Testo estratto dalla ProvinciaKR. Intervista a cura di Davide Pirillo.

Faillo di Crotone (in greco antico: Φάϋλλος, Fáÿllos;  Crotone, VI sec. a.C. – dopo il 480 a.C.) è stato un atleta e militare greco antico. Ottenne tre vittorie ai Giochi pitici, due nel pentathlon  e una nella corsa dello stadio, mentre ai giochi di Olimpia  non conseguì vittorie. Partecipò alla battaglia di Salamina del 23 settembre 480 a.C.

Kroton tra passato, presente e futuro: ne parliamo con Gianluca Facente, giovane scrittore e poeta crotonese. Gianluca è relatore per il Gruppo Archeologico Krotoniate, autore di libri e di diverse pubblicazioni su riviste culturali.

Oggi Gianluca (vuole essere chiamato semplicemente per nome) è impegnato nella stesura di un romanzo storico, dedicato all’eroe Faillo, dopo il successo del suo precedente libro: “L’ultimo re di Delfi” che ha raggiunto un buon successo nazionale, contribuendo così a far conoscere la storia della città di Crotone ben oltre i confini del Mezzogiorno: l’opera ha avuto riconoscimenti prestigiosi, tra cui quello del quotidiano “La Repubblica” che ha pubblicizzato il volume gratuitamente per ben quattro settimane; ha ricevuto inoltre un premio al festival Veliero della letteratura e del cinema.

Da tempo, questo crotoniate quarantenne, è attivo nel campo culturale, la sua relazione “Magnificenza sui miti di fondazione di Kroton” ha fatto il giro di tutte le scuole e ha aperto la rassegna di Autori in comune di MediterrArte, con tematica la mitologia. L’incontro con Gianluca è avvenuto nel corso di una riunione informale tra giovani appassionati di storia magno greca dove è stato prima ascoltato e poi “tartassato” di domande in una vivace agorà.

Kroton tra mito e storia… qual è la reale portata di quella che fu celebrata come tra le più importanti poleis della Magna Grecia?

Diciamo che demograficamente e anche territorialmente risulta essere un compito molto arduo effettuare una ricostruzione dell’antica città. Nonostante gli sforzi di autorevoli studiosi contemporanei, autoctoni e non, riprodurre una cartina completa di Kroton risulterebbe quanto meno opera fantasiosa. Possiamo dire con certezza di conoscere, grazie ai resti portati alla luce dagli scavi, alcuni quartieri della polis greca riguardanti una zona nord e una zona sud, divise dal fiume Esaro, l’Acropoli con l’antica arx presumibilmente sita dove attualmente sorge il centro storico della città moderna e ovviamente, l’area sacra di Capo Lacinio. Militarmente, stando alle fonti relative alla battaglia della Sagra, che oppose la città a Locri, Kroton poteva vantare un esercito di circa centomila unità. Considerando questo come un dato storico possiamo azzardare, in proporzione, un computo della popolazione, presumendo che constasse di circa trecentomila abitanti. Dal punto di vista sociale, inizialmente, non doveva essere organizzata in maniera molto diversa dalle poleis della Madrepatria.

C’è da dire che il governo di stampo oligarchico, comprendente un organo consiliare, a capo di tutta la struttura politico-amministrativa della città, non favorì mai l’ascesa di un tiranno, a differenza di quanto accadde in altri posti di cultura ellenica. Questo potrebbe dimostrare una innata maturità della popolazione crotoniate, spiegando così la fioritura di movimenti culturali di altissimo livello e siamo così arrivati all’ultimo punto che è quello che preferisco. Kroton fu da subito improntata all’agricoltura e allo studio. Con la parola “studio” intendo osservazione filosofica, pratica delle arti mediche nonchè continuità con le antiche discipline atletiche già contemplate in Grecia.

Kroton ha sublimato il concetto stesso di “atleta” risultando la prima città (forse neanche Sparta e Atene ne ebbero una) a creare una scuola atletica e soprattutto, grazie ad Alcmeone e Democede, fu la prima città ad avere una scuola medica, intendendo la medicina come oggi è riconosciuta, elevandola da mera magia a scienza. Il più luminoso astro della cultura crotoniate e mondiale l’ho tenuto per ultimo: il fondatore della Sacra Scuola che porta il suo nome, forse la più grande mente di sempre, Pitagora.

A me piace andare un pò contro chi sostiene che Kroton fu la città del Maestro, ma solo per dare alla città la dimensione che merita. Infatti Kroton non fu la città di Pitagora, bensì la polis che lo affascinò a tal punto da esserne attratto. Infatti il fermento culturale che caratterizzava la città portò il filosofo di Samo a sceglierla per piantare le radici della disciplina che rinnovò e, diciamolo pure, sconvolse tutta la cultura del mondo conosciuto.

