Miscello da Ripe (Rhypes)

(Nella foto di copertina una kylix attica a figure rosse del 440-430 a.C, opera del Pittore di Kodros. Egeo, il mitico re di Atene consulta non la Pizia ma la dea Themis, divinità della legge e in Eschilo seconda detentrice dell’oracolo, assisa sul bacile di un tripode (τρίπους) di foggia simile a quelli usati per bollire le carni sacrificali)

Per un quadro completo delle leggende sulla fondazione di Crotone, con una riflessione critica delle stesse, leggere l’articolo “Ercole, Miscello, Apollo Pizio e la fondazione di Crotone“.

Questo articolo invece si concentra solo sulla figura dell’ecista Miscello e sulla sua città di provenienza.

Biografia e citazioni

Secondo le fonti antiche, l’oracolo di Apollo a Delfi ordinò a Miscello (Μύσκελλον) di fondare una nuova città nel territorio compreso fra il Capo Lacinio e Punta Alice1.

Miscello fondò questa città nel terzo anno della 17^ Olimpiade.

(Dionisio di Alicarnasso, II, 59, 2)

Secondo quanto riporta Diodoro Siculo (Biblioteca, VIII, 18), Miscello dal “dorso corto” (o “ricurvo” secondo altre traduzioni) si reca dalla Pizia per sapere se avrà dei figli, ma invece gli viene consigliato di fondare una colonia, e così diverrà, suo malgrado, un ecista2. Dopo essere stato rassicurato sulla sua discendenza, Miscello riceve dalla Pizia l’esatta indicazione di dove fondare la colonia di Crotone:

Miscello (Μύσκελλός), acheo (Ἀχαιὸς), la cui stirpe era originaria di Rypes (Ῥύπης),
scese a Delfi (Δελφοὺς) e interrogò il Dio sulla nascita di figli; e la Pizia (Πυθία) disse così.
“O Miscello dal dorso corto (Μύσκελλε βραχύνωτε),

Apollo (Απόλλων) che opera da lontano t’è amico e ti concederà una stirpe.
Ma prima di tutto ti comanda questo:
fondare la grande Crotone (Κρότωνα) in mezzo ai bei campi da arare.”

Dal momento che egli non sapeva dove fosse Crotone, di nuovo la Pizia disse:

“Chi ti parla è colui che colpisce da lontano con le frecce e tu ascoltalo.
Questa è la non arata regione Tafia (o del monte Taphios, Τάφιός),
qui si trova Calcide (Χαλκίς), qui il sacro suolo dei Cureti (Κουρητών).
Quelle sono le isole Echinadi (χινάδες είσί): da qui il mare aperto per lungo tratto s’apre ad Occidente.
In tal modo, ti dico, che non puoi sbagliare e non trovare il Capo Lacinio (Λακινίου άκρου), né la sacra Krimisa (ιεράς Κριμίσης) o il fiume Esaro (Αίσάρου ποταμοίο).

τι Μύσκελλός τις Ἀχαιὸς ὢν τὸ γένος ἐκ Ῥύπης κατήντησεν εἰς Δελφοὺς καὶ τὸν θεὸν ἐπηρώτησε περὶ τέκνων γενέσεως· ἡ δὲ Πυθία ἀνεῖλεν οὕτως
Μύσκελλε βραχύνωτε, φιλεῖ σ’ ἑκάεργος Ἀπόλλων,
καὶ γενεὰν δώσει· τόδε δὲ πρότερόν σε κελεύει,
οἰκῆσαί σε Κρότωνα μέγαν καλαῖς ἐν ἀρούραις. τοῦ δὲ Κρότωνα ἀγνοοῦντος εἰπεῖν πάλιν τὴν Πυθίαν,
αὐτός σοι φράζει ἑκατηβόλος· ἀλλὰ συνίει.
οὗτος μὲν Τάφιός τοι ἀνήροτος, ἥδε δὲ Χαλκίς,
ἥδε δὲ Κουρήτων * * * ἡ ἱερὰ χθών,
αἵδε δ’ Ἐχινάδες εἰσί· πολὺς δ’ ἐπ’ ἀριστερὰ πόντος.
οὕτω σ’ οὐκ ἄν φημι Λακινίου ἄκρου ἁμαρτεῖν
οὐδ’ ἱερᾶς Κριμίσης οὐδ’ Αἰσάρου ποταμοῖο

Riporta ancora Diodoro Siculo (Biblioteca, VIII, 18) che Miscello dopo aver attraversato il mare ed esplorato quelle terre, pensò che sarebbe stato meglio fermarsi a Sybaris, già florida e accogliente anziché affrontare i pericoli e le difficoltà nella fondazione di una nuova città. Miscello ritorna a Delphi, ma il dio adirato gli ordina di rispettare il responso dell’oracolo.

