La fortezza di Le Castella e le riprese dell’Armata Brancaleone

L’armata Brancaleone è un film del 1966 diretto da Mario Monicelli.

Il Film

E’ tra i film più noti della commedia italiana e tra i capolavori del regista. Vincitore di tre Nastri d’argento, fu presentato in concorso al 19º Festival di Cannes. È un capolavoro del genere cinematografico storico misto al grottesco, e presenta l’originalità di essere scritto e parlato in italiano medioevale.

L’armata Brancaleone alla sua uscita nelle sale divenne subito campione di incassi, raccogliendo i consensi della critica e collezionando numerosi premi internazionali.

L’espressione l’«armata Brancaleone» è entrata nel linguaggio comune ed è riportata ormai da diversi dizionari della lingua italiana. La locuzione indica un gruppo variopinto, un’accozzaglia di persone dalle idee confuse e poco organizzate.

La sinossi in breve. Il cavaliere Brancaleone da Norcia, dotato però di una non comune eloquenza ed animato da sane virtù, guida, tra mille peripezie, una improbabile compagnia di miserabili alla conquista del feudo di Aurocastro, rubato ad un cavaliere creduto morto. Arrivati a destinazione dopo aver percorso gran parte della Penisola, e aver affrontato diverse disavventure, trovano gli abitanti del luogo ad attenderli, che consegnano agli “eroi”, le chiavi della fortezza.

Per la trama dettagliata, vedere su Wikipedia.

Interpreti e personaggi principali:

  • Vittorio Gassman: Brancaleone da Norcia
  • Gian Maria Volonté: Teofilatto dei Leonzi
  • Carlo Pisacane: Abacuc
  • Gianluigi Crescenzi: Taccone
  • Ugo Fangareggi: Mangoldo
  • Catherine Spaak: Matelda
  • Folco Lulli: Pecoro
  • Barbara Steele: Teodora
  • Luigi Sangiorgi: Mastro Zito
  • Enrico Maria Salerno: Zenone
  • Maria Grazia Buccella: La vedova

I luoghi

I luoghi percorsi e citati da Brancaleone e la sua armata, pur con nomi fittizi, possono essere rintracciati principalmente nell’Alto Lazio. Per il dettaglio con la posizione dei diversi luoghi vedere la pagina dedicata al film in “Italy for movies“.

Verso la fine del film l’armata giunge infine ad Aurocastro, che nella trama doveva trovarsi in Puglia, ma che in realtà è stato girato nel borgo calabrese Le Castella, frazione di Isola di Capo Rizzuto (KR).

Tuttavia, la panoramica che mostra Aurocastro in lontananza ci riporta nel viterbese, esattamente a Capodimonte sul lago di Bolsena, mentre quando la compagnia entra nelle mura per difendere il borgo dall’offensiva dei Saraceni siamo nei pressi del bastione Farnesiano a Nepi (VT).

Sulla scelta dei luoghi così commentò Mario Monicello durante un’intervista:

Babel n. 15 | 2007
Le Moyen Âge mis en scène : perspectives contemporaines
Il Medioevo di Monicelli : una parodia molto vera

Fu una ricerca lunga anche perché l’allungammo appositamente, perché avevamo la possibilità di vedere un’Italia così bella, ancora superstite dalla modernità degli anni Sessanta. Sono le zone del Viterbese.
Credo che ancora oggi siano rimaste così.
Il castello del finale fu una scoperta fortuita, è tra la Puglia e la Calabria. Il castello è così come lo si vede nel film, è stato solo rimesso un po’ a posto perché era diroccato. Affianco c’era un paese con 300, 350 abitanti, molto poveri.
Vi abbiamo girato l’arrivo dell’Armata di Brancaleone (che poi erano cinque uomini e un cavallo), ma non vi abbiamo cambiato niente, era così dal Medioevo. Oggi affianco ci hanno costruito un villaggio turistico.
Credo che ancora oggi in Italia si potrebbero trovare location simili, che ricordino l’anno 1000. Specialmente se si va all’interno, lontano dalla costa.

Curiosità

Nel 1964 quando la troupe venne a Crotone per dare avvio alle riprese, la troupe cinematografica e i dirigenti dell’U. S. Crotone (che allora militava in serie C) si sfidarono in una partita di calcio allo stadio Ezio Scida. La partita fu immortalata dal fotografo Sabatino Arone; alcune delle foto ed il resoconto della partita, con le “prodezze” dei giocatori, sono state ricordate in un articolo della ProvinciaKR del 10-04-2016 in occasione del 50° anniversario dell’uscita del film nelle sale cinematografiche. (qui la copia archiviata).

Nello stesso anno, 1964, Pier Paolo Pasolini scelse per girare il suo noto e contestato film “Il Vangelo scondo Matteo“,  i calanchi di Cutro (KR) per la loro conformazione desertica e la spiaggia delle Castella di Isola di Capo Rizzuto (KR), con la Fortezza Aragonese sullo sfondo, dove girò altre scene ambientate sul Giordano (informazioni da “Italy for movies“).