Milone, Faillo, Filippo, Pitagora: chi tra questi (o altri) rappresenta meglio lo spirito della antica Kroton? Quali i miti fondanti?

Come direbbe il mio grande amico Giovanni Arone, Kroton è Pitagora e Pitagorismo anche se i nomi che lo precedono hanno incarnato, per motivi diversi, lo spirito stesso della fierezza crotoniate. Soprattutto Faillo che fu il primo vero eroe d’Occidente. Pitagora è l’Annunciatore di Apollo. Apollo è il Dio di Delfi, il cui sacerdote più celebre, mitologicamente, è Alceo alias Eracle che è anche, sempre secondo il mito, colui che ispirò Miscello, spronandolo, alla fondazione di Kroton. Come vedi la nascita della nostra città è strettamente legata alla divinità delfica, inoltre il responso oracolare che ne sancisce la fondazione è proprio frutto dell’interrogazione sacra effettuata nella casa del dio Pitico a Delfi.

Il cerchio si chiude sul Maestro di Samo il cui nome (o per meglio dire soprannome) ha fra i suoi significati “colui che parla di Apollo”. Da notare che alcuni attributi tipici dei sacerdoti di Apollo erano la pelle leonina e la clava. Ultima cosa e più importante, a rinsaldare il legame fra Kroton e Apollo ci viene in aiuto la simbologia e soprattutto la numismatica. Infatti Kroton fu l’unica città al mondo (Delfi solo per pochissimo tempo) che ebbe come simbolo la rappresentazione terrena del dio stesso: il Tripode.

Cosa penserebbe Pitagora della attuale Crotone se risorgesse?

Bella domanda! Potrei risponderti accennando un parallelismo: potrei chiedere ad un cristiano cosa penserebbe del mondo Gesù se risorgesse la risposta sarebbe identica.

Tutti conosciamo i difetti dell’odierna popolazione, ma quali sono invece i pregi e l’eredità antropologica mutuati dal periodo ellenico di Crotone?

La popolazione crotonese è povera ma non è cattiva. Abbiamo un cuore grande, ma purtroppo anche innumerevoli problemi da affrontare e risolvere quotidianamente e questo ci rende burberi, ma mai cattivi. Io credo nella bontà e nella civiltà dei miei concittadini e sono fermamente convinto che presto questa terra tornerà a brillare per educazione e cultura… Guarda potrei scommetterci, forse amo troppo la mia terra, ma questo è più che un sogno, ne sono quasi certo. Quasi..

Per quanto riguarda la seconda parte della domanda credo che antropologicamente sia rimasto ben poco dell’antico seme greco. Sicuramente le varie occupazioni subite nel corso di una millenaria esistenza hanno portato i geni a mescolarsi. Considera che già all’epoca dell’invasione romana, dell’antica popolazione ancestrale era rimasto ben poco. Però posso dire, utilizzando un’espressione latina, che sento fermamente la presenza del Genius loci. Ci sono molti figli del Genius loci. Noi abbiamo delle eccellenze in tutti i campi: dalla cultura all’artigianato, dall’agricoltura agli atleti. Questo non può essere un caso.

La politica locale odierna (facendo un paragone arduo), si rispecchia più nel partito aristocratico retto dai pitagorici, oppure in quello “popolare” dei ciloniani: quali le differenze?

Ma no guarda. Sono così cambiati i tempi… Certo, la teoria dei poteri forti mi suggerirebbe l’esistenza di somiglianze con il partito aristocratico. Ma oggi i potenti non fanno politica, o meglio non direttamente. Muovono i fili dalle retrovie, ma questo è un problema mondiale non solo di Crotone. Secondo me ormai non esiste un vero e proprio partito “popolare” o, ancora peggio, non esiste un’opposizione. Li sento parlare e dicono tutti la stessa cosa, sono indistinguibili. Io non trovo differenze, ma non è colpa loro… è così difficile fare il politico ai nostri giorni e sai perchè? Perché per fare le cose giuste dovresti assumere posizioni e prendere decisioni impopolari, rischiando il linciaggio.

Esistono politici molto preparati, ma sono mosche bianche. Una volta si faceva vita di partito, si militava e si imparava. Ora si alza Pinco pallino dice 2 cose in piazza, si candida e fa il politico. E noi ci ritroviamo quasi a rimpiangere i protagonisti della prima Repubblica. Preparazione gente! Preparazione… approssimazione è fallimento!

Dopo questo disastroso quadro post-industriale, il nostro patrimonio culturale e archeologico può rappresentare una svolta economica?

