Il Castello Carlo V di Crotone cambia assegnazione: passa dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone alla Direzione Regionale Musei della Calabria. Lo ha stabilito il decreto numero 996 del 18 ottobre 2023, sottoscritto congiuntamente dal Direttore generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Luigi La Rocca, e del Direttore generale Musei, Massimo Osanna, sentito il Capo di Gabinetto del Ministro, Francesco Gilioli.

Il Decreto diventerà effettivo entro la fine del mese di novembre ed è stato preparato da un intenso lavoro di collaborazione tra la Soprintendenza, diretta dall’architetto Stefania Argenti, e la Direzione regionale Musei, retta ad interim dal dottor Filippo Demma. L’operazione ha coinvolto anche gli uffici del Segretariato Regionale MiC per la Calabria e avviene in un momento nel quale si concludono i lavori di bonifica del sito e si rende quindi necessario operare nell’ottica di una riapertura al pubblico. Lo rende noto un comunicasto stampa il Ministero della Cultura

Dopo il parco archeologico di Capo Colonna, dunque anche il Castello cambia conduzione e va nelle direttive dell’archeologo Filippo Demma a capo dell’Ente di coordinamento regionale.
Il 22 maggio 2023 era stato sottoscritto il rinnovo annuale dell’assegnazione – tramite protocollo d’intesa tra la Soprintendenza Abap per le province di Catanzaro e Crotone, il Comune di Crotone e la Direzione regionale musei Calabria – per la valorizzazione delle emergenze storiche e monumentali della città di Crotone ed in particolare per la gestione del Castello di Carlo V.
Ebbene successivamente a questo atto, si legge nel decreto, in ragione del decreto che verrà emanato entro il dicembre prossimo di riordino e organizzazione dei musei italiani, è intervenuta la comunicazione con cui «la Direzione generale musei, con nota protocollo 19547 del 12/10/2023, ha informato “di aver attivato, di concerto con l’ufficio di Gabinetto del ministro, le procedure funzionali alla summenzionata assegnazione”, disponendo l’attuazione delle iniziative volte a procedere tempestivamente al suo perfezionamento».

Il Comunicato stampa delinea un ulteriore futuro nella gestione per il Castello-fortezza di Crotone: “Il trasferimento di competenze avviene in previsione dell’adozione di un prossimo decreto ministeriale di aggiornamento del provvedimento di riorganizzazione e funzionamento dei musei statali, con il quale il Castello verrà definitivamente assegnato a un nuovo istituto dotato di autonomia speciale che riunirà sotto un’unica direzione i Parchi archeologici ed i Musei di Crotone e Sibari. Il nuovo istituto curerà il restauro e la riapertura al pubblico del Castello, chiuso al pubblico dal 2018 a causa della presenza di fosforiti, che potrà finalmente essere integrato in una pluralità di percorsi di visita, con lo scopo di mettere a sistema lo straordinario patrimonio storico, archeologico e monumentale della città di Crotone, proseguendo la politica di collaborazione con il Comune già perseguita in questi anni dalla Direzione regionale Musei Calabria e dalla Soprintendenza ABAP. Attualmente, la parte visitabile viene aperta al pubblico per 15 ore settimanali in totale, a cura del Comune di Crotone, grazie a pregressi accordi con la Soprintendenza“.

L’assegnazione ha efficacia a far data dal prossimo 20 novembre. «Al fine di consentire alla Soprintendenza Abap di predisporre tutte gli atti necessari per procedere alla consegna formale del bene nella data indicata», il Ministero autorizza «sin da ora, la Direzione regionale musei ad avviare tutti i procedimenti volti ad attuare all’interno del bene in esame, tutte le opere e le iniziative necessarie a garantire, in vista della formale consegna del bene da parte della Soprintendenza Abap, il massimo grado possibile di accessibilità del Castello».

