«Diciannove anni dopo l’alluvione l’Esaro non e’ in sicurezza», il monito di Italia Nostra e Gak

«Durante un’iniziativa pubblica – ricordano Italia Nostra e Gruppo archeologico Krotoniate – organizzata il 14 ottobre 2014 (foto) insieme alla comunità parrocchiale del Santissimo Salvatore di Fondo Gesù, si era proposto all’Amministrazione comunale di Crotone di intitolare “Piazza 14 ottobre 1996” l’ampio spazio davanti alla chiesa, rendendolo più decoroso ed arricchendolo con tante nuove alberature.

Siamo davvero lieti – commentano le due associazioni – che tale richiesta sia stata accolta e che domenica 11 ottobre, su iniziativa del parroco don Girolamo, oltre alla cerimonia religiosa a suffragio delle vittime, si dedicherà la piazza a ricordo di Paolo, Luca, Angela, Luca, Michela, Bruno.

Foce Esaro, Vista aerea 3D
Foce del Fiume Esaro, foto aerea 3D

A 19 anni di distanza da quella terribile giornata – prosegue la nota -, nell’auspicio che eventi così drammatici non avvengano mai più, le associazioni chiedono alle autorità responsabili se il corso del fiume sia stato messo in sicurezza, se l’Esaro sia stato bonificato, se l’alveo del fiume sia stato ripulito dai detriti, se la foce sia stata dragata così da consentire un più facile deflusso delle acque meteoriche, che, puntualmente, arrivano copiose nei mesi autunnali. Così non pare. Eppure non è difficile comprendere che l’unica grande opera a garanzia dell’incolumità degli abitanti è la manutenzione e messa in sicurezza del territorio, da gestire con particolare cura, da non riempire con colate di cemento e di asfalto, come avviene da anni, ma piuttosto da custodire con attenzione, dotandolo di una cortina di alberi ed arbusti, particolarmente indicati per evitare frane e smottamenti.

Tenendo ben presente che l’azione di tutela dell’ambiente e del paesaggio deve essere un impegno serio e costante da parte delle Istituzioni competenti, per un’adeguata prevenzione degli eventi alluvionali.

Come non concordare con Michele Serra: “La parola manutenzione dice tutto, è antica e modernissima al tempo stesso, nelle sue vaste competenze rientrano la vanga come il computer, il piccone come la telecamera. Riguarda ogni manufatto umano, dalla casa più umile al ponte più ardito niente può reggere a lungo senza la manutenzione, ovvero la cura dell’uomo sull’ambiente nel quale vive, sia esso naturale o artificiale. Bisognerebbe domandarsi, ma davvero, sulla base di quale patologia culturale, politica, economica si è via via perduta una così elementare cognizione, che appartiene agli individui così come alla collettività: se l’argine è ben mantenuto regge alla piena, se no si squarcia e arriva l’alluvione (Michele Serra, L’Amaca 7 Novembre 2014)”».