Il 3 aprile 2018 la senatrice del M5s Margherita Corrado ha scritto al sindaco di Crotone Ugo Pugliese per segnalare e denunciare «presenza presunta fosforite nel Castello di Carlo V». «Si segnala – scrive la senatrice – , in pieno spirito di collaborazione, la presenza di materiale di colore grigio-celeste con forti analogie visive con la fosforite, minerale altamente nocivo poiché contiene Uranio 238, all’interno del Castello di Carlo V, negli spazi aperti e accessibili senza restrizioni ai visitatori tra le ex caserme Campana e Sottocampana (sedi della Biblioteca Comunale “A. Lucifero” e del Museo Civico) e i due bastioni di N-E e S-E della fortezza medesima. Confidando nel suo tempestivo intervento per sanare quello che potrebbe configurarsi come un grave pericolo per l’incolumità pubblica, la cui responsabilità compete precipuamente alla carica istituzionale da Lei ricoperta, si resta in attesa di un cortese riscontro».


Già dal giorno successivo il Comune di Crotone ha prontamente chiesto all’Arpacal di fare le opportune analisi. I risultati delle analisi sono state immediatamente comunicate alla Soprintendenza dei Beni Culturali, proprietaria del Castello, ed entro domani saranno ulteriormente messe in campo opportune misure.

“Ringrazio la Sen. Corrado della segnalazione che ci ha consentito di intervenire prontamente. Mi rammarico che situazioni come queste, che provengono da un remoto passato, emergano soltanto ora nonostante i numerosi sopralluoghi, visite guidate passeggiate culturali, giornate Fai svolte proprio nel Castello” dichiara il sindaco Ugo Pugliese.

La Fosforite è una Roccia sedimentaria derivata da depositi di fosfati di calcio formatisi in ambiente marino poco profondo o in zone costiere. Le fosforiti si trovano di solito intercalate a strati di calcare e conservano spesso resti fossili di organismi di habitat costiero; il fosforo di queste fosforiti è per lo più allo stato amorfo ed è noto con il nome di collofane. Giacimenti di fosforiti di grandi dimensioni hanno avuto origine anche da accumuli di guano; secondo alcuni autori le fosforiti potrebbero in parte essersi formate per deposizione di fosfati di calcio in soluzione in acque marine.


Il 6 aprile 2018 il sindaco Ugo Pugliese emana un’ordinanza di interdizione dell’accesso al pubblico dell’intera area del Castello Carlo V, compresa la Biblioteca comunale e il Museo Civico, fino a nuove disposizioni che attestino la piena fruibilità dell’area o di parte di essa, a seguito dell’espletamento delle procedure previste dal D.Lgs. n.230/1995 e da ogni altra norma vigente in materia di salute e incolumità pubblica.

Nell’ordinanza del sindaco si legge, tra l’altro che “a seguito della segnalazione della Sen. Margherita Corrado che segnalava la presenza di materiale di colore grigio-celeste, con forti analogie visive con la fosforite all’interno del Castello Carlo chiedendo un tempestivo intervento per sanare un possibile pericolo per l’incolumità pubblica a seguito della citata segnalazione è stata avanzata immediata richiesta all’Arpacal- Dipartimento Provinciale di Crotone per l’effettuazione di indagini radiometriche volte alla verifica dei livelli di radioattività nell’area del Castello Carlo V;

Visto il verbale di sopralluogo effettuato in data 4.4.2018 dall’Arpacal, unitamente a personale del Servizio Ambiente comunale, dal quale si rileva che le indagini radiometriche di tipo campale esperite sul sito in questione, e più precisamente nell’area compresa fra l’ex Caserma Campana e l’ex Caserma Sotto Campana, hanno evidenziato valori anomali di radioattività ambientale derivanti dalla presenza di meta silicati contenenti TENORM;

Rilevato dal medesimo verbale che: al riguardo è stato effettuato anche un campionamento del materiale contenete TENORM, data la fruibilità pubblica del sito e in attesa delle risultanze analitiche è necessario porre in essere ogni misura atta a contenerne il rischio radiologico, considerata la presenza di anomalie radiometriche. Nella parte pavimentata e nelle aree di accesso ed ingresso i valori di fondo radioattivi risultano essere nella norma e pertanto non oggetto d campionamento.