Sempre il decreto, invita e autorizza, la «Soprintendenza Abap a svolgere tutte le attività funzionali a garantire la fruizione del bene, secondo le modalità attualmente in essere, fino alla data in cui lo stesso verrà formalmente consegnato alla Direzione regionale musei, anche ed eventualmente mediante la prosecuzione della collaborazione in essere con il Comune di Crotone».

Per il Sindaco Voce «Il ruolo del Comune rimane inalterato»

«Stento a comprendere alcuni infondati allarmismi in ordine al recente decreto emesso dalla direzione generale per i musei presso il ministero della Cultura di concerto con la direzione generale per l’archeologia, belle arti e paesaggio sulla assegnazione del Castello di Carlo V».

È quanto scrive il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, in merito al decreto numero 996 del 18 ottobre scorso del ministero della Cultura che trasferisce la competenza per la fortezza aragonese dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone alla Direzione regionale musei della Calabria.

«Il provvedimento ministeriale – spiega Voce – si limita a trasferire la “assegnazione” della competenza sul Castello di Carlo V dalla soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio di Crotone e Catanzaro alla Direzione Regionale Musei della Calabria in alcun modo alterando il ruolo del Comune di Crotone, che anzi viene espressamente richiamato nel decreto allorquando si riferisce della prosecuzione del rapporto di collaborazione già in essere con gli organi statali e che dovrà proseguire».

«Il decreto viene emesso – precisa il sindaco – sul presupposto della imminente ultimazione dei lavori di bonifica e restauro e dell’intento di incrementarne la fruibilità».

«Non merita la benché minima considerazione – attacca Voce – chi tenta di ingenerare polemiche campanilistiche su una mera trasmigrazione interna di competenze fra organi dello stesso Ministero».
«A noi interessa solo – commenta il sindaco – che le istanze della città di Crotone sulla valorizzazione e la preservazione del nostro patrimonio culturale vengano tenute in adeguata considerazione, e non possiamo che auspicare che il rapporto collaborativo sulla gestione del castello finora intrattenuto con la locale soprintendenza, sia proficuamente proseguito con la direzione regionale musei che già ha peraltro svolto in ruolo concreto in tal senso, essendo parte del protocollo di intesa vigente con il Comune di Crotone per la gestione del bene», conclude Voce.

Intervento del Consigliero Meo (23-10): Ora non abbiamo neanche un Castello

Il Decreto della “Direzione generale Musei e della Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio” di recente pubblicazione, prevedibile presagio di quanto accadrà e più ancora, la colpevole sottovalutazione di tutto quanto sta accadendo, addirittura da anni a questa parte, avuto riguardo alla nostra Fortezza che fu di Carlo V, ed al nostro patrimonio, storico ed archeologico, obbligano ad alcune elementari considerazioni. Intanto, bisogna dare atto alla Commissione IV che quanto stava avvenendo ha molto più che presagito, ed in funzione di quanto era facilmente prevedibile, si è fatta interprete di quelle che dovrebbero essere le istanze di una Comunità che ha visto il Comune di Crotone trasferire, negli anni, al Ministero circa 20 milioni di €.

Ad oggi pure a fronte del trasferimento di risorse così ingenti non abbiamo un Parco archeologico, non abbiamo una degna sede della Soprintendenza e non abbiamo neanche un Castello, se è vero come è vero che la parte più importante della Fortezza è immotivatamente chiusa da una mezza dozzina di anni, un fatto incredibile e l’inverosimiglianza sta anche nell’assenza di reazione del territorio. Neppure è bastato destinare milioni di € delle risorse che erano destinate al Progetto Antica Kroton al Ministero per attuare la bonifica del Castello o per altri scopi ancora.

