A Crotone, nella cosiddetta “Area Gravina” le indagini archeologiche pregresse, condotte a partire dagli anni ’70, hanno identificato parte dell’abitato della città antica, caratterizzato da luoghi dedicati ad attività produttive e, secondo alcuni ipotesi, il limite tra questo settore e l’area pubblica dell’agorà. 

Comunicato Stampa del Comune di Crotone

Insieme al mondo della scuola e dell’associazionismo cittadino è stato redatto un programma che permetterà al prof Carlo Rescigno, coordinatore scientifico del progetto Antica Kroton e alla Soprintendente arch. Stefania Argenti di presentare le prime rilevanze scientifiche degli scavi sui cantieri aperti congiuntamente alle prossime attività archeologiche.

L’Amministrazione comunale, titolare di una parte rilevante di un progetto culturale che mette al centro il patrimonio archeologico e storico attraverso un modello di trasformazione urbana messo a sistema con Regione Calabria e Mic, ritiene che sia importante condividere con la collettività un modello di partecipazione che dalla comunicazione ed animazione possa proseguire a contaminare aspetti progettuali fondamentali di una transizione che da troppo tempo è attesa su questo territorio.

E’ per questa ragione che prima di ottemperare ad esigenze tecniche della chiusura amministrativa di questi cantieri, l’amministrazione si appresta a condividere con la città queste rilevanze secondo il seguente programma:

Giovedì 7 novembre alle ore 9,30 insieme al Prof Carlo Rescigno e alla Soprintendente Stefania Argenti verranno illustrate le prime risultanze archeologiche degli scavi congiuntamente ai prossimi scavi presso l’Urban Center sito in viale Cristoforo Colombo sul lungomare di Crotone.

All’iniziativa interverranno il sindaco Voce e il dirigente dell’U.O Antica Kroton Antonio Senatore

A seguire, a partire dalle ore 11.00 ci sarà la prima apertura al pubblico del cantiere Gravina, presso via Ugo Foscolo

Venerdì 8 novembre il cantiere Gravina resterà visibile dalle ore 9,30 fino alle 12,30.

La locandina

La presentazione della SABAP del 07-11-2024

Lo scavo, attualmente in fase di svolgimento, dopo l’asportazione di strati alluvionali che obliterano i livelli antichi (limi e argille provenienti dai vicini corsi d’acqua e dalle colline), ha individuato le ultime fasi di frequentazione dell’area, i cosiddetti “livelli di abbandono”.

A questa fase si riferiscono alcuni tagli quadrangolari rinvenuti nel settore occidentale dell’attuale area scavo, ancora di incerta interpretazione (potrebbe trattarsi di tombe o resti di attività produttive non meglio identificate), e soprattutto una grande fossa (dal diametro di 3 metri) il cui riempimento è costituito da una consistente mole di ceramica (da fuoco o da mensa), oltre a elementi fittili e litici, resti ossei e metallici, tra cui monete bronzee e d’argento.

Il contesto, ancora in fase di scavo, al di là della sua funzione (rituale di abbandono dell’area, raccolta dalle acque di scarico che all’interno potevano essere filtrate e depurate) sembrerebbe collocabile nel corso del III secolo a.C., e costituisce un’eccezionale testimonianza della vita quotidiana della città.

Lo scavo, inoltre, sta portando alla luce diverse strutture murarie, sempre pertinenti alle ultime fasi di vita della polis greca databili tra la fine del IV e del III secolo a.C. Ad esempio, lungo il limite orientale sono emersi i resti di un edificio, di cui sono stati identificati due ambienti quadrangolari che si succedono rispettivamente a Nord e a Sud. Le strutture murarie sono realizzati in alimenti litici calcarei, talvolta blocchi sbozzati, e in alcuni casi elementi fittili, che si datano, per la tecnica edilizia per una prima analisi di materiali trovati in contesto, tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. Alla stessa fase, o di poco precedente, è anche l’ambiente quadrangolare portato alla luce lungo il limite meridionale del saggio, realizzato in blocchi calcarei riutilizzati.

Un’altra struttura muraria, parallela al limite meridionale dello scavo è stata portata alla luce nei pressi dell’angolo Sud-occidentale dell’area.

Un’ultima azione riconosciuta lungo il limite occidentale è un lungo cavo con orientamento Nord-Sud, il cui riempimento è molto simile ad uno dei limi che hanno obliterato l’intero settore. Questo taglio è identificato come i risultati di un’asportazione eseguita dopo l’abbandono, effettuata per lo spoglio di una struttura che correva con orientamento Nord-Sud.