L’oracolo protegge la fondazione di Crotone (Κρότωνα κτίζειν):
Miscello dal dorso corto (Μύσκελλε βραχύνωτε),
nel ricercare altre cose, al di là dei comandi divini,
tu finisci per aspirare ai dolori.
Accontentati del dono che ti porge il dio

Ὅτι τοῦ χρησμοῦ προστάττοντος Κρότωνα κτίζειν ὁ Μύσκελλος τὴν περὶ τὴν Σύβαριν χώραν θαυμάσας ἐβούλετο κτίσαι, καὶ ἐξέπεσε χρησμὸς αὐτῷ οὗτος,
Μύσκελλε βραχύνωτε, παρὲκ θεοῦ ἄλλα ματεύων
κλαύματα μαστεύεις· δῶρον δ’ ὃ διδῷ θεὸς αἴνει. [Exc. Vat. p. 9.]

La Pizia a Delfi

Secondo Ovidio (43 a.C.– 17 d.C) sarebbe stato invece Eracle ad ordinare a Miscello di recarsi sulle rive del fiume Esaro,

(OvidioMetamorfosi, XV, 12, 59)

Narran che il figlio di Giove, dei buoi Ricco d’Iberia, intorno al Lacinio Arrivò dopo lungo viaggiare: mentre il suo armento nei pascoli stava, Crotone visitò, chè volea riposarsi.
Nell’andarsene disse: “Con i nostri Nipoti, grande sarà una città”. Quel che predisse poi vero divenne.
Da Anemone nacque un tale Miscello, tra tutti agli dei il giovin più caro. Dormiva un giorno il giovin Miscello e nel sonno Eracle sì gli impose “Trova dell’Esaro il letto pietroso, parti e la Patria tosto abbandona”.
Per lungo il mar Ionio Taranto vide Lacedemonia città, Sibari poi, Nereto, città del Salento, Turio sul golfo, Nemesi e l’aer Iapigio. Avea già visto le coste del mare, la fatal foce dell’Esaro vide e da presso di Crotone la tomba. Ivi, come Eracle prescritto gli avea, di una nuova città fondò le mura, nomandola come il vecchio sepolto.

La predizione di Ercole è raccontata in maggiore dettaglio nella pagina “Ercole, Miscello, Apollo Pizio e la fondazione di Crotone“. Quello che racconta Ovidio è dunque la seconda versione delle tradizioni di fondazione di Crotone, quella più recente ed in cui la città si identificava, come riportato in alcune monete dal V sec. in avanti, Heracles come il vero ecista (Miscello sarebbe solo un esecutore materiale).
In questa versione, Apollo ed il responso della Pizia sono del tutto assenti, tuttavia in diverse monete c’è Eracle ecista da un lato ed il Tripode sull’altro, segno che entrambe le tradizioni di fondazione sono importanti per la città.

Secondo una terza versione, quella di Strabone, sono proprio le deformità ed i problemi di salute avrebbero portato Miscello ad indicare alla Pizia di concedere un luogo salutare per la fondazione di una città. Secondo Strabone, infatti, Miscello preferì la salute alla ricchezza:

“Siracusa fu fondata da Archia, che vi giunse navigando da Corinto, all’incirca nello stesso tempo in cui furono fondate Naxos e Megara. Si narra che Miscello ed Archia si recarono insieme a Delfi ed il dio chiese loro se preferivano la ricchezza o la salute. Archia preferì la ricchezza, Miscello invece la salute. Il dio allora concesse al primo di fondare Siracusa ed al secondo Crotone. Per questo accadde, come già ho detto, che i Crotoniati abitarono una città assai salubre, mentre Siracusani giunsero a tale ricchezza che anch’essi passarono in proverbio, allorchè si diceva, per quelli troppo ricchi, che per loro non sarebbe stata sufficiente neanche la decima dei Siracusani”.