Ritenuto, per gli accertamenti e per le valutazioni sopra espresse, in via cautelativa, ma per scongiurare qualsiasi possibile rischio per la salute e l’incolumità pubblica, di dover disporre l’interdizione al pubblico dell’intera area del Castello Carlo V, in attesa di ulteriori approfondimenti e valutazioni di natura tecnica.

Per i motivi di cui in premessa e che qui si intendono integralmente riportati: di interdire l’accesso al pubblico dell’intera area del Castello Carlo V, compresa la Biblioteca comunale e il Museo Civico, fino a nuove disposizioni che attestino la piena fruibilità dell’area o di parte di essa, a seguito dell’espletamento delle procedure previste dal D.Lgs. n.230/1995 e da ogni altra norma vigente in materia di salute e incolumità pubblica.


Il dipartimento Arpacal di Catanzaro aveva predisposto una informativa recante “L’approccio metodologico – proposta di gestione di siti potenzialmente contaminati da Tenorm al di fuori dell’area perimetrale Sin” nella quale venivano indicate le procedure per la bonifica dei siti contaminati.

La suddetta procedura, piuttosto complessa, prevede una serie di passaggi obbligati che consistono in una fase preliminare dove si nomina un esperto qualificato in radio protezione; l’esperto qualificato redige il documento di valutazione di dose per i lavoratori e per la popolazione per la fase di carotaggio; il Datore di lavoro comunica il Documento Valutazione Rischio Radioprotezione agli enti preposti e alla Prefettura; il datore di lavoro informa gli enti preposti e la Prefettura in merito a: inizio attività, eventuali rifiuti prodotti, tipologia e smaltimento degli stessi. Al termine di queste operazioni, è prevista una seconda fase dove il datore di lavoro propone alla Commissione Tecnica il Progetto di messa in sicurezza provvisoria o permanente e il Progetto di bonifica del sito. 


Vista la complessità della questione, il Segretariato Regionale ha avocato a sé la procedura e, lo scorso 23 aprile, si è svolta la prima riunione operativa nella sede Arpacal di Crotone ove la stessa Agenzia ha offerto decisivi suggerimenti in merito alla gestione della problematica. Successivamente, il 2 maggio il Segretariato Regionale ha immediatamente dato impulso alle iniziative da intraprendere per avviare le necessarie attività di bonifica del sito. In particolare, è stata convocata una riunione con i funzionari e dirigenti Arpacal per individuare le direttive da seguire per la bonifica, e al contempo ha avviato le procedure amministrative per il conferimento di incarico a un esperto qualificato di secondo grado in radioprotezione.


L’8 maggio 2018 si è svolto un sopralluogo tecnico presso il Castello Carlo V per la verifica degli interventi da attuare per restituire alla fruibilità il sito dopo la chiusura a seguito del rinvenimento di “Ternorm”

Al sopralluogo con l’Assessore alla Cultura Antonella Cosentino, il funzionario comunale Franco Milito, la responsabile della Biblioteca Comunale Luciana Proietto, hanno partecipato il Direttore del Segretariato Regionale del Ministero Salvatore Patamia, il direttore della Soprintendenza Archeologica per le provincie di Catanzaro, Cosenza e Crotone Mario Pagano, Pasquale Lopetrone della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Calabria e Stefano Gizzi del Ministero dei Beni Culturali.

Il sopralluogo è stato finalizzato ad intraprendere tutte le misure atte ad escludere pericolo per l’incolumità pubblica e restituire al pubblico un bene particolarmente significativo dal punto di vista culturale della città.

I funzionari ministeriali si sono determinati nel prevedere la rimozione totale del materiale radioattivo, procedura particolarmente delicata data la natura del bene stesso. Saranno incaricati degli esperti per gli opportuni carotaggi, per verificare fino a quale profondità sarà necessario arrivare per attuare gli interventi nel rispetto della tutela del patrimonio archeologico.

E’ stata una importante risposta che arrivata dal Ministero per quanto attiene la richiesta che avevamo fatto per restituire il Castello alla città ed ai turisti. Per Crotone e per le politiche di sviluppo culturale ed economico la Fortezza di Carlo V ha una importanza strategica, considerato anche i numeri che si sono registrati negli ultimi due anni, la struttura nel 2017 ha fatto registrare, grazie anche all’azione specifica dell’amministrazione Comunale che ha puntato sulla sua valorizzazione, il raddoppio rispetto all’anno precedente delle presenze con oltre 26.000 visitatori. Continuiamo la nostra collaborazione con il Ministero nello comune interesse di vedere finalmente superata questa fase di criticità” dichiara l’assessore alla Cultura Antonella Cosentino.


