D.G.Bartoli – A New Analysis of the Punta Scifo a Shipwreck at Croton (2009)

Scheda Bibliografica

Scheda Bibliografica (BDG-Biblioteca Digitale del GAK)

Titolo Marble Transport in the Time of the Severans: A New Analysis of the Punta Scifo a Shipwreck at Croton, Italy
Autore(i)
Data rilascio 15-05-2009
Tipo Tesi
Classificazioni Biblioteca GAK
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Altre Informazioni Biblioteca GAK
ID Archivio: 6410
Data inserimento: 25-03-2020 02:11
Data ultima revisione 04-01-2021 01:37
Permalink: https://www.gruppoarcheologicokr.it/biblioteca/d-g-bartoli-a-new-analysis-of-the-punta-scifo-a-shipwreck-at-croton-2009/
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Sui fondali di Punta Scifo, poco più a sud di capocolonna è stata individuato l’imponente carico di una navis lapidaria, databile al III secolo d.C.: 350 tonnellate di marmo proconnesio, proveniente dalla Turchia e destinato, verosimilmente a Roma.

La presenza dei marmi è nota, come indicato nella tesi era nota dal 1908.

Il subacqueo Luigi Cantafora, socio GAK, aveva identificato diversi relitti nella stessa area, indagati in via preliminare dalla cooperativa Aquarius negli anni ’80 per conto della soprintendenza locale. Inoltre alcuni di questi erano stati studiati dallo stesso Cantafora nel 1996 durante un campo scuola organizzato dal Gruppo Archeologico Krotoniate.


Più di recente i relitti subacquei sono stati studiati da un’équipe diretta da Carlo Beltrame, dell’Università Ca’Foscari di Venezia, e da Salvatore Medaglia, dell’Unical, coadiuvata dai tecnici del gruppo REITIA e con il sostegno della locale Soprintendenza. I relitti di navi con marmi nelle acque tra Capo Rizzuto e Capo Colonna sono almeno 5: Cala Cicala, Capo Cimiti, Secche di Capo Bianco, Punta Scifo 1 e Punta Scifo 2. Per l’indagine di questi relitti, oltre la consueta documentazione archeologica sottomarina, si è deciso di affiancare un’analisi specifica dei marmi, grazie alla collaborazione con Lorenzo Lazzarini della IUAV veneziana (rif. progetto naves lapidariae del crotonese).

Nel 2011 il gruppo di ricerca, composto ancora da Carlo Beltrame, Salvatore Medaglia. alcuni studenti dell’Università Ca’ Foscari e il gruppo Reitia di Conegliano, ha iniziato la documentazione e i campionamenti sul relitto con carico di marmi di Punta Scifo, noto come 2 o D.
I risultati preliminari delle analisi permettono di proporre una datazione al II secolo d.C. e una provenienza del carico dall’Asia Minore.

Si tratta del del più grande carico di marmi antichi mai trovato nel Mar Mediterraneo. Il rinvenimento è avvenuto nella baia di Punta Scifo, cuore dell’Area Marina Protetta di Capo Rizzuto, e comprende ben 350 tonnellate di varietà di marmo proconnesio provenienti dalla Turchia e riconducibile ad una nave presumibilmente naufragata nel III° secolo d.C. Il preconnesio era una varietà di marmo bianco tra le più utilizzate nell’impero romano, ha grandi cristalli e presenta un colore bianco con sfumature cerulee o con venature grigio-bluastre. Il carico, di pregevole lavorazione, era forse destinato ai decori di qualche importante edifico di una grande città dell’Impero romano del Mediterraneo occidentale; qualcuno ipotizza fosse diretto a Roma1.


ABSTRACT della Tesi
Five ancient shipwrecks have been found in the sea off Croton, in southern Italy, each carrying a marble cargo composed of massive blocks, column shafts, and smaller artifacts. Three of them were located while surveying the seafloor with a multibeam sonar, and the remaining two with the help of divers, in the summers of 2005 and 2006.

Two of the marble carriers are located in the bay of Punta Scifo and, therefore, are identified as the Punta Scifo A and Punta Scifo B shipwrecks, the remaining three take their names from the closest promontories: Punta Cicala, Capo Cimiti, and Capo Bianco. The Punta Scifo A shipwreck was chosen as the main focus of this work because it contains a unique assemblage of marble artifacts; including 13 basins, 15 stands decorated with lions’ paws, 16 column shafts, 14 blocks, 6 statue pedestals, and one statuette of Eros and Psyche.

D. Bartoli – Mappa Relitto Punta Scifo e Punta Cicala

Moreover, because the original discovery dates back to 1908, and in 1915 salvors raised 150 tons of marble artifacts, much information was in danger of being lost. Consular inscriptions on the Punta Scifo A’s marble blocks and column shafts date the shipwreck to the early third century A.D. The merchantman was ca. 30 m long and 10 m wide, with a cargo of marble items weighting ca. 200 tons.

The merchantman was loaded with its marble cargo in Asia Minor: all the items carried on board came from the quarries of Proconnesus and Docimium. The most likely point of departure was either Epheus or Miletus. While sailing toward the Strait of Messina, it is likely that a Grecale or Levante storm broke, and the helmsman was forced to look for shelter in the protected bay of Punta Scifo. Due to a change in wind direction a southerly Scirocco storm caused the ship to sink. Since the entire coastline south of Croton is totally unprotected to the south, there was no way for the crew to save their ship. Where the Punta Scifo A merchantman was destined remains unknown, although Rome appears to be a likely candidate.

  1. Rif. Fame di Sud – 23-01-2015 – Il tesoro nascosto di Capo Colonna: il più grande carico di marmi antichi del Mediterraneo []