(Di Marina Vincelli per la Provincia KR)

Al Museo archeologico di Cirò Marina non c’è solo l’acrolito di Apollo ad attrarre tutta la nostra attenzione. Ci troviamo niente poco di meno che al cospetto di due dee: Demetra e Persefone. Le due dee, madre e figlia, unite dai culti della fertilità e della rinascita oltre la morte, oltre che naturalmente dai riti orfici e dai famosi misteri eleusini. “Persefone” la dea rapita da Ade, il dio degli inferi, che grazie alle lacrime e alla ostinazione della madre Demetra, ottiene il permesso da Zeus di tornare sulla terra per quattro mesi all’anno. Ed ecco perché in primavera tutto rifiorisce. E’ il mito di Proserpina che torna sulla terra, alla luce del sole. E sprigiona la primavera, con i suoi colori e con il rifiorire della natura. Persefone si riconosce dalla collana particolare e dal melograno che lei tiene in mano . I chicchi di melograno che, secondo il mito, lei mangiò nell’Ade, a causa dei quali fu condannata a restare nel mondo dei morti per gran parte dell’anno. Di fronte ci sono le vetrine con un centinaio, forse di più, di statuine, tutte raffiguranti la dea Demetra, sua madre.

Demetra col porcellino e la lucerna.

La particolarità dalla quale si riconosce Demetra è che la dea viene accompagnata da due elementi che la qualificano: un porcellino (che lei tiene in braccio) e una lampada a forma di croce. Il porcellino, simbolo di abbondanza, è l’animale a lei dato in dono dagli iniziati ai riti eleusini e la lucerna a forma di croce, simbolo di rinascita, è quella con la quale Demetra cercava disperatamente la figlia Persefone nell’Ade. Demetra rappresenta l’energia materna, la vera nutrice e protettrice dei giovani. Non necessariamente è la madre biologica delle sue creature, poichè sa nutrire con pari amore anche amici, conoscenti e compagni, che in lei vedono la buona madre sulla cui spalla si può piangere. Figlia di Rea e di Crono, Demetra è descritta nell’inno omerico come sorella maggiore di Zeus, con cui concepì l’adorata figlia Persefone-Kore.

Intervista ad Elio Malena.

Ma da dove vengono tutte queste statuine di Demetra? Che il culto della dea fosse diffuso anche in Calabria, oltre che naturalmente in Sicilia, si sa per le notevoli presenze rintracciate per esempio a Locri, ma anche a Strongoli, Policoro, Carfizzi. Pure a Cirò era stata ipotizzata, da parte di alcuni studiosi, la presenza del culto di Demetra. Ma – tutte queste statuine – è la prima volta che vengono esposte! Per saperne di più abbiamo contattato l’archeologo Elio Malena, un esperto di Cirò, a cui si deve il merito di molte delle scoperte fatte sul posto.
Da dove provengono tutte quelle statuette di Demetra con maialino e lucerna?
Le statuine provengono dal tempio dedicato a Demetra, scoperto nel 2000, da me segnalato alla Soprintendenza che ha eseguito una serie di saggi e lo ha studiato.
Ma adesso è visibile questo tempio?
No. Adesso ci passa la strada sopra. E’ stato studiato, sono stati fatti i rilievi e poi è stato ricoperto dalla soprintendenza.
Dov’è ubicato il tempio?
Il tempio di Demetra è sul vecchio bivio per Cirò, il bivio dell’alice. Nei pressi del tempio si trovava poco più in alto una sorgente. Infatti il culto è legato alla presenza di acqua che a sua volta simboleggia il fluire della vita. Ora la sorgente è stata spostata un po’ più in basso, dove è stata costruita la famosa Fontana del principe.
Ma, tutte queste statuine le avete trovate lì?
Certo. Oltre un migliaio. Nel museo ce ne sono un centinaio. Le altre devono essere recuperate e studiate. Poi saranno esposte anch’esse.
Avete trovato altro nei pressi del tempio di Demetra?
Certo. Monete, fibule d’argento e materiali ceramici, vasetti, anforette, alcune delle quali sono quelle esposte nel museo.
Molto interessante. Ma perché le statuine erano così tante? Le avete scoperte in più posti diversi?
No. Erano tutte in un’unica fossa accanto al muro perimetrale del tempio. Oltre un migliaio. Tutte insieme con altri oggetti votivi.
Tutte insieme? Nascoste in una fossa vicino al tempio? Perché?
Le statuine furono sotterrate vicino al tempio quando i romani soppressero il culto della dea Demetra. Perciò sono state nascoste così bene per tanti secoli.
Con i decreti di Teodosio il Grande, l’imperatore cristiano che dichiarò il cristianesimo religione di stato, la storia – durata più di due millenni – dei Mysteria si conclude. Tra il 391 e il 393 dC, la persecuzione contro i pagani venne intensificata e i loro templi vennero chiusi e distrutti. Incredibile cosa può contenere un piccolo museo di provincia. Millenni di storia, offuscata e dimenticata. Storie incredibili di un passato davvero bellissimo.