L’ 11 Maggio 2018 l’Assessore alla Cultura, Antonella Cosentino, invia alla stampa un Comunicato nel quale si dichiara “preoccupata sui tempi di attuazione che, per la loro natura particolarmente delicata, si prospettano lunghi. Come Amministrazione, una volta segnalato il problema da parte della Sen. Corrado, ci siamo immediatamente attivati per quanto riguarda le nostre competenze chiedendo all’Arpacal di intraprendere una indagine conoscitiva e successivamente al Ministero, titolare del sito, di intervenire.

Resta un dato: la chiusura della struttura che per la città rappresenta sicuramente un danno anche alla luce dei numeri registrati negli scorsi anni, oltre 26.000 visitatori solo nel 2017. Senza considerare che nel Castello sono ubicati sia il Museo Civico che la Biblioteca Comunale.

A tale riguardo ho chiesto al Segretariato Regionale Mibact e alla Soprintendenza Archeologica di prevedere una soluzione temporanea atta a rendere possibile nei prossimi mesi estivi la fruizione del Castello, delimitando ed isolando la zona interessata dal Tenorm.

Allo stesso modo, venuta a conoscenza del fatto che l’Area di Capo Colonna e dell’Anfiteatro sarà cantierizzata per lavori, ho fatto analoga richiesta di fruibilità dei siti nei mesi estivi al Polo Museale della Calabria e al Direttore del Museo Archeologico di Capo Colonna.


Il 15 giugno è stato incaricato un esperto qualificato in radioprotezione per redigere la documentazione tecnico scientifica necessaria alla bonifica.

Il 27 giugno 2018 è stato svolto un un ulteriore sopralluogo disposto dal Segretariato Regionale per la Calabria del Ministero dei Beni Culturali, Salvatore Patamia, al quale hanno partecipato con il sindaco Ugo Pugliese i rappresentanti di Arpacal e dell’Azienda Sanitaria Provinciale, l’esperto qualificato incaricato dal Segretariato, per la verifica degli interventi da attuare per restituire alla fruibilità il sito.

L’esperto qualificato, dopo questo sopralluogo alla fortezza, ha constatato con propria strumentazione quanto già accertato da Arpacal e, con documenti in mano, ha allegato uno specifico piano di indagine che prevede l’estrazione di 30 carotaggi (diametro di circa 85/100 mm e profondità pari a circa 2,50 su una superficie totale di 4.200 mq) per poi procedere, previa caratterizzazione ambientale, alla redazione del progetto di bonifica. L’esperto ha rilevato nell’area circoscritta, di circa 4.200 mq, valori di ratei di dose pari a 400 nGy/H, superiori di circa quattro volte di quelli del fondo radioattivo ambientale che nella città di Crotone è di 96 – 100 nGy/h. Le carote estratte verranno successivamente analizzate dal punto di vista chimico e radiologico al fine di potere stabilire le modalità di risanamento del sito.


(da Comunicato Stampa del Segretariato Regionale Mibac per la Calabria del 26 luglio 2018)
Trattandosi di area sottoposta a tutela monumentale, il 20 luglio 2018 è stata inviata alla Soprintendenza competente la richiesta di autorizzazione ad effettuare le indagini ambientali (carotaggi) come sopra descritte. Dal risultato di tali indagini scaturirà un progetto di bonifica corredato da una perizia di spesa che sarà oggetto di gara d’appalto. Il Progetto, la perizia di spesa e quindi la quantificazione dei costi, dipenderanno dalla profondità e dalla consistenza del materiale inquinato e pertanto dalla quantità di terreno da asportare, trasportare a discarica ed infine smaltire. Quanto sopra per evidenziare, qualora necessario, l’azione fin qui svolta, quale sia stata e quale è tuttora l’attenzione e l’approccio di assoluta solerzia dello Scrivente rispetto ad una materia tanto specialistica quanto complessa che non può e non deve assolutamente essere sottovalutata. Si vuole rassicurare la cittadinanza di Crotone sul massimo impegno con il quale il Segretariato Regionale MIBAC continuerà a profondere per una sollecita risoluzione della problematica relativa alla riapertura del Castello e per la quale è stata Istituita una Unità Organizzativa apposita.