Tutte tali finalità, ad oggi, sono state bellamente eluse, il Castello infatti rimane chiuso, il Parco archeologico è una spianata desolata, nessun programma di valorizzazione né del “Parco archeologico” e neppure del Castello in vista, tantomeno sono in programma scavi archeologici duraturi, o per meglio dire gli scavi archeologici da parte del Ministero sono sì previsti (sappiamo che il Comune di Crotone ha quasi del tutto rinunziato a riportare alla luce anche una sola pietra dell’antica Kroton), ma nell’area Ariston, dove gli stessi avverranno, indiscrezioni dicono che fatti gli scavi, fatte le pubblicazioni scientifiche del caso, tutto verrà ricoperto.

Oggi arriva un decreto con il quale secondo il primo cittadino si opera un mero avvicendamento che per la verità non avrebbe alcuna esigenza di un decreto e del resto se l’italiano ha un senso, ben altro è il senso, del Decreto in argomento, ma staremo a vedere.

Soffermiamoci su ciò che invece è certo. Il Sindaco, l’Amministrazione comunale, nonostante più volte sollecitati, sia in Consiglio Comunale che nella preposta Commissione cultura, ad oggi, nulla assolutamente niente hanno fatto, nessun passo hanno compiuto neppure per valutare l’opportunità di acquisire al demanio comunale il Castello di Carlo V che pure ad oggi è sede dei locali che ospitano la Biblioteca comunale, (inagibile), il Museo civico, (non fruibile), senza contare che il Comune dispone, pure per gentile concessione e per un orizzonte temporale oramai assai limitato, della magnifica Torre aiutante (o del Tenente), ad oggi paurosamente sotto utilizzata, per quanto, la stessa, sia essa stessa sede, sulla carta, dell’istituzionalizzato Museo civico. Il Comune dispone, quindi, solo di una porzione del Castello che di fatto è utilizzata molto al di sotto delle sue potenzialità, quanto, soprattutto, non può venire utilizzata allo scopo di attrarre finanziamenti che siano conseguenti a progettualità che di certo non hanno possibilità di esprimersi su un orizzonte temporale così ristretto, di qualche mese appena.

Quello che sarebbe stato perciò lecito attendersi era un impegno dell’Amministrazione volto a realizzare un piano di valorizzazione del Castello ed un’analisi di quelli che sarebbero i costi di mantenimento della struttura. Nulla di tutto questo è stato ad oggi anche soltanto tentato. D’altro canto, il preposto Settore, le indubbie, notevoli professionalità al suo interno, così magistralmente dirette, sono, per volontà politica, assorbite quasi completamente, a spendere i soldi dell’Eni, impiegandoli, tra l’altro e l’elenco non è da intendersi come esaustivo, nell’ingaggio di comici, cantanti, stewards, acquisto di sedie, palchi, fuochi pirotecnici ed a breve, possiamo supporre nella predisposizione della degna accoglienza da riservare ad Amadeus ed alla sua Corte.

Stante le premesse, per quali ragioni il Ministero dovrebbe o anche solo potrebbe prendere in esame la possibilità di cedere il Castello al Comune, fermo restando che ad oggi non esiste alcun atto d’indirizzo in tal senso, nessuna richiesta formale, ma neppure niente che assomigli ad un piano di valorizzazione e che le condizioni di abbandono e di sotto utilizzo della parte di pertinenza, ancora per qualche mese, dell’Ente comunale, paiono così vergognose, e quindi, per quale ragione la Direzione dei Musei e quindi il dott. Demma, non dovrebbe “prendersi” il Castello, e farne sontuosa sede degli uffici del nascente “Parco archeologico Crotone – Sibari”, piuttosto che deposito di atti polverosi e reperti vari ?

Finirà così, il Castello o buona parte di esso, quando saranno terminati i lavori di bonifica che lo si ripete sono stati finanziati dal Comune di Crotone e mai concretamente iniziati, sarà adibito in tutto o in parte quale sede di uffici, ma del resto, il destino di questa fortezza, pare, essere quello di essere sede di “uffici”, così è stato prima e dopo l’otto settembre 1943, altra occupazione evidentemente, non ci meritiamo.

(Avv. Fabrizio Meo Consigliere comunale)