(Strabone, Geografia, VI, 2, 4)

Crotone diventò poi famosa per i suoi atleti ed i medici. Archia invece scelse la ricchezza per cui gli fu concesso di fondare la ricca e potente Siracusa; ma forse avrebbe fatto bene a scegliere la salute, poichè non molto tempo dopo l’arrivo a Siracusa fu ucciso proprio dal suo preferito Teleso, che aveva portato con se come comandante della sua nave 3.

La datazione dei viaggi di Miscello

Quante volte Miscello ha viaggiato dalla Grecia verso Crotone?
Secondo le valutazioni di L.Braccesi, almeno 3 4).

Il primo viaggio di Miscello con Archia sarebbe avvenuto, secondo quanto si deduce dall’archeologie e le fonti, intorno al 733 e trova presso Crotone un insediamento preesistente “che coinvolge coloni spartani”.

Segue un secondo viaggio a capo di una spedizione achea, che visitata la costa ionica , tra il Capo Lacinio e la sacra Krimisa; ma scopre una Sybaris già fiorente ed al ritorno espone alla Pizia il desidererio di insediarsi a Sybaris. L’archeologia assegna le prime frequentazioni di Sybaris tra il 775 ed il 725 a.C., e dunque la fondazione di Sybaris ricadrebbe intorno al limite inferiore di questo intervallo, così che il secondo viaggio avviene tra il tra il 720 ed il 708.

Infine, nel terzo viaggio, dopo conferma del responso della Pizia, intorno al 708, Miscello si rassegna a fondare la Crotone.

Queste datazioni darebbero un lasso di tempo di circa 25 anni in cui Miscello avrebbe fatto più viaggi verso la costa ionica della Calabria, visitando Crotone. Si configura così come un navigatore esperto al servizio dell’oracolo di Apollo. Di conseguenza la sua gibbosità potrebbe intendersi, più che come una deformità, una conseguenza della sua veneranda età.

Sul nome Μύσκελλον e le sue deformità

Il nome proprio dell’ecista Μύσκελλον sembra confondersi con i nomi dei tanti leggendari fondatori di città del mondo antico, e a molti è sembrato soltanto un personaggio leggendario tipico della mitologia greca. Tuttavia, la “stranezza” del nome dell’ecista fondatore di Crotone  ha suscitato ampie discussioni e grande interesse fra gli studiosi. 

Come osserva O.Masson, il nome del fondatore, con due lambda, non sembra rinviare all’onomastica della Magna Grecia. Tuttavia, con lievi variazioni di ortografia, il nome si rinviene nell’epigrafia di varie regioni su un’area molto vasta dalla Sicilia all’Asia Minore 5. L’analisi epigrafica che lo studioso conduce rivela attestazioni ed una distribuzione del nome molto diversificata. Dato che l’ecista di Crotone non era una figura mitologica e che non doveva godere di alcuna celebrità particolare, è da ritenere il nome è riferibile ad un soprannome, traducibile come “piccolo gobbo”, oppure “con il piede ritorto”. Ma la deformità di Μύσκελλον viene riportata in modo diverso da Strabone e altri autori, quando Myskellos viene apostrofato dalla Pizia nel secondo oracolo come Μύσκελλε βραχύνωτε, traducibile come “dorso corto” o “gobbo”.

Μύσκελλε βραχύνωτε, παρὲκ θεὸν ἄλλα ματεύων πλαύματα θηρεύσεις· δῶρον δ ̓ ὅτι δῷ (ὅ διδῷ?) τις ἐπαίνει. =  Miscello dal dorso corto, agendo contro il vaticinio degli dei andrai incontro a molti guai. Gradisci il dono che a te è stato fatto.

(FHG,II,fr4)

D’altra parte, per M.Giangiulio non solo l’ecista di Crotone è deforme (brachynotos), ma è anche sbilenco nella persona, come sembra indicare il suo nome, che descriverebbe “l’assetto e l’andatura come sbilenchl ed ondeggianti6. Inoltre, secondo la tradizione rappresentata da Diodoro Siculo, Miscello potrebbe essere sterile, visto che consulta l’oracolo delfico per sapere se potrà avere figli.