Tra queste evidenze e la porzione di edificio rinvenuta sul lato opposto, in un’area di circa 17 metri di lunghezza, priva di strutture, si sta delineando la presenza di una grande spazio aperto, nel quale la stratigrafia e i materiali rinvenuti, testimoniano una frequentazione almeno dal VII al III sec. a.C.

Il resoconto dell’iniziativa (da Il Crotonese del 07-11-2024)

Monete d’argento e bronzo, ceramiche, resti ossei e metallici, ma soprattutto le mura di di edifici della polis greca di Kroton databili tra il IV ed il III secolo Avanti Cristo. Sono alcuni dei primi elementi rinvenuti nella campagna di scavi in svolgimento nell’area ‘Gravina’ in via Foscolo nell’ambito del progetto Antica Kroton. Giovedì 7 novembre lo scavo è stato aperto al pubblico che ha potuto ammirare quanto finora emerso grazie all’iniziativa Cantieri aperti voluta dal Comune di Crotone.
Lo scavo, attualmente in fase di svolgimento, dopo l’asportazione degli strati alluvionali che obliterano i livelli antichi ha individuato le ultime fasi di frequentazione dell’area, i cosiddetti ‘livelli di abbandono’. A questa fase si riferiscono alcuni tagli quadrangolari rinvenuti nel settore occidentale dell’attuale area scavo, ancora di incerta interpretazione (potrebbe trattarsi infatti di tombe sconvolte in antico, o resti di attività produttive non meglio identificate).

La grande fossa

Nel cantiere di scavo emerge soprattutto una grande fossa (del diametro di circa 3 m) il cui riempimento è costituito da una consistente mole di ceramica (comune, da fuoco o da mensa), spesso integra, oltre a elementi fittili e litici, resti ossei e metallici, tra i quali si segnalano alcune monete (bronzee e d’argento). Il contesto sembrerebbe collocabile nel corso del III sec. a.C., e costituisce una eccezionale testimonianza della vita quotidiana della città. Gli archeologi intendono approfondire gli studi su questa specie di pozzo per capire di cosa si tratta e perché un elemento così inusuale si trovi in quel luogo.

Antichi Edifici

Lo scavo, inoltre, sta portando alla luce diverse strutture murarie, sempre pertinenti alle ultime fasi di vita della polis greca databili tra la fine del IV e il III secolo a.C. Ad esempio, lungo il limite orientale sono emersi i resti di un edificio, di cui sono stati identificati due ambienti quadrangolari che si succedono rispettivamente a Nord e a Sud.
Le strutture murarie sono realizzate in elementi litici calcarei, talvolta blocchi sbozzati, e in alcuni casi elementi fittili, che si datano, per la tecnica edilizia e per una prima analisi dei materiali trovati in contesto, tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. Allo stesso periodo, o di poco precedente, è anche l’ambiente quadrangolare portato alla luce lungo il limite meridionale del saggio, realizzato in blocchi calcarei riutilizzati.
Un’altra struttura muraria, parallela al limite meridionale dello scavo è stata portata alla luce nei pressi dell’angolo Sud-occidentale dell’area.

Grande spazio aperto

Un’ultima azione riconosciuta lungo il limite occidentale è un lungo cavo con orientamento Nord- Sud, il cui riempimento è molto simile ad uno dei limi che hanno obliterato l’intero settore. Questo taglio è identificato come i risultati di un’asportazione eseguita dopo l’abbandono, effettuata per lo spoglio di una struttura che correva con orientamento Nord-Sud.
Tra queste evidenze e la porzione d’edificio rinvenuta sul lato opposto, in un’area di circa 17 m di lunghezza, priva di strutture, si sta delineando la presenza di un grande spazio aperto, nel quale la stratigrafia e i materiali rinvenuti, testimoniano una frequentazione almeno dal VII al III sec. a.C. Per il momento siamo alla fase di studio per cui nessuno si sbilancia su cosa possano essere le strutture murarie (templi, abitazioni, botteghe?) e il grande spazio aperto. L’auspicio è che quanto è stato scavato non venga ricoperto come si prevede.

Galleria Fotografica

Di seguito alcune delle foto della Galleria fotografica di Giuseppe Pipita per “il Crotonese”.
Per guardarle tutte vai al link:
https://www.ilcrotonese.it/fotogallery/foto-antica-kroton-aperto-al-pubblico-cantiere-di-scavo-gravina/

antica-kroton-scavi-archeologici-gravina-32694

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