L’obiettivo di questo articolo è quello di ricostruire il ritrovamento di un deposito di monete scoperto nell’inverno 1878-79 a Crotone, lungo il fiume Esaro, originariamente situato nel mezzo dell’area suburbana dell’antica città.
Le discrepanze della documentazione e le circostanze esatte sono state studiate a seguito delle fonti disponibili, al fine di creare una fedele ricostruzione della scoperta.
Questo tesoro è stato considerato una scoperta eccezionale, soprattutto in una parte della città che nell’ultimo decennio ha dato prove analoghe, sebbene finora trascurata a causa delle difficoltà di identificare alcuni vecchi toponimi.
L’articolo tenta di ricostruire le reali circostanze del rinvenimento fortuito di un ricco tesoretto monetale venuto alla luce nel suburbio di Crotone, nell’inverno 1878-79, a causa di una frana verificatasi sulla riva destra del fiume che, nella Kroton magno-greca, correva in mezzo all’area urbana.
Partendo dal confronto delle versioni fornite da quattro fonti autorevoli, contemporanee (Antonio Lucifero, Giuseppe Fiorelli) o di poco posteriori agli avvenimenti (Armando Lucifero, Nicola Sculco), vengono inoltre indagate le discrepanze della documentazione in ordine alla data della scoperta, al sito, all’identitadei rinvenitori, al numero, alla qualità e ai tipi delle monete, alle piazze di vendita, all’identità di venditori e acquirenti.
Ciò ha consentito di inquadrare in modo puntuale un ritrovamento che nell’immediato suscitò grande scalpore e di cui si conservò a lungo memoria in città (un accenno e anche in Paolo Orsi); oltretutto, esso avvenne in un settore dell’abitato antico che ha restituito testimonianze analoghe anche nell’ultimo decennio, ma che proprio tra fine Ottocento e inizio Novecento fu teatro di altre importanti scoperte fin qui sottovalutate a causa delle difficoltà di identificazione di toponimi oggi desueti.