Il 30 luglio 2011, alle ore 10.30, presso i locali del Comune di Torre Melissa (KR), si è tenuta luogo una conferenza stampa nel corso della quale sono stati illustrati i risultati dell’attività di scavo (gennaio-aprile 2011) effettuati sul sito archeologico in località “Valle di Casa”.

Hanno partecipato:

  • Dott. Gino Murgi Sindaco di Melissa
  • Dott.ssa Simonetta Bonomi Soprintendente per i Beni Archeologici della Calabria
  • Dott.ssa Maria Grazia Aisa archeologo direttore Coordinatore della Soprintendenza Archeologica della Calabria. Ufficio territoriale della Crotoniatide.
  • Cap. Raffaele Giovinazzo Comandante del Nucleo Regionale Tutela Patrimonio Culturale Carabinieri.
  • Prof. Mario Caligiuri, Assessore alla Cultura Regione Calabria

Il sito era stato individuato nel giugno del 2007 a seguito di attività investigativa svolta da personale dipendente del Nucleo CC T.P.C. di Cosenza, comandati dal Cap. Raffaele Giovinazzo. Vennero individuati in località Valle di Casa di Torre Melissa resti pertinenti ad un edificio monumentale emersi durante i lavori di scasso propedeutici alla costruzione di un edificio privato. Gli stessi Carabinieri e gli archeologi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria dell’Ufficio Scavi di Crotone diretto dalla dott.ssa Maria Grazia Aisa, recuperarono dalla terra di risulta diversi altri elementi pertinenti a colonne, fregi, trabeazione e al crepidoma1 di una struttura monumentale di età ellenistica.

In seguito all’interessamento del Soprintendente in carica dott. Pier Giovanni Guzzo, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, nella persona del Ministro On. Francesco Rutelli, avviò la procedura per lo stanziamento di risorse economiche adeguate  all’approfondimento delle indagini archeologiche.

Gli scavi, effettuati tra il 10 gennaio ed il 19 aprile 2011 hanno portato all’individuazione di una complessa stratigrafia archeologica sotto lo strato di cemento gettato a regolarizzare la superficie e atto ad ospitare le fondamenta del costruendo edificio, stratigrafia purtroppo danneggiata superficialmente dallo stesso scasso.

L’area indagata, di oltre 400 mq di superficie, presenta una fase di frequentazione di età romana, testimoniata da una tomba alla cappuccina posta a chiudere una incinerazione indiretta di un infante (attribuibile per la presenza di un balsamario alla fine I a. C. – inizi I d. C.), scavata nel terreno di colmatura di strutture monumentali poste ai livelli inferiori.

Lo porzione centro-settentrionale dello scavo è occupata da una imponente struttura parzialmente posta in luce, caratterizzata da due ambienti tra loro comunicanti. Nell’ambiente orientale sono state recuperate appliques in terracotta e frammenti di statuette fittili associati a ceramica a vernice nera di età ellenistica.

L’ambiente occidentale è stato oggetto di riuso in un’epoca ancora da precisare; infatti il vano è quasi completamente occupato da una serie di scheletri (14) che per le modalità di deposizione fanno supporre che siano esito di una epidemia. L’edificio è circondato da alcune sepolture monumentali e da una tomba ad incinerazione indiretta di età ellenistica.

Gli elementi architettonici, già venuti in luce al momento della scoperta insieme ad altri individuati in fase di scavo, sembrerebbero invece pertinenti ad un edificio ancora da indagare. Ci si riferisce in particolare ad una serie di rocchi di colonna crollati in connessione tra loro, che trovano confronti precisi con altri già recuperati.

I risultati finora ottenuti sono estremamente parziali dal momento che il finanziamento non ha permesso né di eseguire uno scavo sull’intera estensione (è stato scavato un quarto ca. dell’intera area) ne di raggiungere gli strati sterili. Sarà pertanto necessario reperire un finanziamento più congruo che permetta di approfondire le indagini avviate e di approntare un piano di valorizzazione adeguato per uno dei siti archeologici più interessanti scoperti recentemente nel comprensorio dell’alto Jonio Crotonese.

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Documenti di riferimento

Note

  1. Nell’architettura classica, prende il nome di crepìdoma la piattaforma a gradini rialzata in pietra sulla quale veniva costruito il tempio[]