L’energia prodotta sarà pari a 1.500 MW una volta a regime tutti gli aerogeneratori programmati
Aspettando Don Chisciotte
Don Chisciotte, il personaggio creato dall’impareggiabile penna di don Miguel De Cervantes, lottava contro i mulini a vento, in quanto vedeva in essi dei giganti malvagi ed un’opera di magia.
Purtroppo una volta si cimentò contro di essi con lancia in resta e vi ebbe la peggio. Rimase impigliato nella vela di una pala, suscitando l’ilarità del suo pur fedele scudiero Sancho Panza.
Oggi non sappiamo in che modo un redivivo Don Chisciotte potrebbe prendersela con l’edizione contemporanea dei mulini a vento.
Ben più terrificante pensiamo sarebbe l’impatto anche solo visivo che egli avrebbe. Diversamente dalla visione dei pur pacifici mulini a vento del passato, quali appartengono alla nostra memoria romantica, che ancora fanno bella mostra di sé in paesi come l’Olanda e la stessa Spagna.
La versione contemporanea dei mulini a vento è costituita da veri colossi, alti, per quanto ci riguarda da vicino, dai settanta agli ottanta metri ed in taluni casi anche cento.
Essi poggiano su enormi plinti (basi) in cemento armato di circa 16 metri x 16, che affondano nel terreno per una profondità di circa 6 metri.
Le cosiddette torri eoliche portano in cima un’elica, in genere con tre pale, che misura un diametro che varia dai 10 ai 40 metri. Queste pale mosse, dal vento, generano energia elettrica.
Il territorio della provincia di Crotone sembra essere particolarmente predisposto per l’utilizzo di questi “generatori eolici”, anche se non ci risulta che nel nostro territorio ci siano stati nel passato mulini a vento, ma semmai numerosi mulini ad acqua, essendo l’acqua la vera risorsa costante del nostro territorio.
Per questa sua particolare “predisposizione” la provincia di Crotone sarà, stando ai progetti presentati e quasi tutti approvati in sede regionale, interessata dalla creazione di ben quindici parchi eolici e, stante la consistenza di tali parchi, sarà invasa da 394 di questi colossali “aerogeneratori”.
Dice Francesco Pedace (Il Crotonese, 31 luglio – 2 agosto 2007 n.59 pag. 5): “Quando la Calabria si sarà dotata del piano regolatore per gli impianti eolici, la provincia di Crotone somiglierà ormai alla Navarra, la regione della Spagna famosa per la produzione di energia dal vento. Con una differenza: mentre nella Navarra gli aerogeneratori percorrono un territorio grande quanto un quarto dell’Italia, la provincia di Crotone è racchiusa in un lembo di terra“.
Le emergenze collinari del nostro territorio e le aree sia interne che costiere saranno dominate da queste torri metalliche colossali poste di lato l’una a non molta distanza dall’altra, facendo fare una ben brutta figura alle superstiti torri costiere e di guardia di epoca cinquecentesca.
Ne sarà sconvolto il sottosuolo, non solo per le enormi basi in cemento che dovranno sorreggere tali colossi, ma anche per le opere di canalizzazione necessarie al collegamento di una torre eolica all’altra e tutte insieme con le varie centrali. Sono previsti elettrodotti lunghi anche sei chilometri per collegare i parchi eolici alle cabine primarie. Dovranno essere creati altresì percorsi e strade di servizio.
Ne verrà perciò compromesso il paesaggio e l’equilibrio geologico del territorio.
Aree di interesse geologico e archeologico, non ancora indagate, saranno per sempre devastate.
Si parla, a proposito di questi enormi impianti, di inquinamento acustico lesivo per gli abitanti delle aree limitrofe. Di onde elettromagnetiche, sviluppate dagli stessi, più pericolose di quelle dei cavi della normale corrente elettrica.
Il roteare ed il rumore assordante delle pale eoliche allontaneranno dal loro habitat ogni specie di volatili, influendo altresì negativamente sugli abituali percorsi degli stormi di uccelli migratori, che potrebbero anche finire contro le pale. Gli animali da cortile, gli ovini e i bovini nelle stalle e nei pascoli delle aree interessate da tali impianti ne riceverebbero disturbi anche sotto l’aspetto riproduttivo
L’unica consolazione, a dire degli esperti, sembra essere che tali impianti funzionerebbero a fasi intermittenti, in quanto nel nostro territorio i venti non sono continui e regolari:
si passa dalla tramontana allo scirocco, ruotando in modo alternante nella rosa dei venti.
E allora quale sarà l’economicità, a livello di produzione di energia, in un territorio come il nostro, già ricco di energia elettrica grazie ai bacini idroelettrici silani costruiti agli inizi e nel corso del secolo scorso?
Sembra che ci sia stata e continui ad esserci a livello regionale una gara a costituire società per la progettazione e la creazione di parchi eolici, al fine di introitare i vantaggiosi finanziamenti pubblici previsti in ambito europeo. Tanto che sono stati talvolta presentati progetti per la creazione di parchi eolici su aree coincidenti.
Si tratterebbe quindi di iniziative a carattere speculativo, sulla scia del favore che in alcuni settori godono oggi le energie alternative, tra le quali, a livello politico e decisionale, bisognerebbe operare dei distinguo.
Oltre ai danni provocati al territorio da tali impianti per loro collocazione, nell’ipotesi che essi rimangano inattivi, resterà pur sempre l’impatto visivo.
Considerando che tali mostri stanno sorgendo e sorgeranno anche in prossimità di località turistiche, lungo le nostre aree costiere, c’è da riflettere quali ne saranno le conseguenze. Immaginiamo se a qualcuno saltasse in mente di progettare e per ipotesi avesse approvata la creazione di un parco eolico lungo e al disopra della dorsale collinare che da Crotone porta a Capo Colonna. Ed a Capo Colonna due torri eoliche fossero impiantate sui lati dell’esile colonna.
C’è da dire, in verità, che a Capo Colonna la situazione è più favorevole in quanto soffia quasi sempre un po’ di vento.
Intanto noi aspettiamo un nuovo Don Chisciotte che si cimenti nuovamente contro questi giganteschi mulini a vento. Forse qualcuno anche ne riderà. Ma tant’è: così vanno le cose del mondo!