La deformità di Miscello è collocabile tutta all’interno dell’area semantica definita da termini quali skolios, streblos, kyllos. Si tratta dell’area semantica del curvo, del distorto, del circolare, ma che è anche peculiare di “quella forma di intelligenza pratica che si manifesta come sagacità, opportunismo e inganno che i Greci chiamavano metis7. “Sembra allora ipotizzabile che le radici profonde di quella furba sagacità, che si è riconosciuta nell’atteggiamento di Miscello nei confronti dell’oracolo, siano da ritrovarsi in una concezione che anche nel fondatore vedeva un personaggio dotato di metis. Questa poteva configurarsi come particolare sagacità e come presupposto di una contrapposizione alla saggezza oracolare“.

Queste considerazioni sembrano rafforzare l’idea che Μύσκελλον sia un personaggio minore, non mitologico, e pur se dotato di metis, cioè dotato “dell’astuzia dell’intelligenza”, rimane un semplice esecutore della volontà oracolare, e quindi del dio Apollo.

Sulle origini di Miscello

Per Ovidio, Miscello proviene dall’Argolide, ed era figlio di Alèmone (Argolico generatus Alemone quidam Myscelos), un personaggio che altrimenti sarebbe rimasto sconosciuto; ma un «vagabondo» (αλημων) sarebbe un padre appropriato per l’errabondo Miscelo (53 pererratis … terris) 8.

Che la città di provenienza di Miscello fosse Ripe (Ἐκ Ῥυπῶν) nell’Achāia viene detto solo in Hippys di Reggio, uno storico greco antico (V sec. a.C.) cui è stata attribuita l’opera Ktísis Italías (“Fondazioni d’Italia”), e poi menzionata da Diodoro Siculo (I° sec. a.C.) in Biblioteca Storica VIII.17.1 e.
Le informazioni geografiche-storico-archeologiche su Rhypes ed il territorio dell’Achaia, anche il relazione a quello dell’Argolide, sono riportate nell’articolo dedicato.

Ma Miscello è un possibile personaggio storico, oppure no ? Per M. Giangiulio gli elementi di deformità e l’atteggiamento di renitenza ed opposizione al responso oracolare, sono funzionali ad una costruzione della tradizione oracolare posteriore alla fondazione della città. Anzi, l’enfatizzazione del rapporto della polis con Delfi presuppone verosimilmente il definitivo consolidamento del prestigio panellenico del santuario e dell’ideologia delfica dei fatti di colonizzazione. Pertanto, la “costruzione” del personaggio di Miscello sarebbe da collocarsi nella fase stessa della costruzione della tradizione della fondazione, nel VI piuttosto che nel VII secolo. L’analisi delle fonti indicherebbe comunque che tale fase è precedente alla distruzione di Sybaris ed all’espansione di Kroton verso l’area sibarita, da collocarsi in un momento storico caratterizzato dalla enfatizzazione dell’identità della comunità, ed in rapporto con il momento che vide l’adozione del tripode come emblema monetale 9, che sembra attestarsi intorno al 540-530 a.C. 10 ed anzi. secondo più recenti valutazioni, intorno a cronologia più recente certamente successive al 525/520 a.C.

Note

  1. Il testo in italiano delle diverse citazioni storico-letterarie, se non diversamente specificato, è estratto “Kroton, Un mare di miti, racconti, leggende di Tatiana Forte, 2007[]
  2. secondo l’espressione di Irad Malkin in “Religion and Colonisation in Ancient Greece” (1987), pp.43-47,88-91, «oeciste malgré lui»; nota 3 in Athanasios Rizakis, Achaie I: sources textuelles et histoire regionale, 1995, p. 23[]
  3. Giovanni E. Di.Blasi: Storia del Regno di Sicilia (1844) Vol. 1 p. 77[]
  4. Lorenzo Braccesi – Miscello e le tre spedizioni a Crotone (1998[]
  5. Olivier Masson – Myskellos, fondateur de Crotone (1989).[]
  6. Maurizio Giangiulio – Deformità eroiche e tradizioni di fondazione (1981).[]
  7. per approfondire su questo: Elena Giorza “Dalla mètis alla resilienza: proposte di sopravvivenza nel mondo del tutto scorre“, 2017[]
  8. Philip Hardie, Ovidio-Metamorfosi, Vol. VI, (Libri XIII-XV), Mondadori, 2015, p. 481[]
  9. Maurizio Giangiulio – Ricerche su Kroton arcaica, 1989, pp. 142-147[]
  10. A. Stazio, “Problemi della Monetazione a Crotone”, in Atti Convegno S.M.G. Taranto, 1983. p. 374[]