Sommario
Lo rende noto un articolo su Il Crotonese del 30-12-2024:
“Capocolonna, vento strappa velo protettivo: visibile il mosaico dei delfini“.
Il forte vento dei giorni scorsi ha strappato il telo protettivo che copre il mosaico dei delfini a Capocolonna. Il danno, che ha interessato solo il telo, sarebbe avvenuto due giorni fa. La Direzione del Parco Archeologico è stata avvisata e ha approntato un intervento per evitare che possa essere danneggiato il mosaico.
Un mosaico che hanno visto in pochi, considerato che anche nel 1910 venne subito ricoperto e pare che neppure lo stesso Paolo Orsi, che ammalato di una “dolorosissima infermità”, da Locri dirigeva la campagna di scavo a Capocolonna, lo abbia mai visto dal vivo, ma solo su disegni di Rosario Carta e dell’ assistente Claudio Ricca1.
Del complesso del balneum (18x22m.), se ne erano poi “se n’erano perse le tracce per volontà della famiglia Berlingeri, proprietaria del fondo, che aveva ricoperto i saggi”2.
Ritrovato solo nel 2003 a seguito di indagini archeologiche, il mosaico è stato nuovamente ricoperto, per poi riaffiorare solo nel 2017 nel corso dei restauri conservativi. Ritornando nuovamente invisibile l’anno successivo.
Per questo, evidenzia IlCrotonese, “andare a Capocolonna in questi ultimi giorni dell’anno può regalare la visione di questa meraviglia dell’arte romana“.
L’articolo nell’archivio di GAK ARS:
Nell’articolo di CrotoneOK del 31-12-24 si evidenzia inoltre che ” “Il telo protettivo che copriva il mosaico dei delfini era oggetto di una serie di interventi iniziati prima delle feste e poi interrotti durante il periodo natalizio. In tanti hanno così potuto ammirare quello che è stato ritrovato e scattare anche qualche foto. In quell’area sono previste una serie di attività proprio per recuperare il mosaico. I lavori riprenderanno subito dopo le feste, probabilmente già intorno al 7 gennaio.
Ma la “visione dell’invisibile” è durata davvero poco, è sempre IlCrotonese ad informare che:
Torna invisibile il Mosaico dei delfini a Capocolonna: ripristinato il velo protettivo
Venerdì 31 dicembre l’Istituto autonomo dei parchi archeologici di Crotone e Sibari ha provveduto a far stendere dei nuovi teli protettivi.
Nella raccolta in rassegna stampa, interessanti i commenti su Facebook dei lettori, riportati in fondo all’articolo.
Un approfondimento archeologico
Il mosaico dei delfini, abbastanza grande (3,60×3,31 mt), fa parte di un ambiente destinato a calidario (caldarium è la parte delle antiche terme romane destinata ai bagni in acqua calda e ai bagni di vapore) parte di un edificio a carattere pubblico, il più importante fino ad ora messo in luce a Capocolonna: il complesso del balneum, delle dimensioni di 18x22m.
Il Mosaico ha uno stile che rimanda al 70-80 a.C., ancorà in età repubblicana, ed è decorato con una fascia esterna a meandro che cinge una seconda fascia bianca con iscrizione di dedica dei duoviri quinquennali della colonia di diritto romano Lucilius Macer e Titus Annaeus Thraso, che curarono l’edificazione del complesso termale.
Per tutti i dettagli consultare la pagina dedicata nel sito del GAK:
Il mosaico romano dei delfini a Capocolonna
Galleria fotografica
Video
—
Note
- Salvatore Medaglia – Carta archeologica della provincia di Crotone, 2010, p. 276[↩]
- Rif. “Parchi Archeologici >> Parco Archeologico di Capo Colonna” nel sito del Segretariato Regionale per la Calabria del Mic: https://www.beniculturalicalabria.it/schede.php?id=22[↩]