organizzativa del settore dei Beni Culturali e degli altri settori connessi
Sintesi del documento
Nell’ambito del Programma di Riforma:
A. Per un mercato regolato
- Piena attuazione delle normative sulle figure professionali del settore
- Qualificare maggiormente tutti i lavori pubblici comprendenti opere attinenti ai BBCC
- Uniformare la profilazione tecnica e professionale della categoria archeologica OS25
- Uniformare la valutazione economica per lavori e servizi del settore
- Composizione delle commissioni di gara
- Criteri di selezione dell’offerta
- Recepimento della fase di studio e di pubblicazione tra le attività costituenti lo scavo archeologico
- Incentivare i processi di specializzazione
- Piano di formazione per le amministrazioni appaltanti
- Liberalizzazione dell’uso delle immagini
B. Un nuovo quadro di fiscalità
- Possibilità di detrazione delle spese culturali
- Fiscalità di vantaggio per i privati che sostengono costi per indagini archeologiche
- Riduzione aliquota IVA al 10% per i lavori attinenti all’archeologia
- Ingresso gratuito in musei e parchi per gli archeologi professionisti
2. Nell’ambito del Programma di investimento
A. Fondo per accessibilità e ricostruzione
- Accessibilità e fruizione ampliata
- Incremento del contributo economico per la ricostruzione post sismica per i privati con cantieri ricadenti in aree di interesse archeologico
B. Fondi per la digitalizzazione del patrimonio
- Inventario nazionale dei siti e dei ritrovamenti
- Digitalizzazione dei dati di archivio
- Pubblicazione del materiale inedito storico