Lo studio passa in rassegna e discute le cronologie fortemente discordanti proposte negli ultimi studi sulla monetazione dei Brettii, e riafferma la circolazione della moneta anche durante la guerra di Annibale, con peso/fluttuazioni legate alle variazioni dei prezzi dei metalli.
Sono esaminati anche il sistema di simboli, probabilmente riferito a due differenti ordini delle Autorità emittenti, e le iconografie adottate, che confermano l’ideologia “italica” alla base della loro scelta.
Si fanno ipotesi sulla struttura della massa monetaria circolata durante e subito dopo la guerra di Annibale, quando le questioni di Petelia divennero di primaria importanza.
Il granchio rimane il simbolo dei Brettii sia quando sono nemici che quando sono amici dei Romani. Dopo il 203 a.C. si hanno frequentemente monete bronzee brettie contromarcate PETH con il granchio, che sono presubimilmente ordinate dagli «optimates» filoromani ritornati nel 204 a Petelia dopo l’occupazione cartaginese, ovviando alla carenza di circolante, legalizzando la reimmissione sul mercato delle emissioni confederali contromarcate con il nome della città e con il simbolo del popolo dei Brettii. Petelia sembra l’unica città non greca e non colonia coinvolta nella politica di emissione che suppliva alle difficoltà di approvvigionamento con moneta della zecca romana.