Il relitto di Capo Bianco è stato individuato e segnalato agli organi di tutela dal subacqueo crotonese Luigi Cantafora nel 1991. Nello stesso anno, a seguito della scoperta, la Soprintendenza Archeologica per la Calabria, affidò alla Cooperativa Aquarius di Milano, guidata dalla dott.ssa Alice Freschi, alcune indagini preliminari.
Le evidenze archeologiche sono ubicate poco a S di Capo Bianco, presso Isola di CapoRizzuto, alla distanza di circa 500 m dalla costa ed alla profondità di 3-4, 5 m. Si tratta di un’area di bassifondi posta al limitare meridionale di un sistema di secche che prende il nome dal vicino centro rivierasco di Capo Rizzuto. Un tempo questo tratto marino doveva offrire molte insidie per la navigazione a causa di banchi di scogli semi-affioranti, attualmente sommersi per via di fenomeni di erosione e sub-sidenza manifestatisi negli ultimi secoli. I ricercatori dell’Aquarius accertarono la presenza di materiale lapideo – comprendente blocchi, lastre e colonne – che naturalmente attribuirono al naufragio di una nave lapidaria.
Le ricerche si concentrarono sulla porzione orientale del relitto documentando 44 elementi marmorei ed effettuando un rilievo speditivo. A seguito di queste indagini si accertò che il carico era composto da diversi tipi litoidi che furono assegnati a «marmi e brecce medio/orientali».