Alfredo Ruga – Il ripostiglio di Crotone, località Punta Scifo, ritrovamento 1916 (2010)

Scheda Bibliografica

Scheda Bibliografica (BDG-Biblioteca Digitale del GAK)

Titolo Il ripostiglio di Crotone, località Punta Scifo (1916)
Autore(i)
Data rilascio 2010
Contenitore, Titolo MAURINA B., SORGE E. (a cura di), OHG. Orsi, Halbherr, Gerola. L'archeologia italiana nel Mediterraneo
Riferimenti pp. 145-151
Casa editrice Ed. Osiride, Museo civico di Rovereto
Tipo Atto di convegno
Classificazioni Biblioteca GAK
Categorie [Capocolonna],  [Crotone],  [Periodo 5. Alto Medioevo], 
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Ricerche correlate nel web
Altre Informazioni Biblioteca GAK
ID Archivio: 13691
Data inserimento: 15-04-2023 17:12
Data ultima revisione 15-04-2023 17:13
Permalink: https://www.gruppoarcheologicokr.it/biblioteca/alfredo-ruga-il-ripostiglio-di-crotone-localita-punta-scifo-ritrovamento-1916-2010/
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Preambolo

Una selezione dei reperti della collezione egea del Museo Archeologico di Firenze è esposta a Rovereto dal 2 ottobre 2009 al 30 ottobre 2010, nella mostra “Orsi, Halbherr, Gerola. L’archeologia italiana nel Mediterraneo“, organizzata dal Museo Civico di Rovereto e dall’Accademia Roveretana degli Agiati con la Soprintendenza per i beni archivistici e archeologici della Provincia Autonoma di Trento, le Soprintendenze per i beni archeologici della Toscana e della Calabria, con i Musei Nazionali di Firenze e Reggio Calabria, la Soprintendenza Archeologica di Siracusa con il Museo Archeologico Regionale “P. Orsi”, il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini” di Roma, l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia, la Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze, la Biblioteca Civica e il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.

Organizzata in occasione del centocinquantenario della nascita di Paolo Orsi (Rovereto, 1858-1935), l’esposizione, curata da Franco Finotti e Barbara Maurina, è dedicata all’opera dei tre insigni studiosi di origine roveretana, protagonisti della ricerca storico-archeologica a cavallo fra la seconda metà dell’800 e la prima metà del ‘900.

IL RIPOSTIGLIO DI CROTONE, LOCALITÀ PUNTA SCIFO (1916)
di Alfredo Ruga

Nel 1916, nel corso dei lavori lungo le coste del promontorio di Capo Colonna per reperire massi di calcarenite per il porto di Crotone, l’impresa addetta alle operazioni sollevò “dal fondo del mare a circa 200 m. dalla spiaggia di Punta Scifo un grosso blocco di roccia”. Esso, appena deposto sul pontone “lasciò vedere
entro una cavità oro lucente. Vennero così estratte 103 monete auree bizantine che gli operai si divisero e cercarono di trafugare
”. Alla fine fu possibile recuperare allo Stato 80 esemplari, mentre 11 furono acquistati da Armando Lucifero e 12 furono dispersi.

Del tesoretto si sono occupati vari autori, da P. Orsi che pubblicò il materiale nel 1921227 fino ad E.A. Arslan e a chi scrive, conducendo un esame più dettagliato sui materiali.
La classificazione modifica in parte quella incompleta di P. Orsi, che non pubblicò le leggende del Diritto, e rettifica in un caso quella proposta tratta da E.A. Arslan. Le 87 monete note, sono suddivise tra Teodosio II (441-450) e Giustiniano (527-565).

Tutte le emissioni sono state coniate in varie officine della zecca di Costantinopoli e le ultime emissioni, i Solidi di Giustiniano, si datano tra il 527 e il 538 d.C. Questo interessantissimo dato lascia supporre che il tesoretto fu nascosto sulla terraferma, poi franata per l’erosione della costa, in un periodo vicino al 538 d.C. e non, come indicato da alcuni studiosi, nel 565 o nel 550. Con l’Arslan si può affermare che con ogni probabilità le monete rappresentano un nucleo giunto in Calabria direttamente da Costantinopoli, nei primissimi anni della guerra greco gotica. Ed inoltre che il ripostiglio si è formato senza contatti con la circolazione locale.

Considerando che nel 536 Belisario, magister militum, stratega autocrate delle spedizioni volute dall’imperatore Giustiniano I per riconquistare la parte occidentale dell’impero, occupava il Bruttium (poi chiamato dai Bizantini Calabria a partire dal VII secolo), e che nel 540 la regione veniva ripresa da Totila – nell’ambito di operazioni di controffensiva che porteranno il re goto a riconquistare Napoli (543) e Roma
(546) – è possibile indicare un periodo tra il 538 e il 540 per l’importazione delle monete e per il loro occultamento.

Nota

La pubblicazione è disponibile, previa registrazione gratuita, sul sito della Fondazione del Museo Civico di Rovereto, alla sezione Banca dati – Bibliografia degli Archivi digitali, ed include il testo completo di Alfredo Ruga, le schede delle Monete, le note bibliografiche.

Per altre informazioni contattare la gestione della Biblioteca Digitale del GAK.