Può esserlo ma dobbiamo remare tutti nella stessa direzione. Molte volte e su tante decisioni siamo stati disuniti. Dobbiamo puntare seriamente su ciò che può far svoltare l’economia di questa città ed è inutile che io ti dica da dove partire perchè diventerei ripetitivo. Prima lo sviluppo e poi tutto il resto. A buon intenditore…

Hai scritto molto sull’Antica Kroton, parlaci un po’ della tua opera letteraria e dei progetti futuri.

In questo ultimo periodo ho trascuraro la poesia che amo. Mi sono dedicato alla narrativa e alla mitologia. Ad aprile ho terminato la stesura del mio ultimo lavoro in uscita quest’estate. Si tratta del primo romanzo storico quasi interamente ambientato a Kroton e che riguarda le gesta del primo Patriota della storia: Faillo.

Magna Grecia, può diventare vera identità? Si possono riscoprire le radici ancestrali della nostra città, oppure il tutto è destinato a rimanere velleità culturale di pochi o cori da stadio dei molti?

Certo che si possono riscoprire, altrimenti noi che ci stiamo a fare? Gente come Cecè Fabiani e Antonio Arcuri (Gak) che ci stanno a fare? Tutte le organizzazioni che si adoperano per la rinascita culturale del territorio e mi vengono in mente “Mediterrarte” nelle persone di Giovanna Ripolo e Antonio Santoro, “Radici” presieduta da Pietro Arcuri, le emittenti televisive (Rti in testa con le trasmissioni dedicate alla cultura) cosa ci stanno a fare? La dottoressa Bellassai col suo “Castelfiaba” e i ragazzi del “Magna Graecia Front”… Non me ne vogliano altri che non ricordo al momento, ma c’è tanta gente che da anni lavora con l’unico scopo di poter recuperare quel livello culturale che ci ha contraddistinto nei secoli dello splendore magnogreco e non solo per giustizia e per affetto lasciami citare la professoressa Cosentino che rientra a pieno merito nella cerchia dei “paladini” di cui stiamo parlando con l’augurio che chi prenderà il suo posto possa mettere lo stesso impegno. Io sono fiducioso. Per chiudere dico che i cori da stadio, quelli fatti bene dalla Curva sud per intenderci, non mi dispiacciono affatto (neanche a noi, ndr).

Ci onori di una poesia o di uno stralcio da riportare in questo articolo-intervista?

Certamente. Sperando di farvi un regalo gradito propongo il componimento che apre il romanzo e chiudo ringraziandoti:

Afferrato da una mano, ho stretto forte la mia vita.
Scagliato su di un fronte da soldato, una guerra mai capita e senza fine.
La consapevolezza mi accompagna, inutile coraggio in mezzo ai vermi.
Piango al sorriso di una madre, un faro nell’animo angosciato.
Grato a un inorgoglito padre, incerto sono andato e ho combattuto.
Fra lingue sconosciute e mille occhi, paralizzato, eppur mi sono mosso.
La Patria mi ha premiato con fierezza, adesso che son morto mi dimentica.
La Legge, che il nostro sangue ha generato, si pone come chioccia alla Nazione.
Fratello, dai un saluto a quella salma, bloccata nel gelido paese.
Fra morti abbandonati con tristezza, adorni di cieca rabbia e immensa fama.
Ma se la Causa chiama in sua difesa, io esco dalla pietra e ricombatto”.

Informazioni bibliografiche

Faillo. Il Pitionico. Il primo eroe d’occidente Gianluca Facente

Nell’estate del 480 a. C., Serse decise di invadere e sottomettere tutti i popoli della terra, iniziando dalla Grecia. Proprio gli Ellenici, circa dieci anni prima, avevano inflitto una sconfitta memorabile al potente esercito persiano di Dario, nella prima guerra di Indipendenza. Un contingente di valorosi Greci, guidati da Leonida, venne massacrato e sconfitto presso le Termopili.
Tali eventi ebbero come conseguenza l’occupazione della Grecia continentale.
Gli invasori rasero al suolo Atene e subito dopo si diressero alla conquista del Peloponneso, con l’intenzione di impadronirsi dell’intero Occidente.
L’ultima e vacillante resistenza venne affidata a Cleombroto con il proprio esercito. Le forze navali, capitanate da Euribiade e Temistocle, si ritirarono presso l’isola di Salamina. I Comandanti delle compagnie panelleniche, disperati e atterriti dal soverchiante numero di truppe nemiche, inviarono messi a chiedere rinforzi oltre i confini nazionali… Solo una nave giunse…
TitoloFaillo. Il Pitionico. Il primo eroe d’occidente
AutoreGianluca Facente
CuratoreG. De Simone
Illustrato daG. M. Arone, D. Gullá
EditorePubligrafic (Cotronei), 2018
ISBN883196108X, 9788831961080
Lunghezza160 pagine