La fortezza è sullo sfondo della spiaggia in cui a Gesù (Irazoqui) viene comunicata la notizia della morte di Giovanni Battista (Socrate).

Scena tratta dal film “Il Vangelo secondo Matteo di P.P. Pasolini” (1964).
L’intera sequenza girata a le Castella è stata visionabile sul Canale Youtube di Francesco Mungo.
L’intero film è visionabile a questo indirizzo: https://www.gruppoarcheologicokr.it/link/vangelosecondomatteopasolinifilm

Elementi storici e archeologici

L’intera raccolta delle pubblicazioni raccolte dal GAK riguardante Le Castella sono disponibili nella specifica categoria della Biblioteca Digitale.

La scogliera di Le Castella è stata utilizzata in età classica dalla città magno-greca di Kroton come cava per l’estrazione sia di arenaria che di argilla, alla base dell’edilizia della polis almeno dagli inizi del VI fino a tutto il IV sec. a.C. (rif. Domenico Marino – Cave di Età Greca nella Chora meridionale di Kroton, 1996).

Una mareggiata del 1981 ha emergere la presenza di mura di età greca che lasciano ipotizzare che la medioevale ha inglobato i resti di un phrourion magnogreco (Pasquale Lopetrone – Fortezza Le Castella – Restauri al castello e al phrourion 2010-2013)).

L’isolotto di Le Castella è localizzato all’estremità orientale del golfo di Squillace, in un punto da cui si controlla l’intero braccio di mare. In questo tratto la costa è particolarmente selvaggia e ricca d’insidie, come dimostra la grande quantità di relitti ritrovati, appartenenti a tutte le epoche (Margherita Corrado – Appunti di archeologia subacquea sulla costa ionica calabrese tra Crotone e Le Castella, 2016; Rita Auriemma, Alice Freschi – Indagini 1988-1994 tra Capo Rizzuto e Le Castella: strutture e giacimenti sommersi, in Il relitto “Orsi” di Punta Scifo e gli altri carichi naufragati con marmo nel mare di Crotone, 2020, pp- 237-252).

Ma la caratteristica principale di questo sito è quella di controllare l’unica insenatura di questo tratto di costa, spesso-battuta da feroci venti e sconvolta da violente mareggiate, che possa essere utilizzata per l’attracco di navi anche di grosso tonnellaggio. Si tratta della baia delimitata ad est da Capo Rizzuto ed a ovest da Le Castella (C.Raimondo, R.Spadea, C.Toomaspoeg – Le Castella tra XIII e XVI sec.,1998, p. 475).

La prima fortificazione medievale – un torrione – risale al dodicesimo secolo. Idrisi, geografo di Ruggero II, la ricorda come tappa consueta nei percorsi marittimi della costa ionica. Nel 1290 il borgo è assediato per otto giorni dal mare da Ruggero di Lauria, strappato agli Angioini e conquistato al demanio regio degli Aragonesi. La trasformazione della torre in castello e le trenta galere ancorate nel porticciolo diventano l’arma strategica della guerra di pirateria che gli aragonesi continuarono nei confronti della flotta angioina. Alla fine del Quattrocento gli Aragonesi vendono la proprietà ai Carafa, cui si devono le trasformazioni cinquecentesche del castello. Una esposizione dei fatti storici medievali è sintetizzata da Pino Rende in “Cittadini e territorio. Le Castella tra la fine del periodo aragonese e gli inizi del Viceregno“. Diverse altre ricerche sono reperibili in Archivio Storico Crotone alla categoria “Le Castella”.

Più che una resistenza nobiliare fortificata, cioè un castello, la struttura è da intendersi come piuttosto un fortilizio o roccaforte militare, da cui la denominazione attuale di “fortezza“. Al suo interno oltre alla cinta muraria con il mastio e i vari scompartimenti militari, vi erano edifici civili e religiosi. La fortezza ebbe varie modifiche architettoniche nel corso dei secoli, a seconda dei governanti e delle esigenze difensive, molte parti dell’intero corpo sono state costruite in epoche diverse. I diversi restauri realizzati, consentono la lettura di molte delle strutture delle diverse epoche di realizzazione.

Da qualche anno la fortezza, di proprietà del Ministero della Cultura, è gestita dalla Direzione Regionale Musei della Calabria, alla quale ci si può rivolgere per le informazioni riguardanti l’apertura al pubblico e per l’organizzazione delle visite. Una mappa della struttura è fornita dalla Pro Loco “Le Castella” (copia d’archivio).

Video

Le scene registrate a Le Castella per l’Armata Brancaleone sono visibili in questo estratto del film pubblicato su Youtube.

Link diretto: https://www.youtube.com/watch?v=dDNT-NSTEEE

L’intero film è invece visionabile in streaming sul sito della RAI:
https://www.gruppoarcheologicokr.it/link/armatabrancaleonefilm


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