ABSTRACT
A Crotone, da sempre l’unica città portuale fra Brindisi e Messina ad offrire rifugio alle navi quando lo Ionio è in tempesta, recenti scavi archeologici e l’esame di documenti del XVI-XX secolo hanno permesso di identificare la sede del porto citato da Tito Livio a proposito della seconda guerra punica e da papa Gregorio Magno a proposito di un miracolo accaduto invece a fine VI.
In età romana esso appartenne alla prestigiosa domus soprastante, e alle sue spalle sorsero magazzini di servizio. Dalla tarda Antichità a tutta l’età bizantina (VI-XI sec.), invece, divenne l’unico approdo di Crotone ma il molo fu poi sommerso e in fine andò distrutto in epoca viceregnale. Le antiche ‘grotte’ retrostanti, a causa dell’innalzamento progressivo del livello del suolo, col tempo divennero sotterranee e se ne perse memoria fino a metà dell’Ottocento.
Documento originariamente proposto nel IV Congresso AISU “Visibile, invisibile. Percepire la città tra descrizioni e omissioni”. Catania, 2013.
La pubblicazione ha argomenti più estesi di quello che si dedurrebbe dal solo titolo, ma procede con ipotesi e ricostruzione della varie aree portuali nelle diverse epoche, con a sostegno vari disegni, mappe, ed ipotesi urbanistiche.