Introduzione
Le sirene ritrovate presso il Santuario della collina (acropoli) di Hephaistia, scoperto nel 1929 nella stagione di scavi promossa Scuola Archeologica Italiana di Atene, condotti da Alessandro Della Seta, sono sicuramente parte del culto della grande Dea venerata nel Santuario1.
Gli scavi archeologici della missione italiana hanno portato alla scoperta di case, di un santuario e di una vasta necropoli a cremazione, appartenente alla popolazione pre-greca, abitante l’isola tra il sec. VIII ed il VI a. C.: il santuario appare, infatti, distrutto negli ultimi anni del VI secolo 2.
Lemnos (in greco: Λήμνος) è un’isola greca localizzata nella parte settentrionale del Mar Egeo, a sud della Tracia. Secondo Omero i primi abitanti dell’isola furono i Sintii, popolazione della Tracia a cui secondo Tucidide sarebbero seguiti i Tirreni o Pelasgi, come abitanti pregreci, identificati dai Greci come i progenitori degli Etruschi. Nel VI secolo a.C. divenne possedimento ateniese grazie a Milziade che l’espugnò. Efestia (῾Ηϕαιστία, ῾Ηϕαιστίας, Hephaestia) era la città principale dell’isola di Lemno, situata nella insenatura settentrionale (Kòlpos Pournias), nei pressi dell’odierno villaggio di Paleopoli.
Nella mitologia greca, Lemnos è nota per le sue donne, le Lemniadi, ricordate per aver trascurato gli obblighi cultuali nei confronti di Afrodite e perciò condannate dalla dea ad essere respinte dai mariti, ma anche nei racconti sugli Argonauti), con varianti in Apollonio Rodio e in Eschilo 3.
Nella necropoli di Efestia tra gli oggetti contenti nei cinerari emergono piccoli askoi configurati a forma di sirena. Invece per il Santuario, lo studio del materiale votivo contenuto nella stipe votiva ha permesso di delineare l’aspetto storico-religioso connesso al culto e, quindi, di risalire alla divinità che era titolare del santuario: l’area sacra con la ricca stipe era consacrata alla Grande Dea Lemnos, la stessa divinità che avrebbe dato il nome all’isola e che, nelle fonti, si ritrova assimilata alla Bendis dei Traci ed alla Cibele dei Frigi, nonché alla Grande Dea Kabeirò che, con Efesto, avrebbe generato i Kabeiroi o Grandi Dei4.
Nella stipe votiva si evidenzia la numerosa presenza di statuette fittili, dello stesso tipo di alcune tombe della necropoli, ma di dimensioni maggiori (lunghezza: 0,33 m, altezza: 0,45 m) 5, che evidenziano “l’aspetto esoterico e salvifico evidentemente connesso al culto presso il Santuario: le numerose sfingi e sirene fittili riproducono o evocano demoni del fascino connessi al mondo ultraterreno”. “La fase cronologica in cui fu realizzata la stipe, cioè la econda metà del VII sec. a.C., coincide con l’epoca in cui si registra un radicale mutamento a livello ideologico tra le tombe ad incinerazione della necropoli”6.

La statuina si erge su una base rettangolare e, a parte il volto, che è realizzato a stampo, il resto della statuina è interamente realizzato a mano. Il corpo a forma di uccello è attribuito in posizione frontale, mentre le zampe e la coda dell’uccello appaiono di profilo. Le ali, piuttosto imponenti, spuntano da dietro il busto e formano due semicerchi simmetrici nella parte posteriore del collo della Sirena. Ha i tipici tratti del viso arcaici e il suo viso è bordato di riccioli. Indossa un copricapo di polo e orecchini 7.
Video
Il video proposto è la registrazione di un Webinar curato dal MArTA Museo Archeologico Nazionale di Taranto, trasmesso in live streaming il giorno 27 gen 2021
Il prof. Riccardo Di Cesare, professore di Archeologia e storia dell’arte greca presso l’Università di Foggia, introdotto dalla direttrice Eva Degl’Innocenti, ha parleto delle ricerche più recenti sul ”Il santuario delle Sirene di Efestia (Lemno)”
Sullo stesso argomento “Efestia Lemno Sirene) numerosi altri video in italiano sono presenti su Youtube:
https://www.youtube.com/results?search_query=efestia+lemno
Tra questi si segnala il video “Le sirene di Efestia (Lemno, 1929-30)” dal canale della Scuola Archeologica Italiana di Atene. La presentazione è a cura del Dott. Germano Sarcone della Scuola Normale Superiore, Pisa.
Note
- Riccardo Di Cesare. Il santuario arcaico dell’acropoli di Efestia: l’Edificio con stipe. Relazione preliminare (scavi 2018), in “Annuario della Scuola Archeologica di Atene e delle Missioni Italiane in Oriente”, vol. 96, 2018, pp. 9–33.[↩]
- D. Mustilli, Efestia, in Enciclopedia dell’ Arte Antica – Treccani, 1960[↩]
- Lemma “Lemniadi” in Wikipedia[↩]
- Laura Ficuciello. Segni di trasformazioni sociali ad Hephaistia tra l’età subgeometrica ed il periodo arcaico. 2008[↩]
- Figurine of a Siren in http://odysseus.culture.gr[↩]
- L.Ficuciello 2008, op. cit.[↩]
- Descrizione da cit. odysseus.cluture.